Il calcio a Gioiosa non è solo roba da maschi!

Il calcio a Gioiosa non è solo roba da maschi!

Lo sport, il calcio in particolare, si sa, è una passione tutta italiana e Gioiosa non è da meno. Non vi è adulto, bambino, donna o uomo che non sia entrato in contatto almeno una volta con una delle diverse realtà che compongono la costellazione sportiva gioiosana.
Molte generazioni di bambini e ragazzi sono cresciuti nelle società sportive di Gioiosa e lì hanno imparato i valori fondamentali che lo sport aiuta a trasmettere, l’emozione di una partita, l’importanza del lavoro di squadra e il rispetto per i propri compagni ed avversari.
Anche a Gioiosa, come in molte realtà italiane, lo sport si intreccia da sempre con la storia quotidiana del Paese, sconfitte e vittorie di un team diventano tali anche per chi ha assistito con il fiato sospeso all’incontro.
Tra le diverse realtà sportive merita un posto d’onore la squadra femminile del “Gioiosa Calcio a Cinque”, che il 3 maggio scorso ha vinto il titolo provinciale CSI Premier League e si appresta a competere per quello regionale.
“E’ circa tre anni che giochiamo insieme – mi dice Marika Ciurleo, una delle giocatrici – ed ora è arrivato questo bellissimo risultato. Siamo soddisfatte, il lavoro fatto bene alla fine paga sempre. Ci siamo allenate duramente e in qualsiasi condizione. Solo tre di noi sono di Gioiosa, le altre sono di altri paesi, ad esempio c’è una ragazza di Stilo, e, credimi, non è facile ogni settimana, di sera, perché è di sera che ci alleniamo, arrivare fino a Gioiosa magari dopo una giornata di lavoro. Ma è la passione, quando c’è ti permette di superare ogni ostacolo, di essere sempre pronta e disponibile per tutta la squadra”.

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Il traguardo raggiunto è davvero significativo. Le chiedo come sia stato possibile arrivare a questo risultato.
“Il merito è di tutta la squadra, non ci sono dubbi. Dobbiamo ringraziare tantissimo il nostro allenatore, Santo Morabito e suo padre Nino, che è il nostro Presidente. Ci tratta come delle figlie, pensa che spesso ci invita a cena a casa sua, lo ha fatto anche dopo quest’ultima vittoria. Ci fa da sponsor, ci ha comprato le divise, addirittura la maglia da passeggio. Da queste cose ti puoi rendere conto che non siamo semplicemente una squadra, ma una vera e propria famiglia”.
Le dico che è raro incontrare una ragazza che ami così fortemente uno sport considerato prerogativa maschile, a maggior ragione in una realtà piccola come Gioiosa.
“Non credere – mi risponde – ci sono moltissime ragazze che amano il calcio e vorrebbero praticarlo. Il problema è che in alcuni casi viene loro impedito, proprio perché si pensa che sia uno sport non adatto alle donne; forse anche per questo dalle nostre parti non ci sono molte squadre di calcio femminile, a parte noi, c’è solo la squadra di Locri. Noi siamo fortunate anche perché Gioiosa ci sostiene. All’inizio la tifoseria non era numerosa, ma nel tempo è cresciuta. Vengono a vederci e ci supportano tantissimo”.
E’ evidente che Marika ha una passione fortissima per il calcio. Mentre parla si percepisce chiaramente che non sta raccontando semplicemente di uno sport, ma di una parte di sé. La domanda che mi ronza nella mente è da dove possa derivare una passione così intensa. “Da mia madre!” – mi risponde Marika.
La signora Graziella è seduta accanto a noi. Ride e dice: “E’ vero, è colpa mia! Anche io da giovane giocavo a calcio. Anzi l’ho fatto fino a qualche anno fa”.
Le chiedo di raccontarmi di più.
“Non ricordo precisamente, poteva essere il 1978. Io e alcune altre ragazze di Gioiosa abbiamo formato una squadra, però noi eravamo di calcio a undici. All’inizio giocavamo fra di noi, allora non c’era un campionato vero e proprio. Poi si è formata una vera squadra, grazie a Mimmo Agostino, che poi ne è diventato Presidente. Per noi era diverso, ci venivano a vedere i ragazzi, ma per spiarci e prenderci in giro! Poi la squadra è cresciuta, sono arrivate ragazze da altri paesi e si è perso il senso di tutto. La squadra alla fine è stata trasferita a Siderno, ma nell’arco di poco tempo ha smesso di esistere. La mia passione però è rimasta, ma non poteva essere diversamente, da piccola nel viale i bambini si riunivano per giocare a calcio ed io ero l’unica femmina a giocare con loro”.

calcio femminile 0

Sono stupita e divertita dal racconto della signora Graziella. Le chiedo cosa ne pensasse sua madre di quella passione.
“Era contenta, lei l’ha trasmessa a me!”. “E’ vero – aggiunge Marika – nonna è anche la nostra capo ultrà!”.
Mi sembra incredibile: tre donne, tre periodi diversi, una sola passione. Ci ritroviamo a ridere. Ed è meraviglioso, perché questa è l’essenza dello sport: sorridere grazie alla propria passione. Oltre ogni pregiudizio e oltre ogni ostacolo.
Sono grata alla signora Graziella, a Marika e a tutte le donne che perseguono con infinito amore e sacrificio le loro passioni.
Grazie a tutta la squadra femminile del Gioiosa Calcio a Cinque e in bocca al lupo per il prossimo appuntamento, sperando di poter festeggiare il titolo regionale e anche di più.

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