Rete dei Comuni Solidali: “Chiediamo ai Sindaci di dare la cittadinanza onoraria a Domenico Lucano”

Rete dei Comuni Solidali: “Chiediamo ai Sindaci di dare la cittadinanza onoraria a Domenico Lucano”

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Ai comuni soci di Re.co.sol.
e.p.c. agli organi di stampa

Riaccesa l’Italia. Mimmo Lucano, “esiliato” l’uomo non il «modello»
Giovanni Maiolo: «Chiediamo a tutti i Comuni di conferire la cittadinanza onoraria a Domenico Lucano»

L’intera Rete dei Comuni solidali (Recosol) si stringe a Riace e al sindaco Mimmo Lucano. Amministratori, associazioni, volontari di ogni parte d’Italia al fianco di Riace che in tutti questi anni ci ha insegnato che le migrazioni se gestite nel modo corretto possono essere una risorsa e non necessariamente un problema. Ci ha insegnato che si può accogliere facendo l’interesse non solo dei migranti, ma anche dei propri cittadini e del proprio territorio.
L’“esilio” deciso dal tribunale del Riesame dopo la revoca degli arresti domiciliari è un’azione che non fermerà il lavoro del primo cittadino e soprattutto non spegnerà lo spirito solidale innescato. In attesa degli sviluppi giuridici Re.Co.Sol rimane al fianco di tutti i primi cittadini che ogni giorno -da anni- operano per migliorare le condizioni sociali di tutte e tutti.

Chiediamo a tutti i comuni di accogliere Mimmo Lucano che ha reso Riace la casa di tutti e che adesso non può essere casa sua. E ai primi cittadini della Rete di conferirgli la cittadinanza onoraria.

«Riace, i riacesi e Mimmo Lucano non siano oggetti di strumentalizzazioni -afferma Giovanni Maiolo, legale rappresentante Re.Co.Sol- Si leggono in vari organi di stampa e si ascoltano in vari programmi televisivi allusioni che tendono a ledere il lavoro e l’operato di persone per bene. L’accoglienza e le politiche sociali non si chiudono con nessuna mandata. Restiamo umani».

« Riace rappresenta concretamente la dimostrazione di un’Accoglienza Possibile, che per qualcuno va colpita e smantellata. Proprio perché diventata simbolo di un “modello altro” di relazione con il mondo, va umiliata e cancellata. Non si interviene -come sarebbe giusto e opportuno, nel caso ci fossero state storture e inadeguatezze- per porvi rimedio: semplicemente si spazza via tutto».

Concordiamo con Lucano secondo cui: «Lo Sprar di Riace non lo chiude il Viminale, lo chiudo io. Non sono degni del messaggio di umanità ed accoglienza. Non vogliamo più essere i capri espiatori di politiche repressive. È ora di cambiare marcia. Insieme a tutti i solidali e coloro i quali scelgono di ‘restare umani’, per citare Vittorio Arrigoni, creeremo un nuovo progetto di accoglienza, autogestito e autosufficiente. Pagheremo prima i debiti che a causa di questo sistema farraginoso abbiamo contratto e poi ognuno per la sua strada. Se il Viminale non ha fiducia in noi, l’accoglienza la facciamo da soli, con il crowfunding, con la solidarietà. A Lodi hanno in una settimana racimolato i soldi, negati da Salvini, per le mense dei bimbi dei rifugiati, questo è l’esempio. È necessario ritrovare l’entusiasmo ma il modello Riace sopravviverà, nessuno sarà obbligato ad andarsene. Metteremo a sistema tutte le strutture che abbiamo costruito – il frantoio, la fattoria didattica, l’albergo solidale, le imprese zootecniche. A prescindere dai finanziamenti Sprar».

Quindi ribadiamo la nostra richiesta ai quasi 300 sindaci aderenti alla Rete dei Comuni Solidali: concedete la cittadinanza onoraria a Mimmo Lucano.
10, 100, 1000 Riace.

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