Riprendiamoci la relazione: Filomena Drago incontra i suoi lettori

Riprendiamoci la relazione: Filomena Drago incontra i suoi lettori

Atmosfera incantevole e bucolica, lussureggiante di verde e accarezzata da un leggero alito di vento, quella in cui ieri mattina Filomena Drago ha accolto i suoi ospiti in occasione dell’incontro “Riprendiamoci la relazione”, a due anni dall’uscita del suo ultimo lavoro, “La collina incantata”. Un libro di fiabe che, nel corso del 2019/2020, prima della chiusura dovuta alla pandemia, è stato oggetto di lettura, approfondimento e studio creativo da parte di numerosissime scuole del territorio, i cui alunni sono stati incontrati dalla stessa Drago in uno scambio reciproco di idee e spunti di riflessione.

L’evento, per l’appunto, tenutosi in presenza e in diretta streaming, ha avuto non solo lo scopo di rileggere alcune delle più significative pagine de “La collina incantata” ma, soprattutto, di rivivere dei momenti di relazionalità in un periodo in cui essa è indubbiamente venuta a mancare.

Il trauma vissuto –ha sostenuto la Drago- si è presentato come un evento inaspettato, che ci ha investiti e tagliati in due, creando una scissione grande tra il prima e il dopo; l’uomo è stato travolto dal suo stesso delirio di onnipotenza e, di fronte al dubbio di quando tutto questo finirà, ognuno di noi ha il dovere e il diritto di riprendersi le relazioni, la socialità, la vita mediante comportamenti responsabili che riflettano la più alta forma di libertà, unica arma contro l’angoscia diffusa creata dalla pandemia. Ed è proprio in questa prospettiva, dettata dal desiderio di incontrarsi e coltivare reciproche relazioni, che l’incontro ha visto la partecipazione degli insegnanti e degli allievi di alcune delle scuole che hanno partecipato al progetto di lettura, quali Istituti Comprensivi di Gioiosa Ionica, Marina di Gioiosa Ionica e Bivongi; a seguire, gli interventi di Palma Comandè, Giuseppe Gervasi, Antonella Iaschi, Salvatore Miceli, e tutti i presenti che hanno espresso le loro considerazioni sul bisogno di costruire un’umanità nuova, più responsabile e creativa, libera e solidale, che ha fatto tesoro di quanto vissuto e stiamo ancora vivendo.

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