Aiello: “In Palestina un massacro di bambini. Unione Europea dove sei? Perchè non ti indigni?”
Esiste una cosa, che più di altre, fa riflettere e pone domande. L’indifferenza di tanti nel mondo e in particolare dell’Europa specie la parte dell’occidente cosiddetto avanzato, tra cui l’Italia, che non sentono di spendere una parola sul genocidio e sul massacro di bambini che sta subendo il popolo palestinese. Chiunque segue quotidianamente l’evolversi di questa immane catastrofe , magari col cuore a pezzi, incontra spesso questa constatazione. UE dove sei. Perché non ti indigni.
Ormai, la vicenda è fin troppo chiaramente esposta e propagandata, petto in fuori, da parte israeliana, per essere ignorata, pertanto l’unica risposta è che solo ‘volutamente’ si può essere disinteressati e apatici verso l’abominio di Gaza. In molti, oltre a una politica morente, tra accademici, intellettuali, specie del mondo della comunicazione o anche semplici amministratori, che ipoteticamente hanno un megafono per amplificare la propria voce, rivelano atteggiamenti di distacco e indolenza quando non di negazione, nei confronti di un popolo che sta subendo un annientamento razionale e calcolato. Ma, il popolo di Palestina è colpevole solo di esistere.
Forse è il terrore delle probabili ripercussioni sulla propria immagine, da parte della becera propaganda sionista, per le proprie considerazioni etiche e morali di condanna nei confronti di una ‘democrazia’ più pubblicizzata che effettiva, oppure, sciaguratamente, perché in fondo si è impastati, alla fine, con gli stessi ingredienti del nazifascismo.
Se fosse vera la prima supposizione, la conseguenza potrebbe essere lo spauracchio di essere etichettati come antisemiti, che fa tanto tendenza. Allora vuol dire che tanti politici, cattedratici, professori e intellettuali, da gente onesta e istruita quale dovrebbe essere, si lascia trasformare in un ‘mucchio’ idiota e stupido, da un congegno truccato da antisemitismo che intimorisce ormai, solo gli sprovveduti, altrimenti l’altra spiegazione è che bisogna essere mentalmente predisposti per non vedere o addirittura negare le mostruosità che l’esercito dello stato israeliano insieme alla mafia dei coloni sionisti e un governo di nazifascisti stanno compiendo nella terra santa dal ‘48, l’anno della Nakba. Hamas è solo il pretesto, se no perché i bambini.
Bande di assassini che, convinti di essere davvero gli eletti o semplicemente superiori, uccidono popoli inermi, soprattutto i bambini, saccheggiano enormi risorse e devastano interi territori. Sterminio e indifferenza. Un connubio che, come la storia insegna, può portare alla ‘soluzione finale’, in nome di un espansionismo efferato e atroce. E allora, necessariamente una distinzione storica si impone. Tra i popoli che si sono prodigati davvero e apertamente per alti valori come la giustizia sociale, la libertà e la solidarietà e tutti coloro che, invece, saranno classificati dalla storia come gente spregevole e complice di genocidio, così come avvenne per la distruzione dei nativi americani, degli aborigeni australiani, degli stessi ebrei, oggi ahimè deprecabili persecutori e tanti altri nel corso della storia, in tante parti del mondo, qualcuna addirittura osannata dalla propaganda yankee come nei film e nei fumetti con le famose battaglie tra gli yankee ‘eroi’ e gli indiani d’America ‘cattivi’.
Nel mondo, però, anche a occidente, in quella parte che resiste alla barbarie, si muove una massa di gente che ha fatto della solidarietà e del sostegno alla Palestina la propria causa di azione. Un movimento variegato e libero di persone, studenti, operai, contadini, intellettuali, politici e anche ebrei ‘buoni’, ma soprattutto gente comune che non ha paura di scendere in piazza e, consapevole dei rischi, soprattutto fisici per via delle repressioni di regime, con coraggio dichiara la propria avversità contro ogni genocidio, contro le colonizzazioni e le occupazioni. Urla il proprio ‘not in my name’. Sono queste masse di persone, ‘rimaste umane’, la voce autentica e scomoda di molte società ormai imbruttite da un imperialismo criminoso. Sono coloro che realmente sentono di doversi spendere con ogni mezzo utile, lottano contro la barbarie del governo d’Israele e tutte le tirannie, per la libertà e la decolonizzazione di tutti i popoli per tentare di fermare la deriva e la disumanizzazione di questo mondo.
Forse poca cosa, ma ci provano.
Foto di Ahmed Abu Hameeda su Unsplash
Pasquale Aiello