A Caulonia si balla sulle macerie
di Werner Wies
A Caulonia con la Settimana Santa e la Festa del Libro è tornata “la quinta stagione”, quella delle feste.
I libri possono ispirare, emozionare, scioccare, istruire, divertire, far riflettere e allargare gli orizzonti. Sono un riflesso e testimoni del loro tempo, offrono uno sguardo nello spirito dei loro autori e ti portano in un viaggio attraverso la diversità, gli alti e i bassi e i lati belli e brutti della nostra esistenza. Libri sono un grandissimo tesoro.
Ispirato da questo, credo sia opportuno, per rendere più notevoli eventi come p.e. la Festa del Libro o l’Etica Bio Festival, di portare soprattutto i giovani visitatori non solo nei luoghi belli e ancora intatti, ma anche in quelli vicini, segnati dal degrado e testimoni di una ancora troppo presente difficoltà a riconoscere e proteggere il proprio patrimonio, a trarre conclusioni positivi da ciò che si legge, scrive e dice di credere e a trasformali in azioni sostenibili per il bene comune e la protezione del nostro patrimonio. Uno dei luoghi più “suggestivi” in quel senso è la Rupe con l’interno quartiere Maietta nel Centro Storico di Caulonia. Qui si trova il più grande cantiere di Caulonia, nato da un progetto inizialmente ambizioso per la tutela e il benessere di tutto il suo Centro Storico. Un progetto che però durante la sua realizzazione non si è più orientato alle esigenze del paese, ma nel corso degli anni, sotto gli occhi della sua debole e inefficace amministrazione, è stato modificato, rallentato e mutilato, affinché non pesasse sul bilancio di un apparato politico senza scrupoli che privilegia opere di prestigio come il Ponte dello Stretto rispetto alla tutela dei borghi storici e della loro popolazione. Su questo luogo le tattiche irresponsabili di protrazione del cantiere e l’aumento di edifici a rischio di crollo impediscono di trovare pace. È inimmaginabile quello che, per mancanza di rispetto per ciò che l’uomo ha creato, devono provare quelli che da una vita vivono lì (anche la mia famiglia temporaneamente). Un altro di questi luoghi è il Lungomare, al suo inizio un progetto prestigiosissimo di, secondo me, un paese bloccato tra desideri e realtà, un paese che troppo spesso vuole essere più di quello che può essere e che ancora non ha compreso dove vuole andare. Cosi il loro Lungomare è finito come un vergognoso lavoro ingegneristico dove, al momento della sua realizzazione, si è “dimenticata” la protezione dalle mareggiate, con effetti devastanti. Un opera con un bilancio ambientale disastroso, che rende omaggio soprattutto al “Re Del Cemento”, all’auto e alla comodità di un popolo anche marinaio in pericolo di perdere il suo rapporto sano con il suo compagno di vita più importante, “Sua Maestà Il Mare”. Un terzo luogo si trova nell’impressionante Valle d’Allaro, dove, al fianco delle “Cascate”, il mostro “parcheggio” anno dopo anno distrugge un’eredità naturale bellissimo e unico a favore di una massa di “pellegrini del divertimento senza limite” che aspettano d’essere portato con tutta la comodità, allora con la macchina, proprio fino sotto la cascata. Stanno rovinando tutto che spunta. Hanno perso tutti i sensi per il patrimonio naturale lì presente e, dimenticando a cosa servono i loro piedi, stanno anche rovinando la propria salute. Va bene, prima o poi anche lì verrà installato un defibrillatore … speriamo che sia uno in grado di rianimare anche la natura.
Tre posti tra mare e montagna. Tre luoghi le cui condizioni da decenni sono in totale contrasto con le promesse dei responsabili politici e amministratori. Tre posti tra tanti altri sul territorio comunale di Caulonia che, se potessero, griderebbero di dolore perché hanno, come noi, un’anima! Gridate che pochi sentono, perché la società civile sembra liberarsi poco a poco dalla sua anima.
Portateli ogni volta che è possibile nei luoghi in cui avete fallito, p.e. con uno stand per lo scambio di informazioni e la discussione, vicino alla Vecchia Foggia (oggi Albergo Diffuso, gestito da Pathos) situato proprio sulla Rupe Maietta crollata. Portateli lì, dove ogni pietra racconta la vergognosa storia di un paese dove la crescente burocrazia (l’ho anche pagato di persona) serve da scusa e una rovinosa autocelebrazione (non solo politica), accompagnata da una mancanza di coraggio civile, impediscono il progresso sociale. Portateli lì e parlatene con loro in modo onesto, aperto e sincero per renderle capaci di capire ed agire prima che il fallimento e un continuo “ballo sulle macerie” diventano normalità e distruggono tutto.
È un fatto indiscutibile come anche un fondamentale principio etico che le parole scritte, dette e lette, non valgono nulla finché non vengono usati quotidianamente per il bene comune. Un paese che a centinaia festeggia il libro, il lavoro, la liberazione, l’etica, i pionieri, i santi (erano tutti combattenti per il cambiamento e l’umanità) e ahimè anche Halloween e la Bandiera Blu, un paese che a centinaia balla la Tarantella e celebra il Caracolo e la Svelata e dove un ecocidio progressivo, un piano difettoso per il smaltimento dei rifiuti, la problematica gestione delle risorse idriche, le emergenze sanitarie e sociali, la mancanza di un piano ben meditato contro il continuo ripopolamento e la fuga dei (giovani) talenti e specialisti, la distruzione sistematica della costiera, la decadenza del Palazzo Comunale, le strade ridotte e pericolose, il traffico rovinoso, le inadeguate condizioni per pedonali nel centro della Marina e nel Centro Storico, l’abbandono di una gran parte del Centro Storico con tutto il patrimonio storico lì presente, un paese, dove non si vede quasi mai miglioramenti essenziali e sostenibili e dove tutti questi disastri enormi vengono trattati come se facessero parte della normalità, un tale paese vive l’assurdità. Un assurdità che vive anche la sua giunta. Una giunta costantemente occupata con sé stessa, nutrita dal servilismo e dalla superficialità di una troppo gran parte della sua cittadinanza ed evidentemente completamente incapace di affrontare le grandi sfide di Caulonia. Una giunta tra finta e rottura che fin dalla sua nascita è stata soltanto protagonista di una disastrosa e ridicola lotta di potere tra ego insignificanti di un paese che rischia di sprofondare nell’irrilevanza. Una lotta sempre di più alimentata da un giovane e ambizioso consigliere regionale “azzurro” che ha messo in piedi a tempo di record una prestigiosa sede di partito, mentre il municipio è in rovina da anni e l’amministrazione prova di sopravvivere nel caos (lo posso testimoniare) di locali provisori della biblioteca comunale ed altri. Un contesto che solleva domande e mi fa piuttosto più pensare ad una persona con un ego troppo grande (un arrampicatore sociale) che ad un politico consapevole.
Secondo me la giunta di Caulonia ha perso la sua ragione d’essere. Sta solamente cercando di salvare il suo piccolo potere e se stessa, ingannando la cittadinanza e mantenendo i suoi ingenui sostenitori tranquilli, sereni e contenti, tirando fuori dal cilindro un progettino/evento/manifesto dopo l’altro, senza aver mai presentato un piano per lo stato generale che rimane in un continuo e pericoloso stato caotico e del degrado. Un modo perfido di abusare mezzi pubblici, tasse che vengono generate in tutto Europa anche da persone che spesso non sanno come sfamare le proprie famiglie. Oltre a ciò è insopportabile vedere soffrire il nostro paese e seguire il modo in cui questa giunta, mettendosi indisturbato in scena ad ogni evento, sta spacciando il loro fallimento per successo, un atteggiamento che smaschera anche il loro programma politico (ultimamente pubblicato) come un gigante accumulo di frasi politiche altisonanti, con pochissimo legame con la realtà. Parlano di protezione dell’ambiente e moderazione del traffico, di inclusione ed equità sociale, di miglioramenti dei servizi pubblici, di trasparenza e partecipazione, ecc., ma non dicono come e dove vogliono realizzare cosa, in che tempo e con quali mezzi. Parlano di visioni politici ma non sono nemmeno in grado di risolvere i loro problemi finanziari fatti in casa, i problemi con due terzi di quelli che non pagano i contributi richiesti dal Comune, una forte ragione per le casse vuote, lo stato rovinoso del paese e la mancanza di pace sociale. Tutto rimane vago, vuoto, insensibile ed incostante e frattempo sta odorando di totale sovraccarico, visibile in ogni angolo di Caulonia, tranne per chi ha gli occhiali da festa sul naso e non vede altro. Ci si chiede per quanto tempo continueranno a prendere in giro il paese e per quanto tempo Caulonia continuerà a permetterlo?
Vedere questa giunta e certi dei suoi sostenitori è come guardare un orda di bambini che si rifiutano di crescere e si sono ritirati in una stanza piena di dolciumi e giocattoli, mentre la loro casa procede a cadere a pezzi intorno a loro.
Mi piace festeggiare e mi piacciono le feste che non vengono strumentalizzati dalla politica, feste dove si può ancora respirare l’aria pura di un cambiamento dal basso. Mi piacerebbe una discussione pubblica sul tema “Cambiamenti positivi e sostenibili, grazie al KTF (Kaulonia Tarantella Festival), nei 26 anni della sua esistenza”. Ho apprezzato il progetto “Il Cantiere Del Suono”. Tifo per l’iniziativa “Progetto Paese”, un po’ svanita ma ultimamente un po’ divampato in un convegno sul tema “Il Comune Una Casa Di Vetro – Il codice etico e la pubblica amministrazione “. Mi piace la forte protesta per la variante s.s.106 come anche la lotta continua per un lungomare, però non solo più bello, ma anche meno per l’auto e più in armonia con la natura e la salute del uomo. Mi riempie di grande tristezza il fatto che lo drammatico stato di abbandono del quartiere Maietta e con esso dell’intero Centro Storico non abbia una forte contro-voce pubblica sul luogo. Ci ha piaciuto decenni fa di acquistare una casa antica proprio lì. Nel corso degli anni, l’abbiamo costantemente ampliata e poco fa abbiamo anche restaurato la casa natale di mia moglie, pochi metri distante dal cantiere problematico “Rupe Maietta”. Non ci siamo mai fatti impressionare dalle voci che dicevano: “Siete pazzi a costruire in mezzo di questo abbandono?” Invece siamo dalla parte di coloro che dichiarano: “È bello che abbiate il coraggio di creare proprio lì qualcosa di piacevole e invitante!” Siamo grati e contenti che i nostri figli potevano crescere proprio in questo quartiere, conquistando con i suoi amici le loro radici tra viuzze e piazzette, “catoji”, palazzi, ville e chiese, fiumi e boschi, nell’aria pura tra mare e montagna e nel centro di un patrimonio cosi prezioso ed amabile. Ci ha reso forte loro e tutta la famiglia e finché le nostre ossa ci porteranno e i nostri cervelli funzioneranno, faremo del nostro meglio per Caulonia, anche da lontano. Abbiamo capito che solo un borgo abitato e curato è un borgo attrattivo anche per visitatori che cercano sempre il contatto con i cittadini, un borgo dove attardarsi può essere sia istruttivo che molto piacevole e che non viene soltanto assalito per divertirsi un po’ e poi buttato via come un giocattolo rotto … una lezione che Caulonia deve interiorizzare profondamente. Magari, cari lettori, anche voi vorreste tornare alle vostre radici, riconquistare il Lungomare, la Valle d’Allaro e il Centro Storico come tanti altri luoghi, riconquistare i valori di una vita genuina e responsabile. Attivate tutti i sensi, aprite gli occhi, guardate un po’ intorno a voi, ascoltate per un attimo il vostro cuore e poi prendete il cuore in mano e fatelo! Non lasciatevi fermare da niente e nessuno. E non aspettate che qualcuno vi ringrazia, invece sentite, come noi, l’abbraccio caloroso dei nostri cari antenati che sarà l’inizio di una vera festa infinita!
All’inizio ho relazionato su coloro che vivono nel quartiere Maietta e che non trovano pace a causa del caos amministrativo e politico. Possiamo trovare la pace, a Caulonia come anche nella patria (Gaza/Palestina) del suo santo patrono Ilario di cui parliamo e cantiamo, però solo se, a partire da ogni singola persona, diventeremo migliori di troppi nostri politici. Siamo chiamati di investire nella pace, trasformando quotidianamente parole e canti in azioni piccoli e grandi per la pace tra di noi, tra noi e la natura, tra noi e il nostro patrimonio storico. Investimenti tanto mentale quanto materiale, con investimenti privati, piccoli e grandi (eccetti coloro i cui soldi puzzano), per vie, piazze ed edifici, per la bellezza del nostro paese, per il benessere comune e per la pace e il progresso sociale. Bisognerebbe ritornare ad essere meno showmen/baracconisti e consumatori e più apprendenti, istruttori e facitori. Ognuno come può, ma soprattutto bisogna essere più bravi a riconoscere i falliti politici e punendoli alle urne, prima che possano causare danni.
Credo in un Caulonia di “piccoli e grandi investitori di buon cuore”, coraggiosi e all’altezza delle loro parole, un Caulonia sincero e attento che attualmente invece assomiglia troppo ad una capra che viene continuamente munta ma non riceve cibo e alla fine muore miseramente, insieme al resto del gregge. E i buoni pastori? Anche loro ci sono! Basta riconoscerli … tra una festa e l’altra.