Gioiosa Ionica, Panetta si candida alla segreteria provinciale del PD: “Serve una politica vicina alla gente”
di Francesco Violi
Qualche giorno fa nel circolo PD di Gioiosa Ionica si è svolto un incontro in cui sono stati invitati tutti gli iscritti e i presidenti dei circoli della zona per presentare la candidatura di Peppe Panetta a segretario provinciale, accolto dal presidente della sezione locale Enrico Tarsia. In vista delle prossime elezioni regionali e, successivamente, anche delle politiche, il candidato ha illustrato le iniziative per sensibilizzare la popolazione che ormai vive distante dalla politica quasi rassegnata a convivere con i propri problemi e non crede più che possano essere risolti con una svolta, con un cambiamento di prospettiva, rispetto a quella proposta dagli attuali governanti regionali e nazionali.
E’ seguito un breve dibattito in cui sono intervenuti i rappresentanti dei circoli presenti che hanno fatto qualche esempio degli atavici problemi che attanagliano la nostra regione come il lavoro, l’emigrazione giovanile e la mancanza di infrastrutture strategiche. Non solo ma, come Panetta ha ribadito guardando alla situazione internazionale, è necessario prendere una iniziativa per la pace, è necessaria una manifestazione nella nostra regione, non in contrapposizione agli altri partiti politici, perché la pace è di tutti, ma per sensibilizzare la popolazione che sembra vivere come normale una situazione internazionale in cui avviene di tutto, con la violazione delle più elementari forme di convivenza pacifica in nome di una “sicurezza” che sembra più uno slogan per spingere la corsa verso il riarmo, fine a se stesso, che una protezione da minacce concrete.
I nostri governanti ormai vogliono reprimere qualsiasi manifestazione anche la più pacifica e innocente, contro gli interessi dei lavoratori, contro qualsiasi iniziativa, infatti loro, con l’ennesimo decreto sicurezza Salvini, si ritengono depositari della verità per cui non è più necessario manifestare: loro fanno il meglio per noi sia in ambito nazionale che in internazionale. Noi, invece, riteniamo che la manifestazione pacifica, sia un diritto inalienabile e bisogna ascoltare le voci che vengono dal basso.
Ormai si fa polemica su tutto, se fai una manifestazione per difendere il posto di lavoro, sei manipolato dalla sinistra, se fai un corteo con le bandiere palestinesi per la pace in Palestina sei antisemita, se protesti contro il riarmo o non sei d’accordo a portare la spesa al 5% del PIL, mentre prima era sotto il 2%, sei contro l’America e a favore degli stati “canaglia”. Sembra, invece, molto evidente che le armi, siano il modo per alimentare l’industria di morte, non come dice la Premier “ se vuoi la pace devi preparare la guerra”. Poi con l’aumento delle spese militari qualche settore come la sanità, la scuola e altri legati alle esigenza dei cittadini verranno sacrificati peggiorando lo stato sociale.
A volte sono le iniziative non prese che fanno male: è inaccettabile che per compiacere agli “amici” bisogna accettare e giustificare le loro decisioni anche quando sbagliano. Non è possibile restare in silenzio di fronte al “ genocidio” di Gaza (non possiamo chiamarlo in altro modo), non possiamo dire soltanto che non siamo d’accordo sulle strategie di Netanyahu bisogna che la smetta e cambi azione e obiettivi, bisogna dire che siamo assolutamente contrari all’azione che ha intrapreso contro l’Iran proprio nel bel mezzo di una trattativa condotta dagli Americani sul nucleare e ancora peggio siamo contrari all’intervento di forza, ipocrita e inopportuno, degli stessi americani che, se ancora ne avevano un po’, hanno perso totalmente di credibilità di fronte al mondo. Siamo allibiti a sentire le parole del premier tedesco Merz che ha detto “Israele sta facendo in Iran il lavoro sporco per noi” ma chi glielo ha chiesto? Quale vantaggio possiamo avere noi se l’Iran interrompe il suo programma nucleare? Non possiamo auspicare il cambio di regime, magari perché nel paese non sono rispettati i diritti delle persone, chi siamo per esercitare un tale arbitrio? In passato recente sono stati commessi errori madornali in Libia in Algeria, ma la lezione non è stata sufficiente. Intanto, nonostante le minacce verso lo stato di Israele, l’Iran non ha mai attaccato per primo, e i rapporti con gli altri stati nel mondo non sono pessimi: si poteva trovare un accordo, quale minaccia può costituire per l’Europa? forse ci si riferisce al terrorismo, un altro modo per far vivere nell’ansia le nostre popolazioni usato da i governanti populisti per raggiungere i loro scopi, sempre gli stessi: vendere più armi.
Lo stato di Israele, creato dal nulla dagli Americani dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, per dovere morale verso i superstiti della Shoah, ha prodotto grande scompiglio nella regione mediorientale, gli stati arabi sono stati sempre contrari e hanno combattuto guerre (vedi guerra dei sei giorni 5-10 giugno 1967, e guerra del Kippur 6-25 ottobre 1973) contro lo stesso Israele fin dalla sua formazione nel 48’ , ma negli anni, con la maggior parte di essi si è raggiunto un accordo con la mediazione dell’ONU. Israele è stato riconosciuto da tutti tranne che dall’Iran, lo Yemen e dai Palestinesi, già a completare l’opera dovrebbe nascere uno stato di Palestina indipendente, e i due stati Israele e Palestina dovrebbero riconoscersi a vicenda lasciando da parte odi e terrorismo ma, per interessi diversi da parte dei due stati e di quelli che dovrebbero mediare, il processo non è mai stato concluso facendo accentuare le controversie, gli atti di terrorismo sempre più efferati e le reazioni ormai inaccettabili da parte dei governanti Israeliani. Ormai è chiaro che l’obiettivo di Netanyahu non è quello di sconfiggere Hamas: la distruzione totale della striscia di Gaza con il relativo sterminio quotidiano di parte della popolazione sia con le armi che con la fame con l’impedimento della distribuzione del cibo mira a scacciare i Palestinesi dalla striscia di Gaza come dalla Cisgiordania. Ma essi non possono uscire dal loro territorio per cui Netanyahu spera che qualche stato Europeo o magari la Russia si prenda la briga di accogliere, contro la loro stessa volontà, i palestinesi compresi i terroristi per liberarsi una volta per tutte, secondo lui, del problema. Non gliene frega niente nemmeno degli ostaggi, se sono ancora vivi, e probabilmente nemmeno dello stesso stato di Israele, quello che interessa a lui come a tutti i dittatori è il successo personale. Ma la cosa più grave è che tutto questo succede sotto i nostri occhi, viviamo tutto come se è una cosa normale. Storicamente abbiamo condannato le azioni di Hitler e di altri abbiamo combattuto per la libertà, per l’indipendenza delle nazioni abbiamo almeno in Europa creato una comunità che avrebbe dovuto garantire la pace e la democrazia oltre che il benessere economico, anche se il processo di unione politica ed economica non è concluso anzi è stato notevolmente rallentato, se non interrotto, nell’ultimo periodo con la presa di potere dei populisti ( che possiamo ormai chiamare fascisti) Abbiamo condannato e reagito contro l’azione della Russia in Ucraina, aldilà delle ragioni di fondo di questa guerra, ma non facciamo nulla per bloccare l’azione di Israele! Non possiamo intervenire contro la Russia, ma contro Israele si, possiamo bloccare la fornitura di armi dobbiamo far valere la voce nostra voce di Europei perché, in questo periodo, l’America è politicamente allo sbando senza una voce autorevole ma soprattutto totalmente incoerente nelle scelte. Se a tutto ciò si aggiunge la totale inefficacia dell’azione dell’ONU (organizzazione completamente screditata dalla destra americana) non succede proprio nulla, come se la cosa non interessa i nostri governanti. Essi si preoccupano di assicurare la popolazione che non interverranno militarmente nelle guerre, già almeno per quanto Italia forse non conoscono la Costituzione che ce lo impedisce ( art.11 ) tanto in questi ultimi tempi l’hanno ignorata totalmente con le leggi e decreti che continuano a imporci, ma si preoccupano di non calpestare i piedi all’ebraico Netanyahu e al suo amico Trump “perché sono nostri alleati”, perché gli Ebrei hanno subito lo sterminio nazista, non dobbiamo suscitare la loro indignazione nemmeno quando da vittime sono diventati, tramite il loro Leader, sterminatori!