Violi: “La pace è finita, governano i despoti e l’umanità arretra”

Violi: “La pace è finita, governano i despoti e l’umanità arretra”

di Francesco Violi

Qualche tempo fa abbiamo parlato della fine delle democrazie  nel mondo con l’avvento di poteri autarchici nelle mani di farabutti che il popolo ha eletto, stanco di politiche poco incisive e timide di leader incapaci di adeguarsi ai cambiamenti. Allora si eleggono in tutto il mondo leader reazionari vedi Trump, Netanyahu, Putin, Orban ecc. nella speranza di contrastare i cambiamenti, la globalizzazione delle merci, di rafforzare il potere di acquisto delle famiglie meno abbienti, di aumentare la sicurezza  specie per chi vive in città. E perché no, portare più pace nel mondo. 

Risultato: tutto l’opposto! I leader di cui sopra sono cattivi compresa l’Italiana , guardano i propri interessi, per prima cosa si sentono privilegiati e cercano di favorire una classe di persone più ricche a discapito di quelle povere, sono riusciti a mandare in confusione i mercati globali con dazi  annunciati, applicati e non;  vani sono i tentativi di rilanciare le produzioni industriali nazionali. Insomma un tentativo di ritorno al passato mentre il mondo  con il progresso tecnologico, e in particolare con l’ AI va da tutt’altra parte. Gli effetti di queste azioni si cominciano a sentire: il numero di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese è aumentato, ad incidere è soprattutto il costo dell’energia e l’aumento sproporzionato degli affitti. Ai leader questo non interessa, in alcuni paesi come l’Italia per mantenere buona la popolazione oltre a introdurre norme restrittive sulle manifestazione si promettono sussidi alle famiglie più povere per pagare le bollette. Si provi a richiedere un sussidio, le difficoltà burocratiche sono tali da scoraggiare chiunque, è più facile trovare un secondo lavoro per arrotondare gli stipendi da fame! L’aumento dell’inflazione è comunque maggiore di quello delle retribuzioni per cui il potere di acquisto diminuisce negli anni. Agli italiani si racconta la barzelletta del centro di espulsioni in Albania mentre l’opposizione, non sa dire altro, che quei soldi potevano essere immessi nella sanità per accorciare le liste di attesa degli esami. Diremmo noi se il governo invece di occuparsi di espulsioni di preoccupasse dei ricercatori, usando quella stessa cifra, di quei 180.000 italiani  che ogni anno, dopo studi costosi a carico nostro, vanno a lavorare all’estero: quanti di loro potrebbero rimanere in Italia finanziando i Centri di Ricerca e le Università?  Intanto si è votato per un referendum che non interessava quasi nessuno, cinque quesiti quattro quesiti di dubbia efficacia sul lavoro e uno sulla cittadinanza che non interessava nemmeno gli stranieri che doveva favorire. Essi una cittadinanza ce l’hanno comunque, figurarsi se vogliono avere quella Italiana, un paese che, almeno da quanto racconta la politica al potere, non li vuole proprio!      

 Un quesito corretto sarebbe stato l’introduzione dello “ius-soli”, non lo “ius-scholae” come il ministro Tajani   vorrebbe introdurre dopo dieci anni di scuola, perfettamente inutile perché non favorisce quel milione  di apolidi senza diritti, limitati negli studi, senza carta di identità, né passaporto, che non possono spostarsi liberamente. Forse i figli di cittadini Italiani che nascono in Italia per essere iscritti all’anagrafe devono fare l’esame di italiano da neonati… che differenza passa tra loro e i figli di coppie straniere che hanno la sfortuna di nascere nel nostro paese? L’Italia in materia ha la legislazione più vergognosa razzista che è stata introdotta più di 30 anni fa: la Bossi-Fini, poi inasprita negli anni dai “nazifascisti” della lega, Salvini in primis, con i suoi decreti sicurezza. La legge andrebbe cancellata assieme ai decreti satelliti. Perché un ragazzo, nato in Italia, per diventare cittadino italiano, anzi per liberarsi dalla sua condizione apolide, se riesce a districarsi nell’asfissiante iter burocratico,  deve attendere il diciottesimo compleanno? A diciotto anni una parte della sua vita è trascorsa, vissuta, senza colpa, in modo penalizzante rispetto ad altri? La domanda corretta in un referendum dovrebbe essere “Volete eliminare quelle norme che  limitano i diritti di cittadini nati in Italia da coppie straniere, in particolare quella che impedisce di essere iscritti all’anagrafe Italiana” ma questa richiesta forse doveva essere fatta quando l’attuale opposizione era al governo, quando andava a votare più del 50% degli italiani. Quando, invece di interessarsi di legge elettorale per anni per partorire infine una schifezza, voluta quasi esclusivamente dalle destre, che scoraggia la maggior parte di cittadini consapevoli ad avvicinarsi ai seggi. Si dovevano, allora, interessare di problemi che attentano alle libertà individuali in contrasto peraltro con la Costituzione. 

Per quanto riguarda il resto i despoti al potere interferiscono notevolmente contrastando ferocemente le norme che dovrebbero combattere i cambiamenti climatici sono contro il Green-deal vogliono aumentare a dismisura le fonti fossili petrolio e gas naturale, nello stesso tempo Trump vuole cacciare gli Americani di “recente” origine straniera pienamente integrati nel tessuto sociale e produttivo del paese, oltre all’espulsione dei ricercatori stranieri dalle Università. Almeno in America qualcuno si ribella, viste le proteste di Los Angeles e degli studenti di Harvard!

Qualcuno per interferire con il progresso sociale scatena sempre più guerre: in passato i regimi totalitari hanno sempre portato a tragedie che hanno portato morte e carestie per soddisfare il desiderio di onnipotenza di leader privi di scrupoli che per raggiugere i propri obbiettivi non hanno esitato a sacrificare la popolazione. Oggi succede la stessa cosa: La Russia scatena la guerra contro un paese sovrano “per la sua sicurezza” dicono Putin e i suoi, come se qualcuno avrebbe voluto far loro la guerra!  Netanyahu da parte sua, alleato con l’occidente, sta mettendo a ferro e fuoco con una reazione totalmente sproporzionata all’azione ignobile del 7 ottobre 2023 contro il  suo territorio. Inutile negare che gli ebrei da perseguitati, tramite il loro despota, sono diventati persecutori: l’antisemitismo non c’entra! Che senso ha bombardare incessantemente la striscia di Gazza e uccidere decine di migliaia di civili per colpire pochi terroristi? Che senso ha bombare un paese sovrano come l’Iran alla vigilia di un accordo sul nucleare e di probabile non belligeranza che avrebbe risolto la questione una volta per tutte?  La globalizzazione del progresso è stata minata per sempre.

Al posto suo è stata introdotta la globalizzazione delle guerre. Il progresso tecnologico è ormai  tutto teso a produrre arme di uccisione e distruzione di strutture in modo indiscriminato, contro qualsiasi accordo internazionale. Viviamo ormai in un’economia di guerra anche se molti cittadini  sono assuefatti e non hanno ancora ben compreso la gravità della situazione. È inutile che il nostro ministro degli esteri cerca di tenere buono il leader israeliano e gli chiede di passare alla diplomazia. Bisogna passare alle maniere forti e di interrompere le relazioni diplomatiche con un assassino e le forniture di armi. Meglio se a tirarsi fuori è l’Europa nel suo insieme: come si può fare ad appoggiare un criminale che per qualche kilometro quadrato di territorio nega l’esistenza dello stato Palestina che risolverebbe la maggior parte dei problemi. Come può pretendere, Netanyahu, di eliminare il programma nucleare iraniano quando i laboratori sono costruiti sottoterra dove le bombe più penetranti non arrivano! Ma se non è riuscito in due anni di guerra a sconfiggere una organizzazione terroristica arroccata in un territorio esteso mediamente come uno degli 8000 comuni italiani? Come può pretendere di devastare e sconfiggere un paese esteso più di cinque volte l’Italia? Forse spera di sollevare la popolazione contro il regime ma sicuramente per ogni leader ucciso ci saranno altri a prendere il suo posto, la guerra crea nemici, non ci sarà pace senza accordo: è necessario fare accordi anche con chi la pensa diversamente, ma soprattutto bisogna rispettarli nel tempo. 

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