Aiello: “Le persone che denunciano misfatti contro l’umanità diventano terroristi e coloro che li compiono sono gli eroi salvatori”

Aiello: “Le persone che denunciano misfatti contro l’umanità diventano terroristi e coloro che li compiono sono gli eroi salvatori”

Le tattiche coloniali di dominio sui popoli, da sempre, seguono le stesse linee di una logica barbara e brutale. Dappertutto nel mondo, i disegni colonialistici sono impostati non solo sulla conquista fisica di terre e strutture, ma anche sulla cancellazione dell’identità, sottomissione e smembramento della collettività, sulla rimozione, insomma, di ogni segno di futuro. Per una potenza colonizzatrice violenta, ‘un bambino con un libro o un sogno è più pericoloso di qualsiasi arma’. Ecco perché i bambini a Gaza sono i più esposti al genocidio. E’ ormai una strategia della politica governativa di Israele. Uccidere i bambini. Dal 1948, la pulizia etnica dei palestinesi non si è mai fermata. Le morti brutali perpetrate con ogni mezzo, mancano volutamente dalle pagine e dagli schermi dei media occidentali perché è tutto parte del progetto di sterminio del popolo palestinese a opera dell’attuale stato terrorista di Israele. Questo storico e disumano massacro genocida appoggiato dall’occidente nella striscia di Gaza è giunto, ormai, nella sua fase più funesta e distruttiva, il crollo sociale. Nella comunità palestinese, da decenni assediata e bombardata, ma che nonostante tutto registra una alfabetizzazione abbastanza alta, l’istruzione dei giovani non rappresenta solo un simbolo di sopravvivenza, potrebbe essere soprattutto strumento di liberazione. I giovani potrebbero essere i futuri combattenti per la libertà. Per questo la loro uccisione come danno collaterale è solo una evidente balla colossale. E’ il disegno premeditato di bloccare sul nascere le future generazioni di cittadini palestinesi che sarebbero una minaccia per uno stato coloniale quale è Israele congegnato sull’annientamento dell’identità palestinese.

Francesca Albanese, però, una giurista italiana,originaria di Ariano Irpino (AV), di cui andare veramente fieri, nominata, nel 2022 dall’ONU, relatrice speciale per i territori palestinesi, dall’alto della sua infinita umanità e facendo valere il proprio profilo professionale, si dedica con grande energia in un impegno continuo e incessante, ma scomodo per i criminali nazisionisti, per tutelare i diritti umani dei cittadini di Palestina. Tante sono le sue denunce pubbliche sui soprusi che lo stato di Israele consuma nei confronti dei palestinesi per aver trasformato la Cisgiordania in una prigione a cielo aperto e arrestato migliaia di bambini.

Molti sono pure gli inviti da lei rivolti alla comunità internazionale affinché si metta fine allo sterminio in atto e si valuti secondo il diritto internazionale, scevri dal pregiudizio politico, l’azione di Hamas. Denuncia insistentemente Israele e tutti gli stati complici, per i crimini indicibili che continuano a commettere senza impedimento alcuno. Bombardamenti, distruzioni, saccheggi, assassini di massa, uccisioni di bambini, devastazioni di ospedali, occupazioni forzate, demolizioni di abitazioni e infine il crimine più infame e indegno per un essere ‘umano’: Sparare disinvoltamente a raffica sulla gente, specie bambini, quando sono in fila per un cucchiaio di riso e una bottiglia d’acqua. Genocidio, insomma. Ultimo intervento di Albanese in ordine di tempo è la stesura di un memorandum, vera bomba atomica contro la masso-mafia anglogiudaicoamericana, in cui elenca aziende, imprese multinazionali, banche e società finanziarie americane ed europee che traggono grandi profitti da tutto ciò, operando come soci strategici nella conduzione degli impianti di intelligence, nel rifornimento di armi e nell’approvvigionamento di mezzi pesanti, ruspe e bulldozer per ridurre l’intero territorio in ammassi di detriti, dietro cui si nasconde un più ampio progetto di speculazione immobiliare.

Si capisce, allora, come l’unica vera soluzione rimane il boicottaggio e l’interruzione dei rapporti commerciali e istituzionali da parte degli stati. Un sistema che fece paura al Sudafrica al tempo dell’apartheid e che fa paura adesso a Israele. Per tutto questo Francesca Albanese sta subendo campagne diffamatorie e anche minacce di morte e alla fine sono arrivate anche le sanzioni da parte dello sceriffo di Washington. Purtroppo questo, è un mondo davvero bizzarro se le persone che denunciano misfatti contro l’umanità diventano terroristi e coloro che li compiono sono gli eroi salvatori, se un campo di concentramento è descritto come area umanitaria e uno schizzato paranoide viene proposto, da altri schizzati, come candidato al premio Nobel per la pace, se Israele è considerato un esempio di democrazia e Francesca Albanese viene definita una pericolosa massimalista.

Amnesty International ha condannato ufficialmente le sanzioni contro Francesca Albanese e per mezzo di una dichiarazione ufficiale ha affermato: “Questo è un vergognoso e trasparente attacco ai principi fondamentali della giustizia internazionale. I relatori e le relatrici speciali non sono nominati per piacere ai governi o per avere popolarità ma per svolgere il loro mandato. Quello di Francesca Albanese è di promuovere i diritti umani e il diritto internazionale, un’azione essenziale in un momento in cui è in gioco la stessa sopravvivenza delle persone palestinesi nella Striscia di Gaza occupata. Queste sanzioni sono state emesse appena pochi giorni dopo che Francesca Albanese aveva pubblicato un suo nuovo report in cui descrive come le aziende abbiano tratto profitto dall’occupazione illegale da parte di Israele, dal suo brutale sistema di apartheid e dal suo genocidio tuttora in corso nella Striscia di Gaza. Gli stati devono vigorosamente respingere queste sanzioni vergognose e vendicative ed esercitare le massime pressioni diplomatiche sul governo statunitense perché siano annullate.

Le Nazioni Unite, a loro volta, devono sostenere pienamente Francesca Albanese in quanto esperta indipendente nominata dal Consiglio Onu dei diritti umani. I governi del mondo e tutti coloro che credono in un ordine basato sul rispetto delle regole e del diritto internazionale devono fare tutto il possibile per mitigare e bloccare gli effetti delle sanzioni contro Francesca Albanese e, più in generale, per proteggere il lavoro e l’indipendenza delle relatrici e dei relatori speciali”. Tuttavia la vicenda ha fatto scattare una forte solidarietà e un grande sostegno pubblico a Francesca Albanese, di politici, cattedratici, intellettuali e soprattutto gente comune per il coraggio con cui si è posizionata a favore della lotta palestinese e contro il genocidio in atto in una dimensione internazionalista per una giustizia mondiale, per la pace e i diritti di tutti.

Pasquale Aiello

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