Il vespaio
Di Francesco Violi
L’estate è arrivata all’improvviso dirompente e implacabile come da parecchi anni a questa parte ormai, qualcuno parla di record di temperatura, legato ai cambiamenti climatici, altri sono preoccupati dall’invasione di specie aliene provenienti quasi sempre da oriente: insetti parassiti, zanzare, vespe che possono rovinare le nostre ore di svago e i raccolti. Esiste un tipo di vespe autoctono che costruisce il suo favo vicino alle nostre strutture in luoghi poco frequentati, generalmente su cespugli sempre verdi ma talvolta su qualche manufatto umano, come la carcassa di un mobile o di elettrodomestico depositato temporaneamente in giardino. Quando un umano si trova a passare vicino viene attaccato dalle vespe che difendono la loro casetta strenuamente. La letteratura si spreca su come liberarsi del problema senza essere punti: qualcuno consiglia di usare rimedi chimici come spray tossici, altri consigliano il fuoco rischiando di provocare vasti incendi, vista la stagione calda, ma esiste un rimedio low cost diremmo, efficace e quasi immediato. Basta avvicinarsi lentamente con un bastone lungo e assestare un colpo secco alla casetta di carta, che schizza lontano, scappando per non essere punti. Le vespe dopo qualche minuto pur aggirandosi intorno al luogo dove avevano costruito il nido non sono più aggressive: non hanno nulla da difendere. Sono vive e andranno altrove a ricostruire il loro favo.
Ma il metodo non è una novità, nel mondo c’è chi lo adotta sistematicamente da anni, e non a basso costo, per liberarsi di altri uomini, abitanti di Stati con regimi differenti dal proprio, cercando di annettere al proprio territorio parti o intere nazioni o istaurare un regime consono ai suoi principi. Lo hanno adottato gli Americani quando hanno cercato di liberarsi del regime di Gheddafi in Libia o di portare la “democrazia” in Algeria. Tentativi miseramente falliti in quanto hanno creato solo caos. Lo hanno fatto i Russi con la Siria: hanno raso al suolo tutte le strutture umane costringendo alla diaspora una popolazione stremata senza però piegare e “russificare” quei pochi rimasti che adesso stanno cercando di uscire dalla lotta armata per ricostruire uno stato riconosciuto a livello internazionale. Hanno fallito i Russi e gli Americani in Afghanistan, in periodi diversi, dove adesso i Talebani hanno preso il comando in violazione dei più elementari diritti umani e delle donne. La cosa piace tanto al despota Putin che riconosce il regime, autoritario come il suo, e cerca di tirare acqua al proprio mulino. Ma i Russi hanno adottato la stessa procedura con la Cecenia con la Georgia dove hanno, dopo eccidi vari di cui sappiamo poco, hanno istaurato regimi fantoccio servili e consoni alle proprie ideologie.
Forti di questi apparenti successi i Russi hanno attaccato l’Ucraina nel 2022 e dopo un breve effetto sorpresa si sono ritrovati a dover combattere una guerra di logoramento per conquistare e annettersi un territorio ricco di materie prime: la tecnica è sempre la stessa: radere al suolo intere città, monumenti, infrastrutture, fabbriche uccidere più persone possibili in modo che quelli rimasti non abbiano niente da difendere: un territorio devastato e inquinato da migliaia di residui tossici di bombe, che nella più ottimistica delle ipotesi, rimarrà invivibile per centinaia di anni non vale il sacrificio di essere difeso! Si cerca di annientare l’identità culturale del popolo ucraino oltre alla sua economia: Putin dice che ucraini e russi sono popoli fratelli, non ha senso tenerli separati… Certo sono indistinguibili i filorussi, che fanno la spia al soldo di Mosca per colpire i siti sensibili e le difese, dai cittadini onesti!
Fra 30 anni (o forse di più), quando finirà la guerra con la capitolazione totale dello stato aggredito, quando i gli attori saranno diversi da quelli attuali, ormai deceduti, i sopravvissuti nelle stazioni della metropolitana di Kiev verranno giustiziati assieme ai collaboratori e Mosca avrà la sua vittoria contro un occidente incapace di adottare una strategia efficace per fare valere le proprie ragioni, il disarmo e la pace.
In medio oriente succede la stessa cosa anche se su scala territoriale estremamente ridotta rispetto all’Ucraina. Nessuno riesce a fermare l’azione di Netanyahu che ha ridotto la striscia di Gaza in un cumulo di macerie e persevera nel genocidio dei Palestinesi: vuole costringere gli abitanti rimasti ad andare via lasciare campo libero, sbarazzarsi una volta per tutti del problema: tanto ormai non hanno nulla da difendere, perché dovrebbero rimanere? Hamas è solo un pretesto, perché altrimenti non chiedere ai terroristi di deporre le armi permettendo loro una via di fuga? Pare che l’altro pazzo, Trump, abbia appoggiato la sua idea balorda. Qualcuno penserà che confrontare l’azione devastante dei due despoti per liberarsi e rendere innocui i nemici con quella contro il vespaio sia inappropriata e impietosa. Ma c’è un’unica differenza l’eliminazione del vespaio non mira ad uccidere le vespe (a parte qualche larva rimasta nel favo) ma a renderle innocue, mentre l’azione dei due despoti, oltre radere al suolo intere città, tende ad fare più vittime possibili. E sono essere umani… Per qualcuno!
E in Italia, siamo forse spettatori indifferenti anche se appoggiamo o l’uno o l’altro dei contendenti?
In Italia la devastazione è più subdola e riguarda le coscienze, non è cruenta, non ci sono moti di piazza ormai rimossi per legge, ma è il modo di vivere e i diritti ad essere calpestati: l’aumento del divario tra ricchi e poveri, l’abbandono sistematico della sanita pubblica, per favorire quella privata, che aggrava la situazione ormai ventennale che ha imposto le spese a carico delle regioni. L’abbandono della scuola, soprattutto la limitazione al diritto allo studio che si si è venuta a creare con l’aumento degli affitti nelle grandi città dove molti proprietari di case preferiscono affittare ai turisti ( Arbnb) piuttosto che agli studenti. Già l’istruzione non è la priorità di un governo di ignoranti che aderiscono ad ideologie sovraniste e non conoscono principi morali di convivenza e giustizia sociale. Non vogliono gente istruita perché le persone colte scoprono gli altarini e le contraddizioni cambiando strada immediatamente! In poche parole una persona istruita non voterebbe per loro. Ma è soprattutto l’infiltrazione nella compagine politica della mafia “dei colletti bianchi” che porta ad un livello di corruzione insostenibile e legami occulti con le organizzazioni criminali esterne, mentre le continue riforme della giustizia garantiscono impunità per i reati più gravi. Le forze dell’ordine, cosi elogiate dai rappresentanti del governo, servono ormai per riempire le carceri di ubbriachi ed extracomunitari arrestati per schiamazzi, di qualche spacciatore, reati minori. Intanto i nostri giovani e anche meno giovani, sempre meno istruiti, si affidano alla tecnologia per risolvere i propri problemi, tecnologia che sanno usare, ma che non comprendono, fatta da altri, usata meglio da qualcuno per manipolarli. Spesso fanno uso di sostanze proibite e pericolose, e mettono gli aperitivi e la movida al di sopra di ogni cosa. Non si accorgono che un esercito di manipolatori “bocchiniani”, sempre in campagna elettorale, schierata e rifocillata da esponenti del governo, stravolge le notizie condizionando le loro scelte.
Ma non si accorgono nemmeno i giornalisti indipendenti e le opposizioni pronti a dare battaglia alle singole scelte inopportune della compagine governativa, come se esse fossero errori fatti in buona fede da un governo che fa il bene della nazione, non, come è più probabile, gli interessi dei singoli!
Ora, mentre il mondo va a rotoli, ci si preoccupa di contrastare i dazi di Trump che sarebbero il male assoluto per la nostra economia; mentre si fanno conferenze inutili sulla ricostruzione di uno stato costantemente bombardato come se la guerra, che potrebbe durare 50 anni, si concludesse domani. Il vero problema della nostra economia è il costo finale dell’energia che mette in ginocchio le famiglie, ma anche le imprese industriali che, non solo non riescono a innovarsi, ma non riescono a sostenere la produzione, anche per mancanza di personale. (A proposito qualcuno ha capito cosa intende l’ultimo spot sulla distribuzione finale dell’energia alle utenze e chi lo propone?) Né il governo, né le opposizioni, né i sindacati si prendono carico del problema. E in Calabria cosa succede? Di recente ci si è accorti che non si riesce a spendere i soldi del PNRR, come in passato è capitato per i fondi strutturali. Perderemo ancora questo ultimo treno!