La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina
Notizia tratta da Ansa.it
“La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina”, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, a settembre: lo ha annunciato ieri sera il presidente francese, Emmanuel Macron, sui social media, facendo infuriare Israele, suscitando la condanna degli Stati Uniti, ma l’apptr0ovazione di Arabia Saudita e Spagna, mentre per ora frenano Londra e Berlino.
“Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina.
Farò l’annuncio formale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il prossimo settembre”, ha scritto il capo di Stato francese su X e Instagram.
Se per il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, è “una vittoria per la causa palestinese”, la decisione di Macron ha suscitato immediatamente l’ira di Israele, il cui ministro della Difesa, Israel Katz, ha affermato in serata che la decisione della Francia di riconoscere la Palestina come Stato rappresenta una “resa al terrorismo”.
“Invece di stare al fianco di Israele in questo momento di prova, il presidente francese sta agendo per indebolirlo”, ha scritto Katz su X, come riporta il Guardian. “Non permetteremo la creazione di un’entità palestinese che danneggerebbe la nostra sicurezza, metterebbe in pericolo la nostra esistenza e minerebbe il nostro diritto storico alla Terra di Israele. Siamo tutti uniti per prevenire questo grave pericolo”, ha aggiunto il ministro israeliano. Ferma condanna anche da Washington: “Gli Stati Uniti respingono fermamente il piano” del presidente francese “di riconoscere uno Stato palestinese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite”, afferma il segretario di Stato, Marco Rubio. “Questa decisione sconsiderata non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace. E’ uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre”, aggiunge il segretario di Stato americano su X.
L’Arabia Saudita ha accolto con favore la decisione “storica” di Macron e ha invitato gli altri Paesi ad adottare “analoghe misure positive”. E il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha salutato la scelta francese: “Plaudo che la Francia si unisca alla Spagna e ad altri Paesi europei nel suo riconoscimento dello Stato di Palestina”, ha scritto il capo del governo socialista su X. “Tutti noi dobbiamo proteggere quello che Netanyahu sta cercando di distruggere”, scrive Sanchez nel messaggio. “La soluzione dei due Stati è l’unica soluzione”, conclude nel testo, con il quale ha condiviso la lettera inviata da Macron al presidente palestinese.
Frenano Germania e Regno Unito. “Il governo federale tedesco non ha intenzione di riconoscere uno Stato di Palestina nel breve termine”, e quindi non seguirà la decisione della Francia: è quanto ha dichiarato il portavoce del governo di Berlino, Stefan Kornelius nel corso di un confronto online con la stampa. Ad avviso di Berlino, solo una soluzione “negoziata” tra le due parti può determinare “pace e sicurezza per israeliani e palestinesi”. Ecco perché Berlino “non ha intenzione di riconoscere uno Stato palestinese nel breve termine”. Il governo tedesco continuerà comunque a fare pressioni “per una tregua” affinché gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, che “dev’essere disarmata”, possano essere liberati. In secondo luogo, occorre “migliorare la “catastrofica situazione umanitaria a Gaza”, in particolare Israele “deve fornire alla popolazione civile l’assistenza urgente e necessaria”. In terzo luogo, è necessario definire “una prospettiva politica sostenibile per la Striscia” e, infine, va evitato qualsiasi passo ulteriore per “l’annessione della Cisgiordania”. Su tutto questo, il governo tedesco è d’accordo con Francia e Regno Unito come pure con gli altri partner nella regione, “a prescindere dalle ben note divergenze di opinione sulla questione di quale sia il momento giusto per il riconoscimento”.
Da parte sua, il governo laburista britannico del moderato Keir Starmer resta per ora cauto su un riconoscimento formale dello Stato palestinese dopo la decisione di Macron, che è atteso oggi da una call a tre con lo stesso Starmer e con il cancelliere tedesco Merz dedicata all’emergenza Gaza. Interpellato oggi al riguardo, uno dei membri senior del gabinetto, il ministro della Scienza, Peter Kyle, ha assicurato che Londra resta impegnata a riconoscere la Palestina. Ma non si è sbilanciato su alcuna scadenza temporale, rinviandolo a quando “saranno raggiunte le condizioni della statalità”. Kyle ha poi precisato alla Bbc che la chiamata odierna a tre con Macron e Merz, promossa ieri da Starmer, sarà focalizzata “sull’emergenza” attuale nella Striscia di Gaza: per fare un punto sulle misure che i tre Paesi europei del cosiddetto forum E3 potranno cercare di prendere contro “la fame e i massacri” denunciati dallo stesso primo ministro. Ieri sir Keir si è limitato da parte sua, a proposito del riconoscimento, a evidenziare il diritto dei palestinesi a un futuro Stato sia “inalienabile”. Per poi invocare il cessate il fuoco come precondizione per mettersi “sulla via di un riconoscimento” fondato sul principio dei due Stati e sulla “sicurezza d’israeliani e palestinesi”.
Foto di Haroon Ameer su Unsplash
(ANSA)