Lancia replica al sindaco di Caulonia: “Nessuna condivisione dell’azzeramento della giunta, ma una capitolazione. Siamo di fronte a un atto di trasformismo politico”
Cari concittadini di Caulonia,
vi parlo oggi non come un politico ferito, ma come un uomo che si sente custode di un patto infranto.
Un patto morale che abbiamo stretto insieme, nelle piazze e nei “catoji”, quando ci siamo guardati negli occhi e abbiamo deciso di credere in un futuro diverso per Caulonia. Ho ascoltato attentamente le parole del Sindaco nell’intervista rilasciata alla testata giornalistica Ciavula.it, e, sento il dovere, per l’amore che porto a questa terra e per il rispetto che devo a ciascuno di voi, di rispondere.
Di certo, non per necessità di alimentare polemiche, ma per difendere la dignità della nostra storia e la sacralità della fiducia che ci avete concesso. La legge degli uomini, nella sua impassibile indifferenza, consente i rimpasti e le alchimie di potere. Ma esiste una legge più alta, non scritta, che è quella dell’etica, della coerenza e della lealtà verso chi ti ha affidato il proprio voto. E questa legge è stata calpestata. Si è parlato di “scelta condivisa” per azzerare la giunta, ma la verità è che non c’è stata alcuna condivisione.
C’è stata una capitolazione. Una decisione, subita da chi, come me, ha avuto il solo torto di rimanere fedele al mandato originario.
È stata preferita la quiete di palazzo al tumulto di una coscienza pulita. Per capire la profondità di questa ferita, dobbiamo ricordare cosa è stata e cosa è ancora “Officina delle Idee”. Non un semplice comitato elettorale, ma la rinascita dell’anima vera di Caulonia. Una fucina di speranza che ha saputo unire le migliori energie del nostro paese attorno a un’idea semplice ma rivoluzionaria: la politica come espressione del pensiero dei cittadini. Abbiamo incarnato i valori più profondi della nostra comunità: la tutela dei diritti, la fratellanza, l’attenzione agli ultimi. Abbiamo promesso di combattere la logica perversa dell’accentramento del potere. E abbiamo vinto. E cosa si è fatto di quella vittoria? Quell’immenso patrimonio di speranza è stato barattato per una fragile e illusoria stabilità. È stato preferito il sussurro di pochi alla volontà di un popolo. Siamo stati sopraffatti da logiche che nulla hanno a che vedere con il nostro programma, con la nostra gente, con la nostra Caulonia. Siamo di fronte ad un atto di trasformismo politico che ha svuotato di senso il nostro percorso, lasciando un’intera comunità smarrita e disillusa.
Le giustificazioni parlano di “pace sociale”. Ma quale pace può nascere da questo scenario? Quella ottenuta non è pace, è silenzio. È il silenzio della rassegnazione, il silenzio di chi non si riconosce più in chi governa. Un prezzo che io non sono stato disposto a pagare e che mai pagherò.
Il mio dissenso, oggi, non è un capriccio personale. È un atto di fedeltà. Fedeltà verso di te Sindaco, verso tutti i consiglieri, i partecipanti al movimento Officina e ai cittadini, ma soprattutto verso quegli ideali che ci hanno unito. È la mia scelta, la scelta di chi crede ancora che la politica non sia l’arte della sopravvivenza, ma la più alta forma di amore per la propria comunità. Un sindaco può piegarsi, una giunta può essere smantellata, un mandato può essere tradito. Ma l’anima di una comunità, quella che si nutre di giustizia, di fratellanza e di amore per la propria terra, non può essere comprata né sottomessa. L’Officina delle Idee, quella vera, non ha mai chiuso i battenti. Vive ed alberga nel cuore e nella coscienza dei cittadini di Caulonia. È da lì che è necessario ripartire, per resistere e, un giorno, per rinascere.