
Braccato da un branco di cinghiali nei boschi della Sila: giovane ciclista si salva arrampicandosi su un albero
Attimi di autentico terrore per Emanuele, un giovane ciclista 22enne di Cosenza, laureato in Scienze Motorie, protagonista di una notte da incubo nei boschi della Sila, tra Lorica e Cosenza.
Durante un’escursione in bici, il ragazzo ha preso per errore un sentiero nei pressi di Pietrafitta, finendo fuori rotta e perdendosi in una zona boschiva. Improvvisamente, si è trovato inseguito da un branco di cinghiali. Spaventato, ha abbandonato la bicicletta e ha iniziato a correre, gridando disperatamente aiuto, ma nessuno poteva sentirlo.
La fuga si è conclusa con un disperato gesto di sopravvivenza: si è arrampicato su un albero, dove è rimasto bloccato per circa mezz’ora, circondato dagli animali che grugnivano minacciosamente ai piedi del tronco. Da un’altezza di circa tre o quattro metri, in preda al panico, ha iniziato a lanciare rami e pigne per allontanare i cinghiali, che alla fine si sono dileguati.
Ancora tremante, Emanuele è riuscito a scendere per recuperare la bici, ma ha scoperto che la batteria era quasi scarica, così come il suo cellulare. Con le ultime energie, ha contattato prima il 118, ricevendo — secondo quanto racconta — una risposta scettica. Ha poi chiamato il 112 e, nonostante problemi di linea, è riuscito a lanciare un allarme in lacrime.
I carabinieri della stazione di Aprigliano, guidati dal luogotenente Alberto Cestino e dall’appuntato Antonio Ventimiglia, sono immediatamente intervenuti, riuscendo a localizzare la chiamata e a mettersi sulle tracce del ragazzo. Nel frattempo, Emanuele ha camminato a lungo fino a raggiungere la località Quaresima, dove ha trovato accoglienza in una struttura parrocchiale che ospitava un gruppo di giovani in soggiorno estivo, accolto dal sacerdote don Michele.
Poco dopo, sulla strada del ritorno, ha finalmente avvistato i lampeggianti blu della pattuglia dei carabinieri: era salvo.