
Caulonia, Luana Franco: “Chiediamo un’ordinanza urgente per perimetrare le aree rosse a rischio crollo a Maietta”
Stasera abbiamo il dovere morale di dire le cose come stanno: sulla Rupe Maietta grava un pericolo imminente che coinvolge direttamente il nostro centro storico e, con esso, edifici come la Chiesa dell’Immacolata e il Teatro Vecchio.
Il rischio di perdere una parte rilevante del nostro paese è elevatissimo, ed oggi, dobbiamo dirlo, è aggravato da inadempienze nella gestione dei cantieri e da scelte, quanto meno superficiali, che hanno inciso in modo significativo sulla stabilità del costone che va dalla cosiddetta Mortida alla Chiesa dell’Immacolata.
Gli atti documentali parlano chiaro.
Nel verbale del 20 giugno 2025 i tecnici presenti al sopralluogo hanno accertato che il cantiere era di fatto abbandonato da mesi: recinzioni divelte, varchi non chiusi, assenza di presidio e mancata formalizzazione di sospensioni o riattivazioni.
I tecnici hanno inoltre preso atto che il Piano di Sicurezza del Cantiere (PSC) non risultava aggiornato.
Con nota del 5 agosto 2025, protocollata l’11 agosto, il Direttore dei Lavori, ing. Massimo Ramondini, ha comunicato che l’impresa non aveva ancora trasmesso né la relazione tecnica per la messa in sicurezza della porzione relitta del muro perimetrale a “C” né il cronoprogramma minimale, ed era rimasta assente in cantiere per un’intera settimana e, addirittura, non aveva partecipato al sopralluogo del 7 agosto volto a definire le procedure tecniche per l’allaccio della rete idrica comunale alla tubazione posata nella struttura scatolare (attività propedeutica al completamento dell’impermeabilizzazione perimetrale concordata con la Struttura Commissariale).
Tradotto: il cantiere oggi è ancora fermo e non presidiato e le opere fin qui realizzate, come abbiamo avuto modo di rilevare un mese fa, sono a loro volta già in sofferenza a causa della mancata regimentazione delle acque (ossia fenomeni di dilavamento e ruscellamento). La struttura scatolare, infatti, presenta già delle crepe e si è abbassata di livello, soprattutto dal lato della chiesa.
Nel frattempo, con delibera n. 253 dell’8 luglio 2025, l’Amministrazione Cagliuso ha impartito un atto di indirizzo per autorizzare la pista al servizio del cantiere della Curia relativo all’appalto della Chiesa dell’Immacolata.
Si tratta di un atto politico di indirizzo (adottato mesi e mesi dopo le prime richieste della Curia, con il solito ritardo che caratterizza l’agire di questa amministrazione) che, ovviamente, non sostituisce ciò che la legge pretende, e cioè — a titolo di esempio — un progetto ingegneristico; una relazione geologica e geotecnica con verifica della stabilità del pendio; l’autorizzazione sismica; il parere paesaggistico, ove necessario; il coordinamento della sicurezza e la valutazione delle interferenze con i cantieri comunali.
Se questi elaborati e titoli non esistono o non sono stati acquisiti prima dell’esecuzione, quell’autorizzazione è quanto meno imprudente e viziata.
Su questo punto ci auguriamo che il Sindaco – o chi per lui – possa darci rassicurazioni precise.
In questo quadro, sommariamente tracciato, sta a nostro parere la responsabilità politico-amministrativa della maggioranza a guida Cagliuso.
Essa ricade principalmente sul Sindaco, che non ha saputo né prendere immediatamente i provvedimenti necessari (cioè la rescissione immediata del contratto con la ditta appaltatrice) né, in seguito, imporre nei tempi dovuti gli atti obbligatori previsti dalla normativa sugli appalti (sospensioni/riattivazioni formali, aggiornamento del PSC, ordini di servizio cogenti all’impresa, applicazione di penali e, anche se tardivamente, l’avvio della risoluzione del contratto).
Voglio qui ricordare che già nel Consiglio comunale del 30 luglio 2022 — dico, 30 luglio 2022! — sia il Sindaco sia l’allora assessore ai Lavori pubblici, Lorenzo Commisso, avevano dichiarato che l’impresa appaltatrice li aveva “presi in giro” e che avrebbero proceduto alla risoluzione del contratto d’appalto.
Due parole vanno spese anche per la Regione Calabria che, nella persona del Commissario Delegato, titolare dei procedimenti, avrebbe potuto e dovuto esercitare un’effettiva direzione e vigilanza sull’Ente Avvalso e sulla filiera tecnica. E, con tutta evidenza, non lo ha fatto.
Cittadini, oggi non è la frana, da sola, ad averci portato a questo punto: lo ha fatto l’inerzia di chi doveva dirigere, coordinare, pretendere ed eventualmente sanzionare.
Oggi siamo qui a piangere su quello che poteva essere fatto e non lo è stato.
Per queste ragioni, e per riportare l’azione amministrativa dentro i binari della legalità e dell’efficacia, chiediamo che domani stesso il Sindaco emani, un’ordinanza contingibile e urgente per perimetrare le aree rosse a rischio crollo, che garantisca un controllo continuo dell’area e che limiti – nel caso di mancate rassicurazioni sulla sicurezza, in particolare in mancanza di una valutazione di stabilità della pista di cantiere della chiesa, firmata da un tecnico qualificato – il transito pesante e non sulla via Sotto Portella.
Infine, ma non da ultimo, si imponga con ogni mezzo, la regimentazione immediata delle acque e si monitori strumentalmente l’intero costone.
Chiediamo che al RUP, alla Direzione Lavori e al CSE sia dato mandato perentorio di formalizzare lo stato del cantiere e di valutare la sospensione o riattivazione ai sensi dell’articolo 121 del Codice dei contratti, di eventualmente costituire il Collegio Consultivo Tecnico per definire, con termini stringenti, se procedere via variante o via risoluzione ai sensi dell’articolo 122, e di diffidare l’impresa a depositare entro cinque giorni la nota tecnica di dimensionamento per il muro a “C”, il cronoprogramma minimale e il piano operativo per l’allaccio e l’impermeabilizzazione perimetrale.
In difetto, si proceda senza esitazioni con contestazioni, penali e avvio della risoluzione, con ripiegamento del cantiere, escussione delle garanzie e subentro della SUA Calabria per il completamento.
Annunciamo, infine, che stiamo valutando se trasmettere, nelle prossime ore, una PEC al Prefetto per l’istituzione di un tavolo prefettizio con Regione/Struttura Commissariale, Genio Civile, Soprintendenza e altri enti, nonché di rivolgerci al Difensore civico regionale con una istanza ex articolo 136 del TUEL per la nomina di un commissario ad acta sugli atti obbligatori omessi o ritardati.
Ci teniamo a precisare che la nostra non vuole essere e non è una forzatura: semplicemente, non ci fidiamo più di questo Sindaco e di questa maggioranza.
Da ora in poi, faremo un uso legittimo di tutti gli strumenti che l’ordinamento ci mette a disposizione quando l’inerzia amministrativa mette a rischio la pubblica incolumità e il patrimonio storico.
Perché ogni giorno perso è un passo ulteriore verso l’irreparabile. Una parte consistente e importantissima del centro storico sta per cadere e l’atteggiamento di sufficienza del Sindaco è diventato intollerabile.
La minoranza di Rinnoviamo Caulonia farà la sua parte con la determinazione che la situazione impone.
Dobbiamo restituire ai cittadini la certezza che il Comune e la Regione governano davvero questo cantiere e non solo a chiacchiera, come negli ultimi tre anni.
Luana Franco