Inaugurata a Bivongi la mostra fotografica dell’artista Franco Origlia

Inaugurata a Bivongi la mostra fotografica dell’artista Franco Origlia

di Mario Murdolo

Giorno 8 agosto, in concomitanza con la riapertura al pubblico del locale dell’ex asilo, dopo l’avvenuta ristrutturazione, c’è stata l’inaugurazione di un’importante ed eccezionale mostra fotografica dell’artista e vaticanista Franco Origlia. Per la realizzazione della bella e molto apprezzata esposizione, Origlia si è avvalso della minuziosa e competente collaborazione dell’amico Armando Di Landro e del giornalista Pietro Melia.
Dopo il saluto del sindaco Grazia Zaffino, che ha giustamente ringraziato l’autore delle bellissime foto per aver scelto Bivongi come sede della prima esposizione delle sue opere, nonostante la sua grande e risaputa notorietà a livello mondiale, è stato proprio il protagonista della serata – e della mostra che sarà visitabile fino al 15 settembre – a confessare il vero motivo di questa scelta.
Assieme al suo carissimo amico d’infanzia Pietro Melia, in uno dei loro consueti incontri a Roma, hanno condiviso l’idea e il nobile progetto di fare una mostra delle sue meravigliose ed esclusive foto a Bivongi, per ricordare e onorare la sua amatissima mamma, Mariangela Murdolo, nativa di Bivongi. Proprio per dimostrare il suo affettuoso e stretto legame con il nostro paese, prima di morire aveva espresso il desiderio e la volontà che le sue ceneri venissero sparse nelle acque del torrente Stilaro.

Come dicevo, il mio carissimo cugino Franco ha un invidiabile curriculum, perché ha coltivato la passione per la fotografia fin da giovanissimo. A dimostrazione di ciò, ricordo che nel lontano 1975 venne a trovarmi a Bivongi con un suo caro amico fotografo, Giansanti, che fu colui che lo instradò sulla via della riproduzione delle immagini, diventandone il maestro. Fu proprio Giansanti a trovarsi – forse casualmente – a fotografare il cadavere di Aldo Moro nel cofano di un’auto. Purtroppo l’amico morì prematuramente, ma grazie alle sue lezioni il mio caro cugino trovò spianata la strada che lo avrebbe portato a diventare quello che è oggi.
L’arte di fare foto non svanisce con l’età, e così ricordo che nei giorni di degenza in ospedale di Papa Francesco, prima della sua guarigione, sul Corriere della Sera apparve in prima pagina una bella foto di Franco. Ci sono tantissimi altri episodi che mi hanno visto piacevole collaboratore di mio cugino.
Riguardo alla mostra, non mi sento all’altezza di descrivere foto per foto, una più bella e unica dell’altra. Posso dire che si tratta di un evento veramente imperdibile e irripetibile, e la durata dell’esposizione vuole proprio raggiungere questo scopo.
Al mio carissimo cugino Franco voglio dire, con molta emozione e un pensiero rivolto a zia Mariangela, che mi ha sempre voluto tanto bene, che non poteva onorare e ricordare meglio sua madre. Come ho detto, anche se ha vissuto molto tempo a Roma, finché la salute glielo ha permesso tornava sempre a Bivongi per la festa di Mamma Nostra. Una donna coraggiosa, tenace e guerriera, che ha saputo sempre superare con grande dignità e forza le tante avversità della vita.
Una cosa la voglio dire: buon sangue non mente. Franco sta dando continuità all’arte dell’immagine, spianando la strada a suo figlio, che è già diventato un bravissimo video-operatore.

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