
Mimmo Cavallaro: “All’ospedale di Locri un’odissea con mio figlio. Questa terra merita più attenzione”
Ieri mattina alle 10:00 ho dovuto recarmi d’urgenza all’ospedale di Locri con mio figlio, che a seguito di una caduta accidentale aveva bisogno di accertamenti e di una radiografia al gomito.
Al pronto soccorso la situazione era caotica: tanta gente in attesa da ore, personale teso e oberato di lavoro, e una forte sensazione di disorganizzazione.
Dopo una lunga attesa per l’accettazione, siamo stati indirizzati prima al reparto di Ortopedia per la visita, poi a Radiologia per effettuare la lastra. Una volta fatta la radiografia, ci dissero di attendere il referto da portare a Ortopedia.
L’attesa però si prolungava: lo sportello chiudeva, erano ormai passate le 14:00. Dopo diversi tentativi — tra Radiologia, Pronto Soccorso e Ortopedia — con informazioni spesso discordanti e la sensazione di girare a vuoto, finalmente un addetto del pronto soccorso ci consegnò il referto.
Lo portammo in Ortopedia, dove un gentilissimo dottore cubano visitò mio figlio e, per fortuna, escluse fratture.
Siamo rientrati a casa verso le 17:00, stanchi per la lunga odissea ma sollevati per l’esito positivo.
Tutto questo lo raccontiamo non per polemizzare con qualcuno, ma per denunciare una situazione che purtroppo si conosce da tempo e che ancora non ha trovato soluzione.
La questione sanitaria dell’ospedale di Locri è grave e richiede un intervento immediato.
Questa terra merita più attenzione: la gente, già provata dai drammi quotidiani legati alla salute, non può ritrovarsi davanti al caos quando ha bisogno del sistema sanitario.
Non è polemica, ma la semplice evidenza di una criticità che va affrontata e risolta al più presto.
Un pensiero di solidarietà e comprensione va a tutto il personale, in particolare a quello del pronto soccorso, che lavora ogni giorno in condizioni di enorme difficoltà.
Mimmo Cavallaro