
Gente in Aspromonte organizza un’escursione a Ferdinandea
Primo Raduno: Ore 9.30 alla Rotonda di Caulonia Marina
Secondo Raduno: Ore 10.30 al Piazzale di Ferdinandea
Partenza Escursione: Ore 10:45
Cenni sul Percorso: Ci troviamo nel versante ionico della Calabria e delle Serre Calabre, in un territorio da sempre ricco di minerali e con condizioni morfologiche e idriche tali, da favorire la nascita e il progredire della prima industrializzazione del Mezzogiorno d’Italia. Questa è “Ferdinandea”! Nel 1833 Ferdinando II di Borbone si reca nella zona per inaugurare le nuove ferriere, costruite sulle rovine delle ferriere del Piano della Chiesa. L’area prenderà il nome in suo onore. Le ferriere sarebbero servite per produrre ghisa in supporto a quelle di Mongiana raggiungibili da un tratturo.
Descrizione sentiero: La Ferdinandea è una vasta tenuta di circa 3600 ettari, tra gli 800 e i 1400 metri di altitudine, quasi interamente coperta da boschi di alto fusto, dove predominano il faggio e l’abete ed è compresa nei territori dei Comuni di Stilo, Bivongi, Brognaturo, Mongiana e Serra San Bruno. Il polo siderurgico della Ferdinandea si articolava, oltre che nella fonderia, in tredici ferriere sparse lungo il corso dello Stilaro e del Ruggero. Il tempo sembra essersi fermato al secolo scorso, tra questi boschi che custodiscono tante meraviglie; non solo quindi luoghi naturalistici bellissimi, ma veri tesori dell’archeologia industriale, chiesette, antiche ferriere, centrali idroelettriche, resi ancora più suggestivi dalla natura che li avvolge.

Seguendo la strada sterrata sulla destra della vecchia fonderia, si scende tra gli alberi attraverso un percorso affascinante che si snoda su un antico sentiero, caratterizzato da lunghi tratti lastricati in pietra (mpetrata). Fra la rete viaria storica rientrano le piste agricole o forestali. In questo caso, oltre alla funzione di transito pedonale, le piste sono utilizzate da veicoli a motore, a uso agricolo e per il trasporto di legname. Le opere d’arte comprendono muri di sostegno, scarpate modellate, canali irrigui e attraversamenti, simili alla rete pedonale. La struttura a schiena d’asino veniva invece riservata alla parte centrale della carreggiata, in modo da favorire il deflusso delle acque piovane che poi venivano convogliate all’interno di canaletti, per consentirne lo smaltimento. Quanto alle dimensioni delle strade romane, quelle standard oscillavano tra i 4 e i 6 metri di larghezza; quelle più grandi – che consentivano il passaggio di due carri – tra i 10 e i 14 metri. I marciapiedi, invece, di terra battuta oppure lastricati, erano larghi tra i 3 ai 10 metri. In caso di strade piuttosto frequentate, questi erano destinati al passaggio di pedoni e cavalli.

Dopo aver superato quello che ora è un edificio per il ricovero del bestiame, si attraversa un ponte sopra il piccolo torrente Stilaro, fino a raggiungere i resti del raccordo delle condotte forzate provenienti dalla diga Giulia e dalla diga sul torrente Ruggiero. Superato il torrente dopo pochi minuti ci immettiamo sulla pista a sinistra che dopo qualche km ci porta a Monte San Pietro 1124 metri. Si lascia la strada principale e proseguendo a sinistra, lungo il Fosso Storto, dopo qualche tornante siamo sulla sterrata principale Ferdinandea – Brognaturo, si scende a sinistra e, dopo qualche minuto si lascia la pista principale e ci si immette sulla pista a destra che ci porta alla fontana Volice. Lasciata la fontana si prende la pista che taglia la Ferdinandea e si prosegue verso Colle della Ficara, qualche sali-scendi e dopo circa 3 km siamo alla sbarra, e sulla strada principale che ci porta, dopo qualche minuto, al punto di partenza.
Gente in Aspromonte – Salvatore Lacopo