
Roccella in Comune: “Non c’è nessun modello da esportare, solo macerie amministrative”
Da un anno a questa parte Vittorio Zito andava sbandierando ai quattro venti la sua intenzione di candidarsi alle elezioni regionali e prometteva ai suoi assessori che non si sarebbe più ricandidato a sindaco del paese, lasciando intendere ed illudendo più di uno di essi che sarebbe stato destinato alla “successione”.
Tuttavia, davanti alla concreta convocazione delle elezioni regionali e dopo che anche la stampa online lo accreditava tra i partecipanti alla competizione elettorale regionale nelle file del Partito Democratico, evidentemente assalito da una crisi acuta di terrore elettorale si è defilato ed è sparito nel nulla.
Crollano così miseramente il mito dell’invincibilità e della decantata superiore capacità amministrativa e politica del “nostro” e quello del tanto decantato “modello amministrativo Roccella”.
E’ del tutto evidente che il “nostro” a fronte della conclamata catastrofe amministrativa emersa in tutta la sua portata con il deturpamento delle mura esterne del Castello Carafa, il fallimento del museo multimediale e del progetto wedding and conference, la “grande bruttezza” della scalinata di San Giuseppe, il disastro della pavimentazione del Porto delle Grazie, i lavori malfatti ed incompiuti del Lungomare, gli “ecomostri” delle mense scolastiche nei plessi di via XXV Aprile e di via Cannolaro, i lavori della strada Roccella–Bosco Catalano–Maria (interrotti per un clamoroso ed inescusabile difetto progettuale), le contrade sempre più isolate ed emarginate con i cittadini penalizzati in ogni tipo di servizio, il mancato ampliamento del cimitero, i bilanci finanziari dal 2013 ad oggi viziati da gravi irregolarità contestate dalla Procura della Corte dei Conti, la pressione fiscale devastante imposta ai cittadini roccellesi, il galoppante aumento del debito pubblico comunale, il malcostume clientelare nella gestione delle società partecipate, non ha avuto il coraggio di affrontare il giudizio che i roccellesi avrebbero espresso nelle urne temendo una sonora bocciatura.
La verità è che non c’è nessun virtuoso modello Roccella da esportare ma soltanto macerie amministrative su cui in futuro le risorse umane e culturali positive di questo paese dovranno ricostruire un sentimento di comunità in questi anni vilipeso ed un progetto di sviluppo socio-economico reale, condiviso e sostenibile.
Su questo invitiamo a riflettere i cittadini e anche quegli amministratori che, forse, loro malgrado, sono rimasti coinvolti nella odierna maldestra gestione amministrativa.
Movimento politico – “Roccella in Comune – Prima le persone“