
Oliverio: “L’UE smentisce Eni e dà ragione al PAUR, i veleni di Crotone vanno via. Cinque anni di immobilismo, ora basta alibi”
La risposta del Commissario Europeo per l’Ambiente Jessika Roswall alla interrogazione dell’on Nesci, certifica in modo chiaro ed inequivocabile che la decisione assunta dalla Conferenza dei Servizi decisoria dell’ottobre 2019, recepita con il Decreto Ministeriale n.7 del 3 marzo 2020, contenente il PAUR, e fortemente voluta dalla Regione guidata dal sottoscritto, era quella corretta: i rifiuti pericolosi (Tenorm e Norm) radioattivi con e senza amianto presenti nel SIN di Crotone devono essere smaltiti fuori regione, in impianti idonei e specializzati, in ragione della assenza in Calabria di impianti idonei allo smaltimento degli stessi, del contesto ambientale gravemente compromesso e dell’elevata incidenza tumorale che pesa da anni sulla popolazione.
La Commissione ha chiarito che il Regolamento (UE) 2024/1157 non vieta il trasferimento transfrontaliero dei rifiuti pericolosi verso Paesi OCSE, ma ne rafforza i requisiti di tracciabilità, sicurezza e sostenibilità.
È la conferma che quanto stabilito nel 2019 era giusto e coerente con la direttiva europeo e che, quindi, ogni tentativo di Eni Rewind di lasciare i rifiuti a Crotone rappresenta una manovra inaccettabile, bocciata nei fatti anche dall’Unione Europea. Gli impianti all’estero esistevano allora e continuano a esistere oggi.
La domanda a cui deve rispondere ENI REWIND è: perché a partire dal 2020 non è stata attivata la Bonifica prevista dal Piano Operativo di Bonifica (POB FASE 2) approvato con DM 7/2020? Perché Ministero, Regione, Comune e Provincia di Crotone non hanno assunto le iniziative necessarie a richiamare e diffidare Eni Rewind per avviare la bonifica nel rispetto della legge?
Perché nessuno ha assunto la responsabilità di far rispettare le prescrizioni contenute nel PAUR, lasciando trascorrere cinque anni di totale immobilismo fino a giungere al paradosso del capovolgimento della realtà mettendo sotto accusa il PAUR con l’argomento della impossibilità di portare i veleni fuori dalla Calabria, prima per la inesistenza di impianti e successivamente per presunti vincoli posti dal Regolamento (UE) 2024/1157. Grazie alla iniziativa del Comitato “Fuori i Veleni – Crotone vuole vivere” nel quale si sono ritrovati cittadini, consiglieri comunali, personalità e forze di vario orientamento politico e culturale è stato possibile smascherare e bloccare una grave operazione a danno della città e dei cittadini di Crotone. Anche alla luce del chiarimento che viene dalle Istituzioni Europee Eni Rewind, nel pieno rispetto delle prescrizioni della Conferenza dei Servizi e del Decreto ministeriale del 7/2020, deve mettere in atto un programma completo di bonifica abbandonando l’illusione di potere limitarsi a poche migliaia di tonnellate. La bonifica deve essere completa, vera e rispondente a quanto previsto dal POB FASE 2, approvato nella Conferenza dei Servizi del 24/10/ 2019 che ha fatto proprie le prescrizioni del PAUR assunto dalla Regione il 2 Agosto 2019.
È necessario dare immediato avvio ed operatività alla convenzione con ARPACAL, come già fatto nel 2016, per rafforzare i controlli con personale tecnico qualificato e competente. A tal proposito è opportuno ricordare che ARPACAL è l’ Ente deputato al monitoraggio e alla certificazione della corretta esecuzione dei lavori di bonifica. Nel 2016 la Giunta Regionale impegnò 2 milioni di euro a base di una convenzione che permise l’incremento di 13 tecnici, professionisti qualificati nella disponibilità di ARPACAL.
È necessaria l’applicazione integrale delle prescrizioni contenute nel PAUR, che prevedono, tra l’altro, il controllo e monitoraggio continuo e costante da parte di ARPACAL e la realizzazione di una tendostruttura a copertura dell’area di intervento della bonifica, per impedire la dispersione di nanoparticelle di polvere nell’ambiente, tutelare la popolazione esposta e garantire la sicurezza in caso di condizioni meteo avverse, come ad esempio raffiche di vento.
Da quanto si legge, bisogna dire che
è inaccettabile che i lavori finalmente avviati, possano procedere senza osservare le misure di sicurezza previste e senza adeguato controllo e monitoraggio. Se così fosse si espone a serio rischio la salute dei cittadini.
Ora che anche il Commissario UE all’Ambiente ha chiarito, non ci sono più alibi. Le regole devono essere rispettate da tutti!
Eni Rewind deve a procedere alla completa Bonifica del Sin nel rispetto della legge. È bene ricordare che Crotone è una città dell’Italia e non dell’Africa con tutto il rispetto che si deve alle realtà africane.
Mario Oliverio