Resto al Sud 2.0: Guida PRO (senza fuffa) per under 35 che vogliono partire davvero

Resto al Sud 2.0: Guida PRO (senza fuffa) per under 35 che vogliono partire davvero

Di Andrea Lancia – Commercialista, PhD

Se hai 18–34 anni e un’idea in testa, questa è la tua pagina.

Resto al Sud 2.0 è il pacchetto più potente per avviare impresa o libera professione nel Mezzogiorno: voucher fino a 40.000 € (50.000 € se il progetto è green/digitale/innovativo) + contributi a fondo perduto fino al 75%/70% sugli investimenti (fino a 200.000 €). Lo sportello apre il 15 ottobre 2025 alle 12:00: arrivarci pronti fa la differenza.

Prima cosa: cosa cambia rispetto al “vecchio” Resto al Sud?

Il Resto al Sud “classico” chiude alle 24:00 del 14 ottobre 2025. Dal giorno dopo parte Resto al Sud 2.0, solo fondo perduto (niente prestito bancario). Valutazione in ordine cronologico, entro 90 giorni, fino a esaurimento fondi.

Chi può candidarsi (in parole semplici)

Giovani 18–34 anni che avviano un’attività nei territori del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). Devi rientrare in almeno una di queste situazioni: inattività / inoccupazione / disoccupazione; iscritto al Programma GOL; working poor. Sono ammesse anche le forme di lavoro autonomo e le società (con i vincoli di età e residenza in capo alla maggioranza).

Cosa puoi fare (e dove non puoi andare)

Via libera a nuove iniziative in quasi tutti i settori. Fuori dal perimetro: agricoltura, pesca e acquacoltura. Obiettivo: nuova attività (impresa, libero‑professionista o lavoro autonomo) nel Mezzogiorno.

Perché Resto al Sud 2.0 è diverso (e più utile)

La prima versione mescolava fondo perduto e prestito bancario a tasso zero. Oggi la logica cambia: niente istruttoria della banca, lo Stato scommette direttamente sul tuo progetto. Tradotto: meno burocrazia, più tempo per costruire l’impresa. Il rovescio della medaglia? Serve disciplina in rendicontazione: ogni euro va speso come promesso nel piano.

Quanto puoi ottenere (due moduli, stesso progetto)

• VOUCHER di avvio – fino a 40.000 € (50.000 € se il progetto ha componente green/digitale/innovativa).

• CONTRIBUTO per investimenti – a fondo perduto: 75% fino a 120.000 €; 70% tra 120.001 e 200.000 €.

I due moduli sono pensati per coprire fasi diverse: il voucher dà spinta all’avvio; il contributo sostiene attrezzature, tecnologie e opere. La combinazione concreta dipende dal tuo piano e dai limiti dell’avviso: struttura il budget perché ogni spesa sia ammissibile.

Spese ammissibili (e cosa resta fuori)

• Opere edili di ristrutturazione/manutenzione straordinaria (solo nel contributo investimenti; max 50% delle spese ammesse).

• Macchinari, impianti, attrezzature e arredi NUOVI.

• Software, licenze, ICT, sviluppo di piattaforme e app.

• Immobilizzazioni immateriali: brand, portali web promozionali, progettazione del visual/digital brand, ideazione e realizzazione di marchi/denominazioni.

• Consulenze tecnico‑specialistiche rese da ETS fino al 30% (prototipi, modelli, certificazioni ambientali/energetiche, progettazione e sviluppo di soluzioni innovative).

Sono escluse:

• Acquisto di terreni e immobili.

• Consulenze per compilare la domanda; consulenze legali/fiscali/tributarie.

• Materie prime e semilavorati; personale; utenze; locazioni; leasing; consulenze non tecnico‑specialistiche.

Esempi rapidi (per farsi un’idea dei numeri)

1) Micro‑studio digitale (programmi 80.000 €):

   – Voucher avvio 40.000 €;

   – Investimenti 40.000 € → contributo 75% = 30.000 €; tua quota 10.000 €.

   → Totale agevolazioni potenziali: 70.000 €. (Esempio indicativo: verifica sempre limiti/cumulabilità nel bando).

2) Laboratorio innovativo (programmi 160.000 €):

   – Voucher avvio 50.000 € (se progetto con forte contenuto green/digitale/innovativo);

   – Investimenti 110.000 € → contributo 75% = 82.500 €; tua quota 27.500 €.

   → Totale agevolazioni potenziali: 132.500 €. (Esempio indicativo).

3) Progetto full 200.000 €:

   – Voucher avvio 40–50.000 €;

   – Investimenti 150.000 € → contributo 70% = 105.000 €; tua quota 45.000 €.

   → Totale agevolazioni potenziali: 145–155.000 €. (Esempio indicativo).

Come si presenta la domanda (la checklist del giorno X)

  1. Credenziali attive: SPID/CIE; PEC; firma digitale (se richiesta nei moduli).
  2. Registrazione nell’area personale Invitalia + compilazione “Anagrafica e deleghe” qualche giorno prima.
  3. Documenti in ordine: preventivi firmati e dettagliati; business plan con piano economico‑finanziario coerente; cronoprogramma spese.
  4. Connessione stabile e file già pronti (nomi chiari, PDF leggeri).
  5. Invio entro l’orario di apertura: conta l’ordine cronologico.

Dopo l’ok: usa bene il tempo (e i SAL)

Spendi solo quanto è nel piano approvato; variazioni solo se autorizzate. Paga sempre in modo tracciabile, conserva tutto. Prepara i SAL di rendicontazione: prima paghi, poi rendiconti e ottieni l’erogazione. Rispetta i limiti (es. 50% opere edili).

Errori da non fare (visti in studio)

• Budget sbilanciato su voci non ammissibili (personale, utenze, affitti).

• Preventivi generici o incongruenti col progetto.

• Team senza competenze minime sul settore.

• Business plan copia‑incolla senza numeri difendibili (ricavi/costi/cassa).

• Upload all’ultimo minuto con file pesanti o incompleti.

Bottom line: l’agevolazione è concreta e potente, una opportunità reale. Se vuoi candidarti, lavora ora su piano, preventivi e coerenza numeri‑progetto. Se ti serve una mano operativa, ti lascio una traccia: “pitch da 60 secondi”, budget in due moduli (avvio + investimenti), cronoprogramma e check‑list domande.

Non perché serva fortuna, ma perché serve coraggio con metodo: idee chiare, numeri puliti, esecuzione costante. Usate questi fondi per costruire valore vero, non scorciatoie. Siate affamati di competenze, onesti nei conti e testardi nel migliorare: così il lupo non “crepa”, lo addomesticate.

Il Mezzogiorno vi aspetta, e io tifo per voi.

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