
Riparte il processo a Mediterranea. Luca Casarini: “Non ci difenderemo ma accuseremo chi ha il potere e lo usa per fare del male”
Oggi sono di nuovo davanti a un giudice, insieme ai miei fratelli e sorelle, a difendermi dall’accusa di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Una serie di parole che non significano niente, non dovrebbero nemmeno esistere sul vocabolario.
“Favoreggiamento dell’immigrazione”, come se fossimo noi a favorire , a volere, che donne uomini e bambini siano costretti a viaggi della morte, della sofferenza e della tortura, fossero costretti a lasciare tutto e mettersi in cammino per attraversare deserti e mare, a passare confini dove ti chiedono la vita in cambio.
“Clandestina”, come se un essere umano venuto al mondo potesse essere clandestino, o illegale, solo per il fatto di esistere.
No, signori giudici, noi non ci difenderemo da una cosa che non esiste.
Noi accuseremo, per le cose che esistono: omissioni di soccorso, lager, stupri, omicidi, tortura, respingimenti di massa. Noi accuseremo chi ha il potere e lo usa, impunito, per fare del male.
Ci vediamo in aula, signori giudici. Noi non scappiamo.
A testa alta. Tutti e tutte insieme.
Aqui no sé rinde nadie.
Luca Casarini