
Caulonia, Bruno Grenci: “Lo scritto di Luana Franco è di taglio centrista, ma sprona verso una composizione civica scevra dalla mano pesante del partitismo”
di Bruno Grenci
Sono rimasto piccolo di statura e mi sento ancora più piccolo quando vedo che si snocciolano, con facilità casareccia, disconoscendo Accademie e Tomi, argomenti molto più grandi delle nostre stature, su cui studiosi, filosofi, docenti, hanno scritto trattati, versato fiumi di inchiostro, sciorinato valanghe di parole e Lectiones Magistrales.
Se nell’intervista rilasciata al direttore di Ciavula Giovanni Maiolo, Luana Franco è stata molto circostanziata, preparata, schietta e oppositrice, (con qualche mio piccolo disappunto che poi dirò); nell’interlocuzione epistolare con lo stesso direttore e con Gloria Petrolo, trovo anch’io che il discorso della capa dell’opposizione sia di taglio centrista, equilibrista e vago; direi quasi forlaniano.
Da una parte Luana ha le sue ragioni: non è una figlia del Novecento, come lo siamo noi; non ha vissuto i tempi della guerra fredda o del mondo diviso in blocchi; non ha proprio interiorizzato alcuni cardini, per noi, fondamentali del pensare e dell’agire politico.
Devo dire, però, che il suo discorso, si limita ad essere un semplice scritto in risposta a una sortita del direttore Maiolo che, devo dire, quest’ultimo, anch’io trovo ripetitivamente forzata come un vinile rotto; ancora con ‘sto P.P., Proietti direbbe: “Duval”!!
Dicevo, invece, quello di Luana, non è il manifesto fondante di qualsivoglia Partito o Movimento politico; tant’è che in risposta a Petrolo prova a mettere una toppa; ma è semplicemente, per me, una insofferenza post-moderna e giovanile figlia dei tempi, quasi alla moda. E qui ci è cascata. Mi sembra, devo dirlo, (e parlo sempre dalla mia piccolitudine), l’apologia della: ideologia-della-non-ideologia. (sembra un gioco di parole ma non lo è). Voglio dire che quando si dice “io non voglio fare ideologia”, oppure si afferma, non solo lei, ma è un vizietto nazionale, “le ideologie non ci sono più”, in realtà si sta facendo e professando “un’ideologia”; ed è l’ideologia qualunquista; e che finisce per far passare l’ideologia dominante, che c’è e ci domina.

Perché, checchè se ne dica, le ideologie continuano a esistere e a pervadere le nostre esistenze. Il capitalismo, è un’ideologia; il neoliberismo, è un ideologia, e, ahimè, in questo momento ritengo siano le ideologie dominanti. Il movimento dei “friday for future”, esprime un’ideologia. I movimenti ambientalisti o ecologisti esprimono un’ideologia. Il movimento della “cancel culture”, nato in America, è un ideologia; e ve ne sono molte altre. La stessa democrazia, è un’ideologia.
Luana, anche se per me con fare veniale rispetto a quanto sto per dire, credo sia incappata nell’errore, più grave, di una ex assessora, ex componente della commissione pari opportunità del nostro comune, che proprio in un’intervista rilasciata a Ciavula di qualche tempo fa, dichiarava che la stessa commissione avrebbe dovuto essere apolitica, oltre che apartitica. Capisco l’a-partitismo, ma sull’affermazione dell’ex assessora, circa l’a-politicismo di una commissione che avrebbe dovuto occuparsi della disparità tra i sessi, mi vengono in mente le maestrine-professorine-professorini, che, negli anni post-sessantoto, ci ammonivano sul fatto che in classe non bisognasse parlare di politica.
Ma, nell’intervento di Luana, io voglio altresì cogliere l’aspetto positivo e pro-positivo.
Se quello vuole spronare a guardare verso una composizione civica, del Paese, scevra dalla mano pesante del partitismo, o degli accordi di sottobanco della realpolitik partitica, ben venga il suo anti-ideologismo.
Lo ha dimostrato, molto timidamente secondo me, con la sua scelta di non sottostare al diktat di puro stampo catto-sovietico, di votare per la candidata della nomenklatura, alle elezioni regionali; e mi auspico tale “disubbidienza” abbia seguito. E mi meraviglia come il direttore di Ciavula sia disattento a queste parole, dinamiche e termini. Anzi, debbo dire, a volte, l’amico Maiolo, mi sembra incline o indulgente verso la nomenklatura. La sponsorizzazione del P.P., e non da mò, ne è la plastica dimostrazione.
Quello che niuno riconosce o avverte però, è il fatto che Luana, da par suo, parla da leader politica e da number one del suo contesto; e lo fa consapevole del suo seguito e del consenso di cui gode. E, debbo dire, anche dall’alto della competenza che ha acquisito in questi anni.
Personalmente, specie in passato, non ho condiviso alcune sue posizioni e scelte; e non faccio mistero di averla criticata o attaccata, anche duramente.
Ma se ora Ella, si vuole spendere per la costruzione di un’alternativa di sistema, di persone e di metodi, e che non riguardino solo gli ultimi tre anni, (è qui che ancora Ella non è abbastanza chiara), bensì gli ultimi venticinque, allora le va dato atto di un agire coraggioso e rivoluzionario, e io potrei essere interessato.

Il tutto però alla luce del sole, e a carte scoperte, davanti al Paese, come piace dire sempre ad Ella, e senza sotterfugi o escamotage; questa sarebbe già la prima rivoluzione e il primo punto del programma politico di questo Paese.
Ho usato Ella, e al maiuscolo, non a caso. Perché ha tanto somiglianza con Elly, la Segretaria che, ritengo, sia dotata di intelligenza, nonché di capacità, straordinarie; e che non non facilmente metteranno in difficoltà; non ci sono Picierne o Franceschinielli che tengono; o attacchi stupidi e vili dai social. Dicevo, la segretaria Elly, che ha vinto le primarie del Partito Democratico con le parole d’ordine: disintossichiamo il Partito dai cacicchi e dalle cacicchie, dai capi-bastone e dalle cape-bastone.
La candidatura per il campo progressista di un Cinque Stelle, in Calabria e in Campania, sono già solo una piccola messa in pratica di quegli assunti. Come pure una tendenza a “laicizzare” il Partito e ad aprire verso istanze di novità e pluralismo, vanno in quella direzione.
Potremmo conoscere forse a Caulonia il tempo di ELL-Uana? Chi lo sa.
