
A Locri la presentazione del libro di Vincenzo Cataldo sul Regno di Napoli
Locri 3 gennaio 2026 – Palazzo Teotino – Biblioteca comunale ore 16:30.
Saluti istituzionali: Giuseppe Fontana sindaco di Locri, Domenica Bumbaca assessore alla Cultura e alla P.I., Vincenzo De Angelis presidente del comitato provinciale di RC dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Giulio Di Bernardo componente comitato direttivo del Centro Italiano per lo Studio della Documentazione Archivistica.
Interverranno: Domenico Romeo della Deputato di Storia Patria per la Calabria e Domenico Capponi del Centro Italiano per lo Studio della Documentazione Archivistica nonché socio della Deputazione di Storia Patria.
Concluderà l’Autore.
Attraverso una documentazione poco consultata dell’Archivio di Stato di Napoli, ovvero i Viglietti originali della Segreteria dei Viceré, Vincenzo Cataldo – docente presso l’Università degli studi Catanzaro – esamina diverse tematiche che riguardano tutto il Regno di Napoli, anche se emerge una certa insistenza sulla Calabria, regione periferica dove permanevano gravi problematiche e nella quale si manifestavano, con tutta veemenza, la sopraffazione sociale, la guerra di corsa e il contrabbando.
La documentazione restituisce diversi aspetti della società del tempo e permette di approfondire alcune dinamiche relative ai rapporti fra gli esponenti del baronaggio e dell’aristocrazia e l’emergere di quella borghesia provinciale in grado di ottenere posizioni rilevanti nel corso del cambiamento socio-economico del territorio. Si tratta di notizie afferenti vari segmenti relativi all’assetto istituzionale, militare, economico e sociale che mettono in luce la duplicità economica (quella di sussistenza e quella rivolta alla gestione della grassa napoletana e al rifornimento delle truppe imperiali), l’organizzazione della difesa esterna, la lotta contro il banditismo e la pirateria, l’economia del territorio, il fiorente contrabbando, i circuiti mercantili e le problematiche del vivere quotidiano della popolazione.
In questo periodo il Mezzogiorno sfugge progressivamente al campo gravitazionale delle grandi città mercantili italiane per entrare nell’orbita di nuovi centri di comando internazionali, soprattutto di Francia, Inghilterra e Olanda, i quali si affermano sempre più nel quadro commerciale per il loro definitivo ruolo di potenze europee.
Napoli mostrava i suoi caratteri di città sovraffollata, sostenuta in modo frenetico dalle province; città corrotta e corruttrice, improduttiva e consumatrice. Con i suoi tribunali e i suoi organi di governo, con le sue accademie e la sua università degli studi, rappresentava la città dove avvocati e dottori convergevano dalle province con le loro aspirazioni di ascesa sociale.
In effetti la vita economica di Napoli era intrinsecamente legata al consumo delle rendite feudali, affluite dalle province assieme ai detentori dei feudi. Il gigantismo di Napoli tendeva a fagocitare le periferie. La città assumeva sempre più un carattere residenziale. Essa costituiva un mercato in grado di assorbire una quantità enorme di derrate alimentari, anche superiore a quella che, per taluni prodotti, non solo la campagna circostante, ma il regno meridionale tutto erano in grado di produrre. Il rapporto generò una frattura tra campagna e città che condizionerà nel tempo negativamente l’economia meridionale, creando una spaccatura tra la capitale e il resto del territorio.
In 500 pagine l’Autore, dunque, ricostruisce la storia del Regno di Napoli tra il 1700 e il 1734, avvalendosi di una copiosissima documentazione corredata da un provvidenziale indice con le tematiche proposte.

Ufficio Stampa
