Allarme bracconaggio in provincia di Reggio. Poiana uccisa a fucilate a Riace

Allarme bracconaggio in provincia di Reggio. Poiana uccisa a fucilate a Riace

Nei giorni scorsi un esemplare di Poiana (Buteo buteo), uccello rapace stanziale, è stato barbaramente ferito a fucilate nel reggino. L’animale è stato ritrovato nel territorio di Riace Capo e consegnato alle guardie volontarie di un’associazione di protezione ambientale, ma è deceduto poche ore dopo a causa delle gravissime ferite riportate.

Il Gruppo Adorno, nel denunciare questo atto vile, compiuto per puro divertimento e dunque privo di qualsiasi giustificazione, sottolinea come la riconoscibilità di questo grande rapace impedisce che possa essere confuso con qualcuna delle specie cacciabili. La poiana, come tutti gli uccelli rapaci, svolge un’importante funzione di equilibrio ambientale, tenendo sotto controllo le popolazioni dei roditori di cui si nutre.

Quello di Riace non è certo un caso isolato: due esemplari della stessa specie sono stati abbattuti a fucilate alla fine di ottobre a Pellaro, sulle colline di San Filippo. Mentre il 20 settembre un giovane esemplare di Falco pecchiaiolo era stato trovato morto nel castagneto di Pitea, al confine tra Motta San Giovanni e Montebello Ionico, luogo tristemente noto per il bracconaggio autunnale ai rapaci (foto allegata).

Ovviamente i rapaci trovati morti non rappresentano che una minima parte di quelli realmente uccisi.

La situazione in provincia di Reggio Calabria si presenta dunque molto grave, sia per l’uccisione di specie protette (anche in periodo di caccia chiusa) che per il diffuso utilizzo da parte dei cacciatori di richiami elettroacustici vietati.

Ciò rimanda alla totale insufficienza e inefficacia dei controlli venatori in tutto il territorio provinciale, come più volte sottolineato dal Gruppo Adorno nelle segnalazioni trasmesse a partire dal mese di agosto ai Comandi Regionale e di Gruppo dei Carabinieri Forestale di Reggio Calabria. Nelle segnalazioni venivano anche indicati con precisione alcuni dei punti dove veniva praticata la caccia con richiami elettroacustici. La gravissima situazione esistente è stata anche portata alla conoscenza del CUFA, il Comando Unità Forestali di Roma, avanzando – purtroppo inutilmente – specifiche proposte per il rafforzamento dei controlli e il contrasto del bracconaggio in tutta la regione e in particolare nella provincia di Reggio Calabria, quella più colpita.

Gruppo Adorno

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