
“A Caulonia Centro il Natale è diventato un’assenza silenziosa”: la riflessione di Erminio Niceforo
di Erminio Niceforo
Il Grinch, a quanto pare, non odia il Natale.
Semplicemente non ama trascorrerlo a Caulonia Capoluogo.
Come molte attività previste dal calendario natalizio, anche lui ha operato una scelta precisa: altri luoghi, altri spazi, altri bambini.
Quelli del Borgo, evidentemente, possono attendere.
O, più realisticamente, possono restare fuori scena.
Ed è un peccato, perché sarebbe stato bello vedere il Grinch arrivare nella piazza più bella del Meridione, che se non andiamo errati si chiama “Piazza Mese”. Una piazza incorniciata da nobili palazzi settecenteschi, storia viva, pietra che racconta, memoria collettiva.
Ma si sa: non tutti apprezzano la bellezza che viene dal passato.
C’è chi preferisce altre scelte, più comode, più funzionali, più allineate. Anche quando si parla di Natale.
Resta però una riflessione inevitabile.
Il Natale nasce a Bethlehem, non in un centro ricco o scintillante, ma in un luogo marginale, povero, periferico.
Un Bambino nato volutamente povero per ricordare che nessuno dovrebbe essere escluso…
Duemila anni dopo, la scena cambia ma la logica resta: non più Bethlehem, ma Caulonia.
Non più ricchi e poveri, ma presenze programmate e assenze sistematiche. E, in un contesto ultra-moderno, troneggia una fontana non funzionante che ricorda vagamente la ghigliottina di Maria Antonietta.
Rivoluzione Francese o Rivoluzione Cauloniese? Forse questa sì che servirebbe!
Ed è forse per questo che il Grinch qui non passa.
Non perché manchi il Natale, ma perché a Caulonia Capoluogo il Natale è diventato un’assenza silenziosa, talmente abituale da far sembrare normale restare fuoriscena, perfino a Natale.
