Erminio Niceforo: “A Caulonia il Natale non è per tutti. Luci in marina, Borgo al buio”

Erminio Niceforo: “A Caulonia il Natale non è per tutti. Luci in marina, Borgo al buio”

Due foto.

Stesso Comune.

Due Caulonie.

Un’amministrazione a corrente alternata.

A Caulonia Marina il Natale arriva puntuale: luci, atmosfera, sorrisi. A Caulonia Borgo, invece, niente. Buio totale.

Forse qui Babbo Natale non passa. O forse non vota.

E poi c’è chi dice che noi del Borgo “siamo campanilisti”.

Curioso, visto che la Marina la viviamo, è il nostro mare, è casa nostra tanto quanto il Borgo.

Siamo gli unici, a quanto pare, a credere davvero che Caulonia sia una sola.

Le differenze non le facciamo noi. Le fa chi governa.

Con grande precisione: da una parte si accende, dall’altra si spegne. Un Comune gestito come un interruttore.

Non è una dimenticanza. È una scelta politica.

Perché quando dimentichi sempre gli stessi, non stai dimenticando: stai decidendo.

E se proprio ci costringete a essere campanilisti, nell’animo e nel sangue, allora chiariamolo una volta per tutte: LA FRAZIONE NON È IL BORGO!

Il Borgo lo hanno sfruttato, deturpato e bistrattato per anni… Ricordato solo quando serviva una foto, un palco, una passerella. Poi di nuovo il buio. Sempre quello.

Intanto i bambini del Borgo imparano una lezione semplice e crudele: a Caulonia il Natale non è per tutti.

Dipende da dove vivi.

O forse da dove conviene investire.

In sintesi: non tutti i bambini sono figli dello stesso Gesù bambino.

E che sia chiaro: non sto certamente facendo propaganda per le pseudo-amicizie “sinistroidi chic”, anche perché quelle, dopo il Kaulonia Tarantella Festival — a cui sono fieramente stato parte attiva, contribuendo a questa bellissima e alquanto complessa macchina — si sono spente magicamente,

proprio come le luci del Borgo.

Quindi sì, è una situazione che continua, non una novità.

Se proprio volessimo dirla tutta: le luminarie messe nella frazione Marina sono piccolissime, troppo delicate e sproporzionate per il corso grande.

Si vede chiaramente che siano pensate più per un piccolo centro storico che per una strada principale.

E noi cosa facciamo?

Pur di non metterle a Caulonia Borgo, nemmeno dividendole un po’, le piazziamo comunque nella frazione Marina.

Così, almeno, qualcuno può dire: “Abbiamo fatto le luci”… Mentre il Borgo resta al buio.

Io sono un uomo libero, senza padroni e senza schiavi.

Mi dispiace dover essere portavoce di chi, purtroppo, padroni e schiavi li ha ancora. Ma state tranquilli: questa non è solo la mia voce.

È la voce di tante e tante persone che vivono queste disparità ogni giorno e che, per paura o convenienza, non possono – o non riescono – a dirlo.

Ma niente paura.

Tra qualche mese, magicamente, Caulonia “Superiore” (come erroneamente la definiscono molti di voi) tornerà a esistere.

Spunteranno sorrisi, promesse, strette di mano.

Le luminarie no, ma quelle della campagna elettorale non mancano mai.

Qui non si fa ideologia.

Qui si fa cronaca luminosa: dove conviene, si accende. Dove non conviene, si spegne.

Il Borgo non chiede privilegi.

Chiede rispetto, dignità, pari trattamento. Perché Caulonia è una sola…

Anche se qualcuno continua a governarla come se fosse divisa.

E il problema non è il buio. Il problema è chi lo accende.

Erminio Niceforo

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