Riflessioni e conclusioni sul Patto educativo dell’Istituto Falcone-Borsellino di Caulonia-Roccella

Riflessioni e conclusioni sul Patto educativo dell’Istituto Falcone-Borsellino di Caulonia-Roccella

di Andrea Vaccaluzzo

Riflessioni e conclusioni sul Patto educativo di corresponsabilità
Istituto Comprensivo “Falcone–Borsellino” di Caulonia–Roccella


In assenza di cantieri aperti – condizione ormai strutturale di molti territori del nostro Paese – da buon pensionato e nonno adottivo ho ripiegato sulla lettura, e così ho avuto il tempo di leggere integralmente il Patto educativo di corresponsabilità adottato dall’Istituto Comprensivo “Falcone–Borsellino” di Caulonia–Roccella.
Una lettura che, sin dalle prime pagine, ha suscitato sorpresa e preoccupazione: non tanto per il richiamo al rispetto delle regole – doveroso e condivisibile – quanto per il tono complessivamente intimidatorio e prescrittivo del documento, che appare in netto contrasto con lo spirito e con la volontà del legislatore, il quale ha concepito il Patto educativo come strumento di alleanza, non di coercizione.

  1. La prima ed enorme anomalia riscontrata è che nel testo si afferma che il Patto è “obbligatorio e vincolante” ai fini della permanenza dell’alunno nell’istituzione scolastica. Tale affermazione è giuridicamente impropria e costituzionalmente problematica. L’istruzione è un diritto fondamentale garantito dagli articoli 3 e 34 della Costituzione.
    Nessun atto amministrativo, né tantomeno un Patto educativo, può subordinare l’accesso o la permanenza nel sistema scolastico pubblico alla sottoscrizione di un documento che non ha natura contrattuale.
    Presentare la firma come condizione vincolante significa alterare la funzione educativa del Patto, trasformandolo di fatto in uno strumento coercitivo, in contrasto con i principi di uguaglianza e inclusione.
  1. Squilibrio tra doveri delle famiglie e obblighi della scuola
    La corresponsabilità educativa presuppone reciprocità e proporzione. Nel Patto emerge invece uno squilibrio evidente che rischia di configurarlo come atto unilaterale mascherato.
  • controllo quotidiano dei compiti;
  • precedenza assoluta della scuola rispetto alle attività extrascolastiche;
  • consultazione giornaliera obbligatoria dei canali digitali.

La scuola può e deve chiedere collaborazione, ma non può imporre modelli educativi domestici, né sostituirsi alle scelte organizzative e pedagogiche delle famiglie.
Tali prescrizioni rischiano di configurare un’invasione della sfera educativa familiare, tutelata dalla Costituzione e fondata sul principio di autonomia genitoriale.

  1. Richiamo improprio alla responsabilità civile
    I riferimenti al Codice Civile assumono una funzione implicitamente intimidatoria.
  2. Prevalenza della logica disciplinare su quella educativa
    La reiterazione di divieti e sanzioni snatura la funzione pedagogica del Patto.
  3. Ambiguità sul ruolo degli organi collegiali
    Alcune formulazioni possono far intendere una centralizzazione non coerente con la normativa. La formulazione adottata lascia intendere una centralità decisionale del Dirigente, con gli organi collegiali in posizione consultiva. Il sistema scolastico italiano si fonda sul principio di collegialità.
    Ogni formulazione che possa anche solo suggerire una verticalizzazione del potere decisionale merita chiarimento e revisione.
  4. L’assenza totale di meccanismi di revisione e confronto
    Nel Patto non è prevista alcuna forma di:
  • revisione periodica;
  • monitoraggio;
  • confronto strutturato con le famiglie.

Un Patto che non può essere discusso, aggiornato o migliorato nel tempo non è un Patto, ma un atto statico imposto a una comunità dinamica.
Conclusioni
Alla luce delle criticità evidenziate, appare necessario avviare un percorso di revisione sostanziale del Patto educativo, che conduca a una sua modifica e successiva ristipula con il coinvolgimento reale delle famiglie.
Solo attraverso un confronto aperto e rispettoso dei principi costituzionali sarà possibile restituire al Patto la sua funzione originaria di accordo educativo condiviso.

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