
Storica scoperta in Calabria: ritrovati gli appunti inediti del chirurgo Gino Iannelli, precursore della laparoscopia
di Giuseppe Perrotta
Una scoperta di straordinario valore scientifico e storico riporta alla luce una pagina inedita della medicina italiana del Novecento. Il medico chirurgo Pino Perrotta ha rinvenuto dodici pagine autografe del nonno Gino Iannelli (1898–1948), contenenti la descrizione dettagliata di una tecnica di “addominoscopia”, metodica diagnostica che anticipa di decenni l’attuale laparoscopia.
Il ritrovamento è avvenuto durante il lavoro di digitalizzazione dei volumi appartenuti al prestigioso chirurgo cetrarese, laureatosi con lode all’Università di Napoli dopo aver interrotto gli studi per arruolarsi volontario nella Prima guerra mondiale e specializzatosi successivamente in Chirurgia generale a Roma, alla scuola del maestro Roberto Alessandri.
Gli appunti, probabilmente destinati alla pubblicazione scientifica, descrivono una procedura eseguita prevalentemente in anestesia locale attraverso l’utilizzo di trocar e cistoscopio, con insufflazione di aria ambientale filtrata, con l’obiettivo di affinare la diagnosi ed evitare laparotomie inutili. Un approccio sorprendentemente moderno per l’epoca, applicato nel piccolo
ospedale di Cetraro, in un contesto periferico rispetto ai grandi centri universitari.
«Si tratta di dodici pagine preziosissime, rinvenute casualmente dopo circa ottant’anni – spiega il dottor Pino Perrotta – che raccontano una parte fondamentale della storia della chirurgia non solo locale. In quelle pagine c’è tutto: la tecnica, la visione, il rapporto umano con il paziente. È una scoperta che cambia la prospettiva sulle origini della laparoscopia».
Gli strumenti chirurgici e molti dei volumi appartenuti a Gino Iannelli sono oggi esposti nel Museo della Memoria della Città di Paola, realizzato con il contributo del Rotary e curato dall’associazione “Custodi di bellezza della Città di Paola”, nata con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio storico e culturale locale.
Parallelamente, è in corso la creazione di una biblioteca digitale che consentirà la consultazione dei testi e dei documenti, aprendo la strada a studi, ricerche e possibili pubblicazioni scientifiche dedicate a questa scoperta.
La riscoperta delle carte di Gino Iannelli restituisce al territorio calabrese il ruolo che gli spetta nella storia della medicina e dimostra, ancora una volta, come l’innovazione possa nascere anche lontano dai grandi riflettori accademici.
Foto di Piron Guillaume su Unsplash
