Nuovo DPCM. Consentito il rientro dei fuori sede. La schizofrenia della Giunta calabrese che si divide

Con il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri all’Art. 1. comma 1. lettera a) è stata nuovamente inserita la dicitura: “è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Di conseguenza gli studenti e i lavoratori fuori sede potranno rientrare presso le loro famiglie, dopo un lungo “esilio” lontani da casa.

Meno di due settimane fa, il Vicepresidente della Giunta regionale calabrese lanciava un appello ai giovani studenti Calabresi che studiano nelle regioni del nord affinché non ripartissero, invitandoli a restare. Lo stesso Nino Spirlì, intervistato al TgR (senza i dispositivi di protezione imposti in una ordinanza da lui stesso firmata), alla domanda “cosa può offrire questa Regione ai giovani che studiano fuori?” rispondeva “Accoglienza”.

Non è dello stesso parere la Governatrice Jole Santelli che invece di consigliare ai suoi cittadini di rispettare nel miglior modo possibile un periodo di quarantena, dopo il loro rientro, ha come primo pensiero quello di puntare il dito contro il Governo dimostrando che lo spirito di accoglienza verso i propri conterranei non è così unanime.

Ovviamente il DPCM afferma anche che “i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante”. Quindi, in ogni caso, non saranno consentiti rientri di persone con sintomi, né tanto meno di soggetti positivi conclamati, visto l’obbligo di quarantena per loro disposto.

Nella giornata di oggi sono emerse le contraddizioni all’interno della maggioranza alla guida della nostra Regione, oltre che l’incapacità di governare un fenomeno migratorio di portata praticamente irrilevante, visto che “il grande esodo” era già avvenuto.