Nuova legge regionale sulla violenza di genere: il Coordinamento C.A.D.I.C. chiede stabilità e fondi adeguati
Il Coordinamento Regionale dei Centri Antiviolenza Calabresi (C.A.D.I.C. composto da: Centro Antiviolenza “Attivamente Coinvolte” APS-Pizzo(VV); Associazione “Mondiversi” ETS- Centro antiviolenza “FABIANA”- Case Rifugio “Mondiversi” e “Libere donne“-Corigliano Calabro(CS); Associazione” Mago Merlino” – capofila Centro antiviolenza “Demetra”- Lamezia Terme (CZ); Centro contro la violenza alle donne “Roberta Lanzino” – Cosenza(CS); Associazione “Piccola Opera Papa Giovanni” ONLUS – Cav /Casa Rifugio “Angela Morabito”- Reggio Calabria (RC); Centro antiviolenza “Ariel” – Reggio Calabria (RC);Centro Calabrese di Solidarietà – Centro antiviolenza/Casa Rifugio “Mondo Rosa”- Catanzaro (CZ); Cooperativa Sociale “Noemi” – Centro antiviolenza “Udite Agar”– Crotone (KR); Fondazione “Città Solidale”- Centro antiviolenza “Aiuto Donna” e Casa rifugio“Refugium”( CZ); ritiene importante aver finalmente adeguato la normativa regionale alla Convenzione di Istanbul e alle più recenti normative nazionali e sovranazionali, superando la ormai obsoleta Legge Regionale 20/2007. La nuova Legge Regionale sulle “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”, approvata nella seduta del Consiglio Regionale del 25 giugno u.s., infatti, adegua la normativa regionale ai requisiti per i Centri Antiviolenza e le Case Rifugio previsti dall’Intesa Stato-Regione vigente; istituzionalizza la Rete Antiviolenza Regionale e le Reti Antiviolenza Territoriali in parte già esistente, istituisce nei servizi sanitari i percorsi dedicati per le donne vittime di violenza e riconosce il fenomeno della violenza assistita che colpisce i bambini e le bambine testimoni delle violenze sulle loro madri. Un complesso quindi significativo di norme che allineano la Calabria alle altre regioni d’Italia. Rileviamo, però, con rammarico che ancora una volta non si assume totalmente la responsabilità di garantire stabilità e continuità ai servizi. Una mancanza che contraddice lo stesso spirito della legge. Se si vuole per davvero garantire un Servizio Antiviolenza Regionale, bisogna sburocratizzare il meccanismo dei finanziamenti ai centri antiviolenza e alle case rifugio e garantire risorse adeguate. Aggiornare le norme da solo non basta. Recuperiamo solo un ritardo normativo, che rendeva la Calabria una delle regioni più arretrate nel settore. E’ necessario, in più, superare l’erogazione “a spezzatino” dei finanziamenti, renderli certi e stabili entro una programmazione triennale. Bisogna riconoscere ai Centri Antiviolenza ed alle Case Rifugio un budget di finanziamento minimo e congruo. Riteniamo sia mancata una spinta riformatrice profonda, che avrebbe per davvero innovato il sistema. Il C.A.D.I.C. apprezza quindi in parte quanto è stato fatto con l’approvazione della nuova legge, considera essenziale che le norme in essa contenute vengano immediatamente applicate e non rimangano sulla carta; ma sottolinea anche la fragilità del sistema antiviolenza in Calabria, lasciato senza certezze economiche per poter svolgere serenamente le sue attività e garantire alle donne calabresi completa e piena protezione e tutela. Il C.A.D.I.C. invita pertanto Il Presidente e la Giunta Regionale, il Consiglio Regionale a non considerare concluso il percorso di ammodernamento del sistema antiviolenza in Calabria; ad applicare con sollecitudine le norme contenute nella nuova legge; a riprendere le audizioni per addivenire alle modifiche necessarie per implementare un sistema antiviolenza calabrese fondato su certezze normative e risorse adeguate. In tal senso, il C.A.D.I.C. non farà mancare la sua collaborazione ed il suo contributo.
Raffaella Rinaldis