Proteste e rimostranze

Proteste e rimostranze

di Pasquale Aiello

Anche nella Locride, come su tutto il territorio nazionale, si susseguono senza sosta, tra la gente comune, le lamentele e le proteste per disservizio, nei confronti di alcune note società che operano nel settore privato della logistica, spedizioni e trasporti internazionali. Specialmente sui social, diventati ormai un autentico contenitore, si trovano le proteste più strane e variegate e sono centinaia gli utenti che reclamano per lentezza, incapacità e scarsa organizzazione, obbligati a chiedere risarcimenti. Le più emblematiche sono pacchi e colli che fanno il giro dell’Europa per poi perdersi definitivamente. Molte anche le lotte che il sindacato intraprende a favore dei lavoratori, contro il sistema malato degli appalti che cambiano continuamente e che provoca licenziamenti e ingiustizie. Soprattutto nella locride, particolarmente nell’entroterra poi, il servizio di recapito lascia molto a desiderare. Probabilmente gli autisti e gli operatori subiscono, tanto per cambiare, come la stragrande maggioranza dei lavoratori, il fenomeno dello sfruttamento, toh! chi si vede, da parte dei padroncini il cui unico obiettivo è il profitto, per cui le consegne ritardano, i plichi si perdono, i pacchi vagano in cerca del cliente, per i motivi più incongrui e assurdi. “Posso lasciare il suo pacco al bar?” È il messaggio al cliente che va per la maggiore. Quando va bene il bar è quello del tuo paese, sennò è quello giù in marina a 10 km. Se invece ti avventuri al telefono per spiegazioni, parlare con qualcuno che sappia di umano è praticamente impossibile… solo voci registrate. Consegne che diventano un film horror, prima di essere portate a termine, molte volte, invece, rimane solo da recarsi al magazzino e ritirarlo. Ma pure al punto raccolta bisogna stare attenti a non essere presi in giro, come accade sovente, ai depositi di zona dove ogni giorno decine di persone fanno la fila sotto il sole o con la pioggia per ritirare il proprio plico riportato in sede per mancata consegna. Purtroppo, per quei pochi soldi di salario, si pensa non sia il caso di perdere tanto tempo a rintracciare l’utente. Il cliente paga la merce comprata insieme al servizio a domicilio per poi dover prendere l’auto e recarsi in sede e magari dopo decine di Km e ore perse a aspettare, farsi trattare male dal gestore con modi sgarbati, o addirittura con accenni di aggressione fisica, come qualche volta capita, con clienti costretti, necessariamente, a rivolgersi al commissariato di polizia e ai carabinieri. Ora con tutto il rispetto per i corrieri che sono l’anello debole della catena, se la gente, insieme alla merce compra il recapito a domicilio, quel servizio deve esserle reso per diritto. Altrimenti è bene che la direzione generale intervenga presso la società appaltatrice e prenda provvedimenti per riparare le incompetenze del magazzinaggio e della distribuzione, conseguenze probabilmente di appalti intossicati e assunzioni ‘forzate’. Forse è meglio riorganizzare e disinquinare l’apparato delle concessioni e valorizzare i lavoratori capaci e meritevoli garantendo migliori condizioni di lavoro, per il rispetto che si deve ai clienti poiché alla fine sono coloro che tengono in piedi tutto e se, ‘utopisticamente’, un giorno scioperassero loro…

Foto di Claudio Schwarz su Unsplash

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