
La riflessione di Pasquale Aiello su Israele e Palestina
Di Pasquale Aiello
Israele è un paese che, ormai, di democratico mantiene solo l’aggettivo, ammesso che una democrazia lo sia mai stata. Si sta trasformando, in realtà, sempre più in una riproduzione della Germania nazista di hitleriana memoria. A Gaza, che somiglia tanto a un immenso campo di concentramento, infatti, la gente, specialmente i bambini che rappresentano il futuro, è torturata e maltrattata con metodi scientifici, modi violenti e brutali, ferocia e crudeltà, fame e sete compresi.
La stessa tecnica della disumanizzazione adottata dal nazifascismo contro tutti coloro che non erano graditi al regime. L’unica differenza sta nel ‘salto di specie’ che ha compiuto la stella di David, dal pigiama a strisce degli ebrei oppressi dell’epoca, al doppiopetto degli oppressori di oggi che guidano lo stato israeliano, delle cui vittime si contano migliaia di bambini palestinesi, probabili ribelli, un giorno, contro il dominio del ‘grande israele’.
Intanto, la solidarietà nei confronti di Gaza e il disprezzo verso il governo di TelAviv continuano a crescere entrambi, ma i vili servitori dell’informazione pubblica sottomessa al regime, ciarlatani e imbroglioni vari, hanno l’ordine di strombazzare in lungo e in largo la menzogna che classifica lo stato nazisionista di Israele come ‘democratico’. Lo slogan-beffa, infatti, che chiude ogni pseudonotizia sui giornali mainstream e ai teleshow di stato recita “ricordiamoci sempre che Israele è una democrazia mentre Hamas è un’organizzazione terrorista”.
Come se autoproclamarsi ‘stato’ apponendo la denominazione ‘democratico’, e avvolgendosi di falsa entità messianica, possa conferire l’autorizzazione di sterminare impunemente migliaia di esseri umani soprattutto bambini per realizzare i propri progetti di espansione perché in ogni caso si è protetti da una ‘democrazia’, anche se falsa e perversa. Loro, i badanti del padrone, per compiacerlo, si adoperano, con apposite bugie, per convincere una certa opinione pubblica che la resistenza dei palestinesi contro il governo sanguinario di Israele debba intendersi come azioni terroristiche verso uno stato ‘democratico’, per cui galoppini e leccaculo assoldati di alcuni giornali e tv, banditori di nefandezze mediatiche, mettono in scena una ignobile baraonda quotidiana per creare caos e disordine fra la gente e lasciar credere, in barba a tutte le etiche umane e professionali, che addirittura gli operatori dell’informazione i quali raccontano sul campo la verità e i fatti, vengano uccisi barbaramente dai criminali sionisti perché appartenenti ‘sicuramente’ a Hamas.
Tuttavia, la solidarietà per il popolo di Palestina si è comunque propagata e anche coloro che ‘sbadatamente’ ancora ignoravano tutto ciò che stava accadendo sotto i loro occhi, pertanto, consapevolmente oppure per timore di dover scendere a compromessi con la propria coscienza o semplicemente per carità, sono costretti a prenderne atto. I sogni dei carnefici dunque, saranno d’ora in poi disturbati soprattutto dalla solidarietà umana ‘pura e semplice’ e non da quella ostentata per tornaconto da tanti politici ipocriti e falsi.
Bisogna trasformarla in una sensibilità anche politica, per cui perfino una bandiera palestinese sul balcone di casa propria, meglio su un edificio delle istituzioni o una semplice locandina sui muri possano rappresentare un simbolo di resistenza. Questo genostillicidio che dura ormai dal ‘48, bisogna fermarlo definitivamente, rendendo più incisiva la lotta contro il sionismo e la mafia dei coloni. Interrompere i rapporti commerciali, liberare i territori palestinesi occupati con la forza e la violenza da oltre 70 anni e garantire l’autodeterminazione del popolo palestinese per incamminarsi sulla strada giusta. Quella dell’umanità.
Pasquale Aiello