
Orazio Violante: “Assisto al declino del centro storico di Caulonia. Palazzo comunale totalmente abbandonato”
Spenti i riflettori sul tradizionale Kaulonia Tarantella Festival, è tempo di tornare con i piedi per terra e affrontare le numerose problematiche che gravano sul Comune di Caulonia. (Questo compito spetta a chi ha ricevuto dai cittadini il mandato di amministrare). La mia riflessione nasce da semplice cittadino, animato dal desiderio di promuovere una maggiore sensibilità verso una cittadinanza attiva e consapevole.
Da troppi anni assisto, purtroppo, al lento e inesorabile declino del centro storico: una situazione che affonda le radici in scelte politiche miopi, spesso piegate agli interessi di pochi e incapaci di guardare al bene comune. Così, il paese ha progressivamente perso identità e vitalità, sacrificato a favore di uno sviluppo urbanistico disordinato e privo di programmazione, che ha compromesso in modo grave e forse irreversibile le potenzialità turistico-residenziali di Marina di Caulonia. Eppure Caulonia, con il suo centro e le frazioni di San Nicola, Ursini, Campoli e tante altre, custodisce una storia millenaria, fatta di orgoglio e laboriosità, che meriterebbe rispetto e tutela. Il cosiddetto “progetto paese”, tante volte sbandierato in campagna elettorale, si è tradotto in un fallimento collettivo, di cui siamo tutti, in parte, complici e corresponsabili.
In questo quadro, mi domando come sia possibile che il Palazzo Comunale, edificio di grande pregio storico-architettonico e simbolo del nostro passato nobile, versi oggi in uno stato di totale abbandono. Le erbacce lo stanno invadendo, e i lavori di riqualificazione in particolare l’adeguamento sismico risultano fermi da anni. Perché sono sospesi? A che punto si trovano? Chi ha il dovere di vigilare? E, soprattutto, quali responsabilità ricadono su chi non ha fatto quanto necessario per garantire l’ultimazione di un’opera pubblica di così grande valore strategico?
Vorrei sottolineare un aspetto tecnico fondamentale: prima di avviare un cantiere di tale portata, sarebbe indispensabile verificare se i fondi disponibili siano realmente sufficienti a coprire tutte le fasi, dalla progettazione all’esecuzione. Non basta intercettare finanziamenti, occorre gestirli in maniera oculata. Qualsiasi ufficio tecnico attento avrebbe dovuto comprendere che le somme a disposizione non erano adeguate a completare un intervento tanto importante per la comunità.
Non voglio pensare che dietro questa situazione si nasconda un disegno, anche inconfessabile, volto a impoverire progressivamente il centro storico a favore di altre aree del territorio, che avrebbero dovuto seguire una vocazione urbanistica diversa da quella intrapresa. Se così fosse, le responsabilità non sarebbero soltanto tecniche, ma anche e soprattutto politiche.
Il Palazzo Comunale deve tornare ad essere la casa di tutti, il cuore simbolico e reale della nostra comunità. Accanto a questa priorità, non possiamo ignorare la questione, ancora più complessa, della rupe Maietta. Un problema grave, che richiede soluzioni difficili, ma che continua a essere segnato da ritardi e scarichi di responsabilità.
Orazio Violante