
“Giornate di Palestina”, a Bovalino arriva Omar Suleiman
“Per favore, non mettete sulle spalle di noi palestinesi tutto il peso dell’Olocausto” chiedeva Omar Suleiman nel marzo del 2024, qualche settimana dopo essersi incatenato a un palo davanti al Municipio di Napoli, gesto che condusse il comune partenopeo a una delibera di cessate il fuoco diretta al Governo Meloni.
Attivista, attore, rappresentante della comunità palestinese campana, Omar Suleiman vive in Italia da quarant’anni. In Palestina non può più ritornare, la sua instancabile opera di divulgazione culturale e il suo attivismo politico per la causa palestinese hanno suscitato l’opposizione delle autorità israeliane che non gli consentono di rientrare a casa.
“Osservatorio Palestina” è la fucina che, collaborando con la comunità universitaria de L’Orientale, da molti anni concepisce ed esporta riflessioni e approfondimenti sulla questione palestinese con un cineforum, la traduzione di opere letterarie, presentazioni di libri, dialoghi con autori e autrici, un corso di arabo.
In buona sostanza Omar Suleiman si è posto come un ponte verso una comunità la cui voce nel corso dei decenni è andata affievolendosi e verso una resistenza sempre meno studiata, compresa, supportata. Uno sfortunato caso? “Il problema è che la maggior parte degli organi di stampa, la quasi totalità direi, è controllata da holding israeliane e quindi un’informazione, non dico a favore dei palestinesi ma almeno neutra, a mio avviso non esiste”, afferma l’artista.
A metà novembre Suleiman sarà ospitato in provincia di Reggio Calabria per presentare due spettacoli, uno dei quali si terrà al Caffè Letterario “Mario La Cava” di Bovalino il 14 novembre alle ore 20.45. Il titolo della performance teatrale rievoca l’atmosfera di censura contro la quale la sua comunità si scontra, nonché la forza di un popolo che resiste da settant’anni all’occupazione coloniale straniera: “Ho le mani per scrivere: il loro grido è la nostra voce”. Si tratterà di una selezione di scritti provenienti direttamente da fonti giornalistiche in loco e da giovani esponenti della comunità bersagliata dall’esercito israeliano, vittima del genocidio che l’occidente ha potuto inizialmente scorgere, successivamente appurare, infine certificare.

…E, in larga parte, ignorare fino al momento in cui non ha creduto si mettesse a repentaglio la vita di centinaia di attivisti e attiviste, per lo più occidentali, a bordo di imbarcazioni dirette sulle coste di Gaza. Una parte dell’opinione pubblica occidentale si è di fatto mobilitata con determinazione solo dopo aver ritenuto plausibile che Israele attaccasse delle imbarcazioni umanitarie cariche di civili e personale sanitario prevalentemente occidentale e in tal modo ha implicitamente espresso due considerazioni: innanzitutto ha indirettamente affermato la propria convinzione che lo Stato di Israele sia profondamente aggressivo e, in secondo luogo, ha ribadito la propria indifferenza nei confronti del destino del popolo palestinese in sé e per sé poiché, in buona sostanza, la comunità internazionale si è mossa per difendere una spedizione, quella delle Flotilla, composta essenzialmente da occidentali. Certo, sullo sfondo dei cortei e delle agitazioni dei mesi di settembre e ottobre c’è sempre stato il genocidio, è impossibile escluderlo. Ma è altrettanto tristemente evidente che neanche lo sterminio di ventimila bambini e bambine era stato in grado di accendere la scintilla dei movimenti di piazza, prima delle Flotilla.
Possiamo quindi dubitare che la comunità occidentale si sia dimostrata una portavoce affidabile delle richieste e sollecitazioni provenienti in primis da Gaza e ritenere che attualmente sia nostro dovere creare rapidamente dei canali comunicativi che diano centralità alla voce diretta del popolo palestinese, senza mediazioni.
La comunità locridea è in quest’ottica che si appresta ad accogliere la performance di Omar Suleiman a Bovalino, su invito del Coordinamento Spontaneo della Locride per la Palestina e in collaborazione con il Caffè Letterario “Mario La Cava”. Questa performance rientra all’interno di una serie di attività culturali che vedono al centro la comunità palestinese e che il Coordinamento prevede per le settimane a venire. In particolare, le attiviste e gli attivisti sono attualmente impegnate e impegnati nell’allestimento di una mostra fotografica che prevederà la partecipazione da remoto del fotografo palestinese che ne è l’ideatore e di una performance teatrale a scopo di beneficenza, fissata per il 23 dicembre al convento dei minimi di Roccella Jonica, dal titolo “Voci per la Palestina: musica, canto e poesia”.
L’obiettivo è sempre lo stesso: tentare di entrare in punta di piedi in una cultura altrui, di aprirci al dolore di un popolo che cerca di spiegarsi e le cui vicende storiche meritano di essere in prima battuta conosciute, ascoltate e rispettate e, in un secondo momento, affrontate secondo metodi e dinamiche che sta a quello stesso popolo individuare e a noi supportare.
