
Buon Natale a chi è fragile come un bambino che nasce in una grotta, mentre cadono le bombe tutto intorno
E così come ogni anno, il Natale della “cristianita’” si impone su quello del cristianesimo. Con grande spolvero di lustrini e pajette, gli adoratori della “cristianita’” celebrano il dominio del toro tutto d’oro su quelle assurde tesi del cristianesimo, che vorrebbe dirci che tutti siamo uguali, che Dio e’ nato da una donna, che i potenti saranno tirati giù dai loro troni.
Il Toro tutto d’oro e’ bello e luccicante, sta lì, in mezzo al nostro mondo a ricordarci chi comanda, che Dio ha un nome e un cognome e un titolo altisonante.
E questi cristiani che non siano di disturbo alla “cristianita’”, con le loro assurde teorie: ci sono gli “eletti”, e i loro servitori, altro che tutti uguali. Gli eletti sono quelli che accumulano ricchezze a non finire, mentre interi popoli si impoveriscono, i loro servitori coloro che si impegnano a reggere il sistema. La “cristianita’” e’ una identità di sostegno. Deve confermare la Storia così come l’hanno sempre scritta i vincitori. I libri sacri vengono emendati delle parti scomode: da Davide e Golia – nonostante il patto che avevano fatto con i filistei, li sterminarono tutti inseguendoli fino all’ultimo villaggio – alla raffigurazione di Gesu’ – bello, occhi azzurri, pelle bianchissima. Osannato, attraente, come si conviene ad un uomo di successo.
Nessuno legge o ricorda Isaia 52,2 :
“È cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per provare in lui diletto.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.”
Ma la “cristianita’” potrebbe mai tollerare un Gesu’ brutto, quasi deforme tanto da farci coprire la faccia, reietto, disprezzato, emarginato? No. Quella assurda convinzione dei cristiani che quel povero sotto casa tua, che puzza, che fa ribrezzo solo a guardarlo, e’ Gesu’, va estirpata! Come quella che racconta di Pietro e delle regole che si era data la prima comunità cristiana: “chi ha averi o possiede qualcosa, la venda. Si mette il ricavato di ognuno tutto insieme e si vive dando ad ognuno secondo il suo bisogno”. Ricorda qualcosa a noi figli dei Lumi ma ormai senza Luce?
E che dire poi dei musulmani che osano scrivere addirittura nel Corano di Gesu’: ‘Īsā (ʿĪsā), lo chiamano, “Ibn Maryam”, figlio di Maria. Isa ibn Maryam. Come osano i musulmani venerarlo come uno dei più grandi profeti, il Messaggero di Dio, Rasūl Allāh? Come osano se l’unico Dio e’ quello autorizzato dalla “cristianita’”? Devono essere in combutta con certi cristiani, perché lo chiamano anche “il Verbo di Dio”, Kalimat Allah, e “Spirito di Dio”, Rūḥ Allāh.
La cristianita’ dell’Occidente, dell’Europa, con la sua identità costruita negando il Vangelo e piegando ogni cosa ad un mondo che odia il bambino che nasce stanotte, e odia il prossimo come odia se’stesso, a poco a poco, da un Natale all’altro , lascerà il posto definitivamente alla religione principale, quella del toro dorato. Quella del “Got mit uns” mentre allestisce campi dí concentramento per i poveri e i migranti, quella delle guerre di sterminio come le intendeva Kant, quella dei bambini trucidati a Gaza. Quella dei bombardamenti in Ucraina, dei massacri in Sudan, delle violenze ai confini dei paesi “democratici “.
Il cardinale Zuppi dice che tutto questo può essere un bene: finalmente senza cristianita’, i cristiani possono essere tali. Io ci aggiungo reietti, come dice Isaia, dal potere perché pericolosi per il potere. Perché portatori di una rivoluzione.
Buon Natale cristiano allora. A chi non gode di alcuna stima da quelli “perbene” che affolleranno i primi banchi della messa. A chi è brutto, sporco e cattivo. A chi non ha niente se non la voglia di vivere. A chi non è autorizzato dalla legge, ma sente la chiamata della giustizia. A chi è fragile come un bambino che nasce in una grotta, mentre cadono le bombe tutto intorno.
Buon Natale ai fratelli e alle sorelle della cospirazione del bene.
Quest’anno Ciavula usa le parole a Luca Casarini per augurare buon Natale a chi ci legge. Grazie, Luca, per questa riflessione.
La Redazione di Ciavula.
