Il sindaco di Cinquefrondi: “La Legge di Bilancio 2026 penalizza i Comuni e i cittadini in difficoltà”

Il sindaco di Cinquefrondi: “La Legge di Bilancio 2026 penalizza i Comuni e i cittadini in difficoltà”

Manovra finanziaria 2026: tagli significativi ai fondi destinati al contrasto alla povertà. Quale impatto per i Comuni
Il testo della Legge di Bilancio per il 2026 è ormai blindato, dopo il via libera arrivato dal Senato è atteso il 30 dicembre alla Camera per l’ultimo atto. Si tratta di un colpo durissimo allo stato sociale -spiega Michele Conìa avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace. La sforbiciata riguarda le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc), periodo di programmazione 2021-2027 e in particolare si legge nel testo “sono ridotte di 300 milioni di euro per l’anno 2026 e di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2027 е 2028”. Più nel dettaglio la manovra finanziaria 2026, all’articolo 38, prevede tagli significativi ai fondi destinati al contrasto alla povertà, in particolare al Fondo per lo Sviluppo e Coesione ( FSC) e ai fondi per i servizi di supporto all’Assegno di Inclusione (ADI) con una riduzione del 65% dei fondi per l’inclusione sociale 2026, riducendo quindi le risorse per i servizi sociali e i percorsi per l’inclusione lavorativa, con il 40% dei poveri esclusi dal nuovo perimetro dell’Adi. Insomma il FSC perderà 300 milioni di euro per il 2026, l’ADI e i servizi riceveranno un taglio del 65% dei fondi per i servizi di inclusione sociale, riducendo risorse per i comuni e i servizi socio-lavorativi. Con questi tagli diventerà difficile erogare prestazioni -continua il Primo cittadino- infatti nel 2026 i Comuni perderanno 267 milioni di euro destinati alla “quota servizi” dell’Assegno di inclusione e con un taglio del 65% molte amministrazioni dovranno congelare le assunzioni, ridurre gli orari o limitare le prese in carico. Per i Comuni e per gli Ambiti territoriali queste risorse servono per assumere o stabilizzare assistenti sociali, educatori e psicologi. Per i cittadini e le cittadine questo significherà attese più lunghe, meno tirocini, meno interventi domiciliari. È una riduzione del 65% rispetto ai 417 milioni previsti dal piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2024-2026:due terzi delle risorse pensate per sostenere i percorsi di inclusione sociale verranno meno, con conseguenze pesanti per le persone in difficoltà. Intanto, la disuguaglianza cresce: il 10% più ricco della popolazione possiede il 50% della ricchezza nazionale, mentre il 50% più povero si divide appena il 10%. I dati della Caritas nel “Rapporto 2025 sulle politiche di contrasto alla povertà in Italia” descrivono una situazione di povertà economica, abitativa, sanitaria “allarmante”, con un aumento delle persone che si rivolgono ai centri (277.775 famiglie nel 2024, +3% sul 2023 e +62,6% in 10 anni), un aumento dei “nuovi poveri” (lavoratori con stipendi troppo bassi), colpendo soprattutto famiglie con figli e anziani, e una crescente difficoltà nel far fronte a bisogni primari come bollette e cure.
Se allarmanti sono i dati Istat con oltre 5,7 milioni di persone che in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta pari al 9.8% della popolazione e con il Mezzogiorno la zona più colpita con 4 persone su 10, ancora più impattanti -conclude il Sindaco Conìa- sono i dati Istat e Eurostat che riguardano la Calabria: stando ai più recenti (2024-2025) la Calabria si conferma una delle aree più vulnerabili d’Italia ed Europa in termini di povertà e marginalità sociale. Nel 2024 il 23,5% delle famiglie calabresi vive con una spesa mensile inferiore alla soglia minima e circa il 48,8% della popolazione calabrese è a rischio povertà o esclusione sociale, posizionando la Calabria tra le regioni peggiori d’Europa. Il caro vita attanaglia le famiglie che non riescono a garantire un pasto completo e il cui lavoro povero non consente di arrivare alla terza settimana del mese, famiglie che spengono il riscaldamento, persone malate e anziani che rinunciano a curarsi, madri che lasciano il lavoro per mancanza di posti all’asilo nido, i bambini e le bambine che crescono senza opportunità educative, in particolare per coloro che crescono in contesti difficili, fatti di rischi e fragilità.

Michele Conìa avvocato, sindaco di Cinquefrondi (RC) e consigliere metropolitano della città metropolitana di Reggio Calabria, delegato ai Beni Confiscati, Periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace.

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