A Palmi apre l’Arci “Chicchi”. Una casa di democrazia, cultura e partecipazione

A Palmi apre l’Arci “Chicchi”. Una casa di democrazia, cultura e partecipazione

Nessun nastro da tagliare, perché l’Arci “Chicchi” non inaugura una vetrina ma apre una casa. Una casa della democrazia, delle idee, delle relazioni e della cultura, nel cuore della città. La nuova sede del circolo Arci di Palmi si è presentata così alla comunità: come uno spazio fisico ritrovato, necessario, da abitare con contenuti, confronto e responsabilità collettiva.

Un’apertura che è stata, prima di tutto, un momento di parola e di ascolto. In via Affaccio, l’Arci Chicchi ha accolto cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni, restituendo alla città un luogo pensato per la partecipazione attiva e la costruzione di legami. Una sala piena, segno evidente di un territorio che chiede spazi liberi, confronto e possibilità di incidere.

Ad aprire gli interventi è stato il presidente dell’Arci Chicchi Palmi Carmelo Managò, che ha ringraziato autorità, istituzioni, associazioni amiche e tutti i presenti. «Vedere questa stanza piena – ha affermato – è la dimostrazione che il territorio ha fame di partecipazione, di confronto e di spazi liberi».

Il circolo nasce sotto il segno di una dedica precisa e carica di significato: Maria Teresa Mattei, partigiana e madre costituente. «Dedicare a lei questo luogo non è solo un omaggio – ha spiegato Managò – ma una dichiarazione d’intenti: qui si farà cultura, ma soprattutto si farà resistenza civile e quotidiana».

Nel suo intervento, il presidente ha illustrato i valori e le linee guida del programma che accompagnerà il circolo nel 2026, inserito nel quadro del tesseramento nazionale Arci 2025–2026, significativamente intitolato “Senza perdere la tenerezza”. Non un semplice elenco di attività, ma l’idea di un vero laboratorio di cittadinanza: presidio di legalità, voce contro l’ingiustizia, fucina di talenti e spazio di promozione di un’economia del bene, fondata su acquisto solidale e turismo responsabile.

A rimarcare il valore politico e civile dell’iniziativa è intervenuto anche il sindaco di Palmi, Giuseppe Ranuccio, che ha definito il progetto dell’Arci Chicchi «un vero e proprio manifesto politico, nel senso più alto del termine». Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza di uno spazio fisico di partecipazione in un tempo in cui «neanche i partiti hanno più sedi», definendo il circolo «una cellula di democrazia» di cui la città ha profondo bisogno. Da qui la disponibilità dell’amministrazione comunale a collaborare e a lasciarsi stimolare da proposte e idee capaci di generare dibattito e iniziative concrete.

Sulla stessa linea si è inserito l’intervento del presidente del Consiglio comunale, Francesco Cardone, che ha richiamato il valore della condivisione come elemento fondante dell’azione amministrativa. Cardone ha sottolineato come, senza il contributo delle associazioni, l’amministrazione possa fare ben poco, ribadendo la scelta di puntare sul civismo come orizzonte comune, capace di superare schieramenti e colori politici. «Basta essere persone per bene e avere a cuore le sorti della città – ha affermato – il resto non conta. Possiamo crescere solo stando insieme».

A rafforzare il legame tra istituzioni e mondo associativo è stato anche l’intervento dell’assessore al Bilancio e alle Politiche giovanili, Salvatore Celi, che ha evidenziato quanto sia fondamentale per la città avere un luogo stabile di dialogo e confronto con l’Arci. Un punto fisico dove incontrarsi, ascoltarsi e discutere di tematiche da portare poi all’attenzione del Consiglio comunale, del Consiglio regionale e dell’intera cittadinanza. «È davvero bello – ha detto – avere finalmente un

luogo dove dialogare e confrontarci per il bene supremo della città. Faremo tante iniziative insieme».

Nel corso della serata è arrivato anche il saluto della segretaria del Partito Democratico, Eliana Ciappina, che ha espresso apprezzamento per la nascita di questo nuovo spazio di confronto. Ciappina ha parlato di una sfida condivisa, richiamando la recente riattivazione del circolo del Partito Democratico e la volontà di dialogare e lavorare insieme: «Un ulteriore spazio, un’ulteriore possibilità di crescita e di confronto. Da parte nostra c’è disponibilità assoluta a collaborare, a progettare attività per il futuro che facciano crescere ancora di più questa città». Un messaggio di apertura e collaborazione, nel segno di un impegno politico inteso come costruzione collettiva.

Denso di memoria e radicamento territoriale l’intervento dell’attivista palmese Enzo Infantino, che ha richiamato il valore dell’impegno collettivo e del lavoro condiviso tra cittadini e istituzioni nella valorizzazione dei quartieri rimasti a lungo ai margini. Accanto agli interventi materiali, Infantino ha posto l’accento sul lavoro sulla memoria, ricordando chi ha perso la vita in anni difficili per la comunità. Un passaggio particolarmente toccante è stato dedicato al ricordo di Pino Borrello, innocente vittima della ‘ndrangheta, ringraziando l’amministrazione comunale per la sensibilità dimostrata nel voler dedicare un luogo alla sua memoria.

Nel suo intervento, Infantino ha poi ampliato lo sguardo alla memoria come proposta attiva, richiamando la figura di Rossella Casini e l’importanza di sollecitare le amministrazioni comunali affinché le venga intitolata una via, come già avvenuto a Firenze. Un’iniziativa nata anni fa e approvata dal Consiglio comunale che ha contribuito a scardinare il luogo comune di una città omertosa, dimostrando invece l’esistenza di sensibilità istituzionali pronte ad accogliere istanze di memoria e giustizia. Da qui l’invito a continuare a proporre e a stimolare il dibattito sui grandi temi del presente, dalla guerra a quanto accade nella Striscia di Gaza, attraverso iniziative culturali e momenti di confronto.

A chiudere la serata sono state ancora le parole del presidente Managò, che hanno restituito il senso più profondo dell’esperienza appena avviata: «L’Arci Chicchi non è del direttivo, è di chi lo vive. Di chi propone un’idea, di chi partecipa a un’assemblea, di chi si mette in gioco per l’inclusione e l’accoglienza. Vogliamo che questo spazio sia un antidoto alla solitudine e all’indifferenza. Da domani, questo luogo sarà ciò che noi tutti sapremo costruirci dentro».

L’apertura dell’Arci “Chicchi” segna così l’inizio di un percorso da condividere. Un presidio civile senza ritualità, ma con porte aperte; un luogo che sceglie la memoria come responsabilità e la partecipazione come pratica quotidiana, affidando alla comunità il compito di renderlo vivo, giorno dopo giorno.

Deborah Serratore – Ufficio stampa / Comunicazione 

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