Il distretto sanitario tirrenico dell’Asp di Reggio nega il libretto sanitario ai migranti. Sankara e Recosol scrivono a Carabinieri e Polizia

Il distretto sanitario tirrenico dell’Asp di Reggio nega il libretto sanitario ai migranti. Sankara e Recosol scrivono a Carabinieri e Polizia

Pubblichiamo integralmente la lettera che la Rete dei Comuni Solidali e la Società Cooperativa Sankara hanno scritto al dirigente del distretto sanitario tirrenico dell’asp di Reggio Calabria, all’ufficio immigrazione della questura di Reggio Calabria e alle stazioni dei Carabinieri di Melicuccà, Taurianova, Cinquefrondi, Polistena e Palmi.

Nela lettera si lamenta il fatto che alcuni impiegati non solo non riconosco l’esenzione ai migranti ma addirittura si rifiutano, incomprensibilmente, di rinnovare il libretto sanitario a persone regolarmente residenti sul territorio italiano, con conseguenze gravi per la salute dei migranti.

Eppure lo stesso Ministero dell’Interno ha emanato una direttiva (5 agosto 2006) che sostiene che nelle more di rilasci o rinnovi dei permessi di soggiorno, proprio in considerazione del fatto che esiste continuità temporale, gli stranieri continuano a godere dei medesimi diritti. Tra l’altro il Testo Unico sull’Immigrazione (D.L 25 luglio 1998 n.286), anche con le successive modifiche, all’articolo 34 comm.1/b dice che “gli stranieri regolarmente soggiornanti o che abbiano chiesto il rinnovo del titolo di soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per protezione sussidiaria, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza” hanno l’obbligo di iscrizione al Sevizio Sanitario Nazionale. Al di là dell’aspetto contributivo, cioè del riconoscimento dell’esenzione E02 ed E05, il rifiuto più grave è quello di non garantire il libretto sanitario e quindi la possibilità di tutelare un diritto fondamentale come quello alla salute.

Alla lettera, inviata il 3 aprile 2019, non è mai pervenuta risposta.

Eccola:

“In data 19 marzo 2019, la Società Cooperativa Sankara (ente gestore del progetto Sprar del comune di Melicuccà) e l’Associazione Rete dei Comuni Solidali (ente gestore del progetto Sprar di Cinquefrondi), hanno inviato a mezzo PEC a codesta spettabile Azienda Sanitaria Provinciale una lettera, con numero di protocollo 14/2019, chiedendo il riconoscimento dell’esenzione dal ticket sanitario E02, prevista in favore di soggetti privi di occupazione e di reddito, specificando che il Ministero del Lavoro, con le circolari n. 34/15 e n. 5090/16, ha chiarito la definizione di “condizione di non occupazione” svincolando dalla registrazione come disoccupato la fruizione delle prestazioni sociali e dunque equiparando la posizione di disoccupati e non occupati. Tale missiva è stata completamente ignorata e l’istanza non ha avuto nessun riscontro.

La mancata ricezione e applicazione delle direttive e delle circolari emanate dai vari ministeri, da parte degli impiegati di alcuni poliambulatori del Distretto Sanitario Tirrenico, crea non pochi problemi agli operatori che lavorano negli SPRAR./SIPROIMI.

Oltre al mancato riconoscimento dell’esenzione dal ticket sanitario E02, gli impiegati degli sportelli preposti si rifiutano persino di rinnovare il libretto sanitario ai migranti in attesa del rilascio del permesso di soggiorno elettronico (e quindi in possesso del solo “cedolino”), regolarmente soggiornanti nel territorio, iscritti all’anagrafe del comune di appartenenza e addirittura iscritti presso i vari centri per l’impiego. Si fa presente, che il “cedolino” non ha scadenza, la sua validità non è di un anno dal momento dell’avvio della pratica per la richiesta del permesso di soggiorno, come asseriscono gli impiegati dei suddetti poliambulatori adducendo argomentazioni che non hanno nessun fondamento giuridico.  Si prega, dunque, di voler spiegare quali sono i motivi per i cui i dirigenti di codesta spettabile ASP non forniscono agli impiegati interessati le giuste disposizioni in merito alle questioni sollevate dagli scriventi enti gestori.

Questa prassi purtroppo assai diffusa, non solo lede i diritti dei migranti ma comporta anche delle conseguenze molto gravi sulla salute degli ospiti degli SPRAR.

Si chiede, pertanto, ancora una volta un Vostro cortese riscontro in merito alle problematiche formulate in questa sede.

Distinti saluti”

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