“A ‘ndrangheta”: nuova iniziativa letteraria della Pro Loco di Gioiosa

“A ‘ndrangheta”: nuova iniziativa letteraria della Pro Loco di Gioiosa

“A ‘Ndrangheta” – Evoluzione e Forme di Contrasto

Un libro che vuole parlare davanti alla “platea” di Gioiosa Jonica alla presenza degli Autori, dell’Editore Paolo Falzea e di altre illustri personalità che hanno partecipato alla composizione di questo libro. Appuntamento venerdì 10 luglio alle ore 18 e 15 nell’androne dello storico Palazzo Amaduri, ospiti del Comitato Promotore per il Club Unesco “Naniglio” di Gioiosa Jonica con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Gioiosa Jonica.

Il libro “A’Ndrangheta”, pubblicato da Falzea editore scritto a “più mani” in prevalenza da Cosimo Sframeli Luogotenente dei Carabinieri e attuale Comandante la Stazione dell’Arma di Vibo Valentia “Principale” e, da Francesca Parisi Maresciallo Capo dei Carabinieri in servizio c/o Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri a Roma.

Gli autori FRANCESCA PARISI e COSIMO SFRAMELI

Gli autori FRANCESCA PARISI e COSIMO SFRAMELI

Un libro coraggioso che affronta la questione della lotta alla ’ndrangheta negli anni 1960-1990. Un periodo storico poco conosciuto, la cui importanza e la conoscenza di molte cose misconosciute sono fondamentali per comprendere in maniera esaustiva l’evoluzione della mafia calabrese e le relative forme e strategie di contrasto.

Il filo conduttore è rappresentato dalla visione della ’ndrangheta quale fenomeno complesso, inteso non solo come problematica criminale ma come questione sociale e culturale. Attraverso la disamina dei più importanti processi alla mafia celebrati in Calabria, pietre miliari dell’evoluzione giurisprudenziale che porterà all’emanazione dell’art. 416 bis, si narrano venti anni di storia di contrasto alla ’ndrangheta, passando per le faide, le guerre di mafia, i sequestri di persona, gli omicidi eccellenti, la trasformazione della mafia contadina a impresa del crimine.

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Dalle relative sentenze può comprendersi la triste situazione calabrese e gli sforzi dei giudici che, partendo dalla nozione di responsabilità per tipo di autore, arrivano a concepire forme sempre più affinate per il raggiungimento della prova in giudizio. In tale situazione, fondamentale l’esame della prima forma di collaborazione da parte di un importante capo-mafia, che consente agli organi inquirenti e giudicanti di assestare duri colpi alla ’ndrangheta; della diffusione delle ’ndrine nel nord Italia; del passaggio della ’ndrangheta dai sequestri di persona al business del narcotraffico, con importanti legami con la mafia siciliana.

Il viaggio si conclude negli anni ottanta, con la creazione del pool antimafia di Locri da parte dei magistrati Ezio Arcadi e Carlo Macrì, che daranno vita al “Caso Calabria”, in parallelo a quanto avveniva a Palermo con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Infine, un accenno ai primi rapporti di ’ndrangheta redatti dai Carabinieri Reali nella prima metà del Novecento e l’analisi antropologica di un codice di ’ndrangheta, che chiarisce la netta distinzione tra religione – troppo spesso e impropriamente chiamata in causa – e il diverso concetto di religiosità, quest’ultima utilizzata dalla mafia per condizionare una popolazione intimamente legata al culto religioso e a un fitto reticolo di credenze e miti.

Pregevole l’apporto del giudice Salvatore Rizza che, nelle ultime pagine, affida le sue considerazioni sul futuro della lotta alla ’ndrangheta, partendo dalle origini del male mafioso fino ad arrivare alla forza e alla voglia di riscatto delle nuove generazioni calabresi.

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