Padre Tarantino: “la Chiesa Matrice merita una veste degna”

Padre Tarantino: “la Chiesa Matrice merita una veste degna”

Domenica 19 Luglio, si terranno i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmelo. Ne abbiamo parlato con Padre Michele Tarantino, parroco della Chiesa Matrice.

Domanda – Padre Michele, domenica 19 Luglio si celebreranno i festeggiamenti per la Madonna del Carmelo: una festa antica, che appartiene alla storia della comunità di Gioiosa Jonica, recuperata negli ultimi anni dall’Associazione “Borgo Antico” del Presidente Alì e oggi direttamente coordinata dalla Parrocchia “San Giovanni Battista” (anche con la processione della statua storica della Madonna, conservata presso la Chiesa Matrice). Da non gioiosano, mi offri una tua interpretazione sul legame popolare dei gioiosani, in particolare degli abitanti del borgo storico, con questa festa?
Risposta – Carissimo Antonio, ti ringrazio per la domanda. Sì, in effetti domenica si celebreranno i festeggiamenti in onore di Maria SS. del monte Carmelo, ormai siamo giunti alla XII° ed. Già dallo scorso anno, abbiamo voluto riprendere, come Parrocchia San Giovanni Battista, la tradizione di riproporre l’effigie lignea della nostra Madonna. Da alcune notizie storiche, ho saputo che le feste importanti della nostra Gioiosa erano Santa Caterina e appunto alla Madonna del Carmelo, e poi successivamente fu introdotta la festa patronale a San Rocco.

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D. – Io non sono credente, ma avverto comunque un grande fascino verso la dimensione religiosa. Naturalmente, la festa della Madonna del Carmelo ha (o dovrebbe avere) soprattutto un’impronta di natura religiosa, un momento di incontro della comunità parrocchiale con la preghiera e con la figura della Madonna. Devozione religiosa che diventa anche aggregazione sociale. Puoi spiegarmi, in poche parole, il senso – religioso e spirituale – per una festa del genere?
R. – Credo che dobbiamo risalire al 1251, precisamente il 16 luglio, quando la Madonna apparve al priore generale Simone Stock dei carmelitani, donando uno scapolare e privilegi connessi alla sua devozione. Ora, da alcune fonti ricevute, sappiamo che ai piedi della rupe in Gioiosa era collocata un’antica cappella a lei dedicata. Nel corso degli anni, questa cappella era diventata meta di pellegrinaggio per i tanti fedeli che – provenienti dai vari paesi limitrofi – si fermavano per una preghiera o per chiedere una grazia.

D. – Come parrocchia, correggimi se sono in difetto, state lavorando per la ristrutturazione della Chiesa Matrice: il che, mi pare di poterlo dire a chiare lettere, è un impegno assolutamente apprezzabile che dovrebbe coinvolgere tutta la comunità gioiosana. Fra le vostre iniziative, una direttamente legata alla Madonna del Carmelo: il ricavato della vendita di tutta l’oggettistica riportante l’immagine della Madonna sarà utilizzato per il recupero della Chiesa Matrice. Puoi dirmi di cosa si tratta esattamente e a che punto siamo con i progetti di ristrutturazione? Quante risorse economiche serve mobilitare?
R. – Abbiamo bisogno prima di tutto di ristrutturare il tetto della chiesa: purtroppo, quando piove, penetra all’interno provocando gravi disagi per la celebrazione eucaristica. Per questo, è stata fatta una raccolta di circa 280,00 euro che verrà utilizzata per comprare i rotoli catramati. Poi, vorremmo dare una veste degna di una Parrocchia con il titolo di chiesa matrice, per anni trascurata. Come sai, con i ragazzi stiamo cercando al meglio di presentare con un buon biglietto da visita la nostra amata Chiesa Matrice. Siamo partiti con le tinteggiature dei locali della sacrestia, e abbiamo cercato di dare luminosità alla cappella della Madonna del Carmelo.

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D. – Qualche tempo fa, un nostro pezzo sulla settimana santa dei gioiosani – inserito nella rubrica non casualmente chiamata “carcarazza” – ha destato molto scalpore e provocato fastidio in tanti gioiosani. Il senso di quel pezzo, volutamente estremizzato, era soprattutto uno: fastidio verso una religiosità vissuta in maniera socialmente convenzionale e conformistica (vado in chiesa quando lo richiede l’etichetta socio-culturale del mio ambiente, vado in chiesa a prescindere dalla moralità di miei comportamenti, ecc.). Ti faccio una domanda secca e perentoria, ti chiedo una risposta di ugual tenore: non è, forse, questo uno dei limiti della devozione e della pratica religiosa al giorno d’oggi? Non lo è anche a Gioiosa Jonica?
R. – Antonio, ebbi a dire in un’altra intervista che purtroppo nel sud viviamo ancora una religiosità “fai da te”. Alcuni giovani vivono la loro fede immersa nei dettami della laicità della vita, proprio come è stato evidenziato dall’articolo, cioè i giovani si ritrovano soltanto nelle feste importanti a vivere la loro fede. Nello stesso tempo, tuttavìa, sono tanti a vivere la loro fede in modo assiduo.

D. – Presso la Chiesa Matrice, negli ultimi anni, si è raccolto un gruppo di giovani molto legati alle tradizioni storiche e popolari di Gioiosa, decisi a recuperare pezzi importanti dell’identità gioiosana (ad esempio, la festa e la processione della Madonna custodita proprio nella Chiesa Matrice). Un impegno che dimostra, anche ad un laico e razionalista come il sottoscritto, il potenziale sociale ed aggregativo di una Chiesa che si apre sempre più al mondo nella sue varie articolazioni. In questo senso, le faccio un’ultima domanda Padre Michele: ha un progetto futuro, magari incentrato sulle giovani generazioni, che vuole perseguire? Come pensa di interagire, andando oltre il dato meramente religioso, con la società civile di Gioiosa?
R. – Debbo ringraziare questi giovani (e non sono molti): sotto la guida anche di Don Rocco Agostino e la supervisione di Padre Michele Ceravolo, si adoperano sacrificando il loro tempo libero per portare avanti insieme un’idea di chiesa aperta. E’ molto stimolante provare a capire le loro esigenze, spendersi per loro e magari ogni tanto prendersi anche qualche cicchetto da loro (in senso buono). Con questo gruppo, abbiamo riscoperto le vecchie abitudini gioiosani, quelle tipiche della nostra fede: la processione del 6 gennaio per le vie della nostra parrocchia, il concerto di Natale dopo la processione dell’epifania con canti natalizi in dialetto calabrese, altre manifestazioni varie.

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