Porto di Roccella: basta società, torniamo al demanio

Porto di Roccella: basta società, torniamo al demanio

A più di un anno dalla concessione, la società che gestisce il porto delle Grazie e che avrebbe dovuto lanciare miracolosamente la struttura nei circuiti turistici nazionali e internazionali, ha prodotto solo danni alla nostra già debole economia locale, coinvolgendo anche operatori e fruitori cauloniesi.

E’ sotto gli occhi di tutti che i posti barca, prima tutti occupati e con almeno un centinaio di richieste inevase, ora sono parzialmente vacanti. E la ragione è molto semplice: rispetto all’imposta demaniale le tariffe annue si sono più che triplicate per una barca fino 6 metri e più che quintuplicati per quelle superiori a 10 metri.

Eccovi il primo miracolo economico della nuova gestione. Una struttura popolare, largamente accessibile viene trasformata in un lusso per super ricchi.

Il secondo miracolo è conseguenza del primo. L’abbandono del posto barca di tantissime persone ha prodotto un contraccolpo serio nell’indotto che negli anni si era sviluppato spontaneamente. E’ diminuita la clientela per chi fornisce i servizi di manutenzione, i negozi che vendono articoli per la nautica e la pesca dilettantistica, le ferramenta, i meccanici, gli elettricisti, i falegnami.

Il pubblico (Comune di Roccella e Invitalia -leggi Ministero dell’Economia-) ha compiuto una mera speculazione ai danni dei pubblici interessi locali e senza vantaggi migliorativi per chi ha mantenuto il posto barca.

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Tuttavia, chi del turismo ha una concezione fantasiosa sogna le rotte dei vip convergere verso la nostra zona come avviene nelle località più in auge nel mondo, dove il denaro scorre a fiumi e l’opulenza collettiva galoppa. Intanto, che il terzo miracolo si avveri sarebbe più saggio che la società fallisse e che tutto tornasse come prima.

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