La scuola è iniziata anche per i ragazzi del Liceo di Gioiosa…

La scuola è iniziata anche per i ragazzi del Liceo di Gioiosa…

Liceo3

BUON ANNO RAGAZZI!
Intervista agli studenti del Liceo Scientifico di Gioiosa Ionica

Ci siamo lasciati una settimana fa con delle considerazioni sulla tanto discussa “Buona Scuola” (LEGGI QUI). Ma il giudizio più importante, quello vero, quasi palpabile, spetta solo agli studenti. Loro che a partire da oggi, primo giorno di questo nuovo anno scolastico, vivranno quotidianamente tra i banchi di scuola; loro che, un po’ assonnati un po’ curiosi, aspettavano stamattina che suonasse la prima campanella; loro che ogni anno fanno a gara per trovare il posto al primo banco o in ultima fila; e sempre loro che sperano di ritrovare il docente dell’anno precedente o, magari, uno migliore. La Buona Scuola del futuro è formata da loro, plasmata sulle loro idee e sul loro entusiasmo.

Liceo1

La mia chiacchierata con gli studenti ha inizio stamattina quando, alle 7:45, munita di carta e penna, mi presento davanti al Liceo di Gioiosa Ionica, da tempo al centro di numerosissime discussioni e manifestazioni. Ed eccoli lì: un gruppetto nutrito di studenti mi vede arrivare e alla mia richiesta di parlare un pò non dimostra alcuna esitazione o vergogna ma tanto, tantissimo entusiasmo.

La prima domanda che gli pongo riguarda le loro conoscenze sulla riforma in atto e, con mio grande stupore, noto che i ragazzi sono preparatissimi in proposito, quasi più della sottoscritta. Le premesse per iniziare si mostrano ottime fin da subito e allora do inizio alla mia intervista agli studenti di terzo e quarto anno. Partendo dal presente, chiedo come vedrebbero la loro scuola ideale: “Ci aspettiamo seri e concrei cambiamenti per il nostro Liceo – affermano i ragazzi del quarto – gli stessi che aspettiamo ormai da tempo. Vogliamo che la nostra scuola rispecchi l’indirizzo che rappresenta e, quindi, fatta di laboratori (ad oggi assenti), di aule e spazi più grandi, di strumenti digitali che portino questo Liceo ad essere al passo con gli altri licei della Locride.”

E quando parlo di insegnante ideale, continuo io stuzzicandoli un po’, a cosa pensate? “Per noi l’insegnante ideale non è quello legato al libro di testo, ma colui che si sforza di conoscere i propri studenti e di comprenderne le esigenze. Non vogliamo essere sottovalutati –precisano- ma vogliamo degli insegnanti che sappiano riconoscere le nostre capacità e trovare il modo per sfruttarle al meglio. Questo è il nostro insegnante ideale e il Liceo di Gioiosa Ionica ne è assolutamente dotato.”

Liceo2

La mia discussione con questi ragazzi non poteva prevedere risposte migliori e allora tento un vero azzardo: chiedo loro alcuni punti di vista specifici sulla riforma passando attraverso diversi step. I ragazzi, sempre più coinvolti, precedono qualche mia domanda permettendomi di addentrarmi tranquillamente tra i punti più infuocati della Buona Scuola. Innanzitutto, chiedo loro cosa ne pensano del bonus previsto per i professori più meritevoli e chiedo loro sulla base di cosa giudicano un docente: “Un insegnante non si giudica per i titoli che possiede – rispondono convinti – ma dall’essere carismatico, dalla sua capacità di saperci coinvolgere e stimolare. Il bonus migliore per un docente è vedere che i propri alunni rispondono positivamente ai loro insegnamenti, maturando un apprendimento critico e curioso.”

A questo punto, decido di soffermarmi su uno degli aspetti più criticati della Riforma. Siamo allo step due, uno dei più importanti che riguarda il compito, assegnato ai dirigenti, di scegliere il corpo docente non più sulla base di graduatorie ma di veri e propri colloqui di lavoro. Dirigente manager o super prof? Scuola come azienda privata o risorsa collettiva? Sono queste le mie domande di fronte alle quali mostrano di essere titubanti e in disaccordo: “Il preside non può essere un manager perché non conosce in modo diretto i problemi reali della scuola, se non per mezzo di intermediari. Risentiamo molto della mancanza del dirigente nella nostra sede – aggiungono –  e siamo rammaricati della sua scarsa presenza durante l’anno. Inoltre, siamo convinti che la troppa autonomia in mano ai dirigenti finisca per creare quei meccanismi di clientelismo e favoritismi già difficilmente sradicabili nel nostro territorio.”

Liceo6

Continuo la mia intervista passando allo step tre: Che ne pensate delle scuole aperte oltre l’orario canonico? E sull’integrazione scuola-lavoro? Vorreste una scuola più digitale? Alla prima domanda molti storcono il naso, altri rispondono in modo affermativo, proponendo attività ricreative e di autogestione. La maggior parte, inoltre, si mostra convinta del fatto che sia necessaria una scuola in grado di creare ponti di collegamento tra lo studio e il lavoro attraverso attività laboratoriali e di tirocinio. Tuttavia, i ragazzi concludono questa considerazione un po’ delusi per la mancanza di aziende nel nostro territorio che permettano loro di concretizzare quanto studiato. E alla domanda sulla digitalizzazione scolastica rispondono stupendomi: “Ci piacerebbe che le nostre aule siano fornite della LIM per poter studiare attraverso una didattica più innovativa e al passo con i tempi. Ma al tablet preferiamo il buon vecchio libro, perché siamo convinti che l’eccessiva tecnologia riduca la nostra fantasia, ci distragga e ci renda meno curiosi verso le cose”.

Concludo, poi, con l’ultimo punto della Riforma e ottengo delle risposte davvero esaustive. Che ne pensate dello svecchiamento dei programmi – chiedo curiosa – quali discipline vorreste che avessero più spazio nella scuola del futuro e/o quali aggiungereste? “Basta con i vecchi programmi – sostengono animatamente – ci piacerebbe studiare diritto e nuove lingue, come il cinese su cui ormai poggia il sistema economico mondiale. Vorremmo proporre la possibilità di realizzare veri e propri piani di studio sulla base del modello americano. Ci piacerebbe che ogni studente abbia un proprio piano di studi dove, accanto alle discipline istituzionali, poter scegliere delle materie che rispecchino i singoli interessi in una prospettiva futura. Una didattica personalizzata, insomma.”

Liceo7

La mia intervista giunge quasi al termine e non mi resta che proporre loro uno scambio di ruoli: immaginate di essere professori in questo primo giorno di scuola… cosa direste ai vostri studenti? Dopo averci pensato un po’ su e dopo qualche risposta ironica, arriva quella finale, quella che non potrebbe chiudere l’articolo al meglio: “Diremmo ai nostri studenti che solo lo studio ci rende liberi, dandoci autonomia di pensiero e allontanandoci da falsi preconcetti. La vera libertà è quella che ci permette di maturare un atteggiamento critico verso la realtà che ci circonda ed è quella raggiungibile solo attraverso lo studio e la conoscenza del mondo.”

Le parole da me raccolte stamattina hanno confermato le mie premesse e, soprattutto, hanno dimostrato come i frutti di un Liceo come quello di Gioiosa, seppur piccolo e mio malgrado sottovalutato, siano ben visibili. Che questi studenti, dunque, possano intraprendere un buon anno scolastico con l’augurio che la strada che percorreranno li porti alla vetta che desiderano. Occhi puntati verso grandi obiettivi, ragazzi, e ricordate: solo ciò che vi stupisce vi porterà a conoscere…quindi, non smettete mai di stupirvi e siate sempre desiderosi di stupire!

CATEGORIES
Share This