Gioiosa cresce solo nella cultura del “bello”

Gioiosa cresce solo nella cultura del “bello”

C’è una Gioiosa che, urbanisticamente e architettonicamente, è intollerabile.

Brutta, decadente, disordinata: intollerabile, per l’appunto.

Pensiamo soprattutto a quel “costruito” di privati cittadini, lasciato completamente nell’incuria e nell’abbandono: monumento al “me ne fotto” – così rozzo e così immorale – che deturpa ogni spirito di cittadinanza prima ancora che un paesaggio urbano.

Non soltanto in periferia o in contrade lontane (per quanto, anch’esse meritano il rispetto più profondo), ma anche nel cuore del centro cittadino, quello che più si presta ad essere immagine e vetrina di Gioiosa: troppe costruzioni presentano un aspetto di pessima qualità e manifestano anche preoccupanti segnali di manutenzione ordinaria.

Abbiamo ricevuto alcune foto, da parte di un nostro affezionato lettore, che documentano – in modo chiaro ed inoppugnabile – quanto brutta (e anche un pò pericolosa) possa essere una Gioiosa senza cura di se stessa, magari in balìa di proprietari (non sempre gioiosani, fra l’altro) assolutamente sprezzanti verso l’ambiente urbano complessivamente inteso. Le foto si riferiscono ad un immobile, in pessimo stato manutentivo e con calcinacci cadenti, che si trova in una zona centralissima dell’abitato di Gioiosa Jonica (fra Via Diaz e la copertura Gallizzi).

Figaro1Figaro2Figaro3L’assuefazione al brutto e al “non finito”, soprattutto nell’ambito di costruzioni ed immobili vari, è un rischio che Gioiosa non deve correre. Non soltanto per una basilare ragione di armonìa e di ordine dell’ambiente cittadino; anche e soprattutto per una genuina educazione alla bellezza, la stessa che dai singoli occhi raggiunge puntualmente l’anima di una comunità.

Sappiamo e capiamo bene che non sempre, per oggettive ragioni di natura economica, è possibile ultimare immobili in fase di costruzione: tuttavìa, un conto è non avere la possibilità materiale di concludere in tempi brevi, tutt’altro conto è lasciare per anni all’incuria più totale interi edifici che rischiano anche di diventare un problema per l’incolumità degli altri. Discorso che vale per tutti, anche per chi scrive.

Essere cittadini – consapevoli, responsabili, democratici – significa anche capire che il nostro ambiente privato è parte di un più grande “bene comune”, di un quadro d’insieme che è il paese in cui viviamo e operiamo.

La nostra piccola parte, per quel che ci compete, la facciamo anche con la pubblicazione di queste segnalazioni e di queste foto: nell’auspicio che chi di competenza, privato (soprattutto) e pubblico (anche) possano intervenire presto.

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