La democrazia è attaccata, la democrazia risponde

La democrazia è attaccata, la democrazia risponde

Da parte di Gioiosa e dei gioiosani, l’abbraccio a Salvatore Fuda e alla sua famiglia è stato sincero, reale, tangibile. Lo percepisci dall’aria che si annusa, dalla reazione emotiva che sovrasta ogni fredda speculazione razionalista, dalle parole dette e anche da quelle opportunamente omesse; lo avverti quando, al corteo di ieri sera e al consiglio comunale straordinario di stamane, incroci lo sguardo di tante persone. Salvatore, e con lui la sua splendida famiglia, è uno di noi, un giovane padre guidato da grandi passioni e da grande dedizione, un gioiosano autenticamente innamorato del suo paese: facile schierarsi al suo fianco in un momento di così drammatica fragilità umana.

C’è di più. La comunità gioiosana – per la sua parte maggioritaria, ben oltre la “base sociale” a supporto della maggioranza consiliare – sente di essere stata ferita, rivendica il primato assoluto della propria libera democrazia. Ma vi è un “ma”, chiaro ed oggettivo, di cui diremo subito dopo.

salvatore fuda e i sindaci locride

Serve a poco, in questa sede, raccontare in modo cronachistico quanto successo in questi ultimi giorni, registrare puntualmente gli interventi in Piazza Vittorio Veneto (corteo serale) o presso il nuovo Auditorium Comunale (consiglio comunale): media e social network lo hanno già fatto in abbondanza, un giornale come il nostro ripeterebbe soltanto il già detto e/o scritto e riporterebbe molta pur legittima ritualità.

Vogliamo provare ad andare oltre, indagare in modo più audace alcune delle prospettive future della politica gioiosana.

Con la retorica del contingente – ne abbiamo sentita molta anche in queste ultime ore – non si va affatto lontano; ancora meno, si possono ottenere risultati concreti con la liturgìa del’opposizione pregiudiziale, quella che è perennemente alla ricerca dell’elemento di differenziazione e di divaricazione.

Ogni riferimento è puramente voluto: a poco servono le allusioni polemiche e strumentali di una minoranza – quella rappresentata in consiglio comunale da Mazzaferro – che ancora stamattina costruiva grottesche connessioni tra una presunta arroganza oligarchica nella gestione del potere e le reazioni talvolta impulsive di cittadini esasperati non si sa bene da cosa.

Il Sindaco Salvatore Fuda e la sua amministrazione, lo ha detto bene oggi l’Assessore Ritorto, escono più forti da questa comunque devastante esperienza. Vi è più consapevolezza e più determinazione, perché la strada riformatrice è tracciata e bisogna percorrerla convintamente. E’ un piacere assoluto ascoltare un Sindaco che – anche nel momento dell’equilibrio umano e familiare così violentemente percosso – trova la determinazione nell’affermare la sua idea di amministrazione e di politica: quella che ha nella legalità la sua bussola di riferimento, quella che vuole accogliere ed includere anche quando sarebbe elettoralmente più conveniente far finta di nulla, quella che vuole una Gioiosa “a colori” capace di produrre cultura e socialità, quella del volontariato e dello spirito civico esaltati puntualmente, quella dei servizi pubblici che devono aumentare in qualità e quantità.

corteo

risultati, diciamolo con schiettezza assoluta, si intravedono: Gioiosa è una cittadina in fermento, continuo e positivo, con miglioramenti misurabili sul comparto dei rifiuti, delle opere pubbliche, delle iniziative culturali e d’intrattenimento, delle politiche scolastiche, della microeconomia cittadina. Si impone, di conseguenza, un solo invito, quasi un’esortazione a Sindaco e maggioranza: non fermatevi, accelerate insieme a tutto il tessuto associativo e culturale gioiosano, fatevi contaminare dalla tensione positiva che si respira nel cuore della nostra comunità. E ricordate che il “riformismo senza popolo” semplicemente non può funzionare.

L’arma più potente che abbiamo, è opportuno ribadirlo una volta di più, è la democrazia partecipata. Si tratta di uno strumento “faticato”, che richiede grande e continua applicazione, un processo anche articolato e complesso che può produrre straordinari risultati nel medio periodo. Su questo, un limite da parte dell’Amministrazione Fuda vi è stato: a riconoscerlo, con molta umiltà, sono lo stesso Sindaco e gli stessi assessori.

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A darci qualche indicazione, in tal senso, sono anche le due iniziative pubbliche del corteo di solidarietà e del consiglio comunale: grande partecipazione e grande condivisione, vero; ma non ancora la partecipazione e la condivisione che si imporrebbero in situazioni di tal pasta. Perché la nostra onestà vuole che si dica tutto fino in fondo, senza sconti: la comunità gioiosana avrebbe dovuto essere più numerosa in piazza, avrebbe dovuto stringersi totalmente alle sue istituzioni così pesantemente colpite, avrebbe dovuto presidiare in massa corteo e consiglio. Così non è stato, per tanti ordini di motivi; così non è stato – noi riteniamo – soprattutto per un’assuefazione negativa alla delega assoluta, un’abitudine a non manifestarsi in prima persona ormai incistatasi nella vita politica gioiosana.

La nostra considerazione finale, quindi, è che sarebbe decisivo partire proprio dall’apertura alla società e dal protagonismo diretto dei cittadini: ripristinare, in parole povere, una politica locale ricca di contenuti e di partecipazione. Quante più persone saranno in grado di esercitare liberamente la propria cittadinanza, tanti giovani in meno saranno catturati dai tentacoli della piovra criminale. Perché puoi usare tutta la repressione di questo mondo, puoi recuperare tutti i beni confiscati che vuoi, puoi collocare quante più videocamere possibili: ma la vera sconfitta della criminalità mafiosa e paramafiosa è nella società, nella perdita di status e di riconoscimento che deriva da una politica che torna a fare per intero il suo mestiere. 

 

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