Caulonia:La chiesa del Rosario se la ristrutturi il Vaticano

Caulonia:La chiesa del Rosario se la ristrutturi il Vaticano

Spettabile Redazione, si compiaccia di lasciarmelo dire. Grazie.

Scorrendo le pagine del giornale, il seguente articolo mi ha lasciato pensare e ripensare:

L’Amministrazione comunale, dopo aver approvato il progetto preliminare presentato dall’ Ufficio tecnico relativo ai lavori di recupero della Chiesa dell’Arciconfraternita del SS Rosario nel centro storico di Caulonia, ha disposto la richiesta di un finanziamento di 400 mila euro alla Regione Calabria – Dipartimento Lavori Pubblici – per la realizzazione dei lavori.”

A tal proposito, mi verrebbe subito da fare una colorita battuta: “E’ facile atteggiarsi a froci col culo degli altri oppure mi viene in mente la celebre battuta di Giulio Andreotti: «A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca…» Mi cospargo il capo e mi corregga chi la sa più lunga.

Il finanziamento in questione dovrebbe essere attinto dal cosiddetto calderone pubblico? Vero, si? Perché, per l’appunto, i 400 mila €uro non sono stati chiesti al Vaticano? Si consideri che il Comune di Caulonia detiene un significativo primato di Chiese ivi erette e ancora consacrate. Per altro, appare alquanto scorretto che le “problematiche” delle locali Confraternite si debbano risolvere a spese di tutti i contribuenti come così è stato imposto agli Italiani col decreto Salva – Roma.

I giornali scrivevano:

Da salva Roma a salva tutt”i. Assalto per i milioni a pioggia. A livello giornalistico tutti lo conoscono come “Salva-Roma”, ma poi si sa come vanno queste cose: si finisce per salvare un po’ tutti. Tutto è bene quel che finisce bene all’ombra del salva-Roma. Secondo la banca dati di Open Civitas messa a disposizione dal ministero dell’Economia, Firenze ha speso 40 milioni di troppo tra vigili urbani, rifiuti, viabilità e trasporti. Una performance che fa quasi rivalutare l’amministrazione Alemanno dopo la quale è servito il “Salva Roma”.

La Firenze di Renzi batte Milano e Roma nella classifica nazionale dei Comuni spendaccioni. Tra i capoluoghi, soltanto Potenza riesce a far peggio. Ebbene i dati hanno subito fatto emergere scarti importanti tra regioni del Sud, poco attente al sociale, ma anche una sorta di classifica delle città più e meno virtuose nel gestire servizi pubblici essenziali come l’anagrafe, gli asili nido, l’istruzione, la polizia locale, i rifiuti, trasporti e così via. Perugia è al fondo e Lamezia e Campobasso – a sorpresa – risultano tra le meglio gestite. Ma la vera sorpresa è un’altra: interrogando la banca dati emerge che Firenze, la città amministrata da Renzi tra il 2009 e il 2014, è tra le peggio messe. Peggio di Milano, Torino e Roma appunto.

Prendiamo il decreto di cui sopra. Il governo l’aveva fatto per risolvere la rogna degli 864 milioni di debiti spuntati nei conti di Roma Capitale, ma già sapendo di far partire una diligenza destinata all’assalto generalizzato. E a palazzo Madama ci è stato caricato di tutto. Venti milioni per tappare i buchi del trasporto pubblico calabrese. Ventitré per i treni valdostani. Mezzo milione per il Comune di Pietrelcina, paese di Padre Pio. Uno per le scuole di Marsciano, in Umbria. Un altro per il restauro del palazzo municipale di Sciacca. Ancora mezzo per la torre anticorsara di Porto Palo. Un milione a Frosinone, tre a Pescara, 25 addirittura a Brindisi. Quindi norme per il Teatro San Carlo di Napoli e la Fenice di Venezia, una minisanatoria per i chioschi sulle spiagge, disposizioni sulle slot machine, sulle isole minori, sulla Croce Rossa, sul terremoto dell’Emilia-Romagna, sui beni sequestrati alla criminalità organizzata. E perfino l’istituzione di una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia all’aeroporto di Milano Malpensa per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’Expo 2015…”

Alla fine della fiera, quale Impresa si aggiudicherà l’appalto e a quale Impresa verrà subappaltato il lavoro? Non essendo Pico della Mirandola, lascio il dilemma a chi di competenza e lo invito a leggere la mia seguente riflessione. Qualora il Vaticano sovvenzionasse la ristrutturazione della Chiesa del SS Rosario, non sarebbe certamente scomunicato o quanto meno malevolmente biasimato giacché è una di Esso “santa” scelta nell’aver ritenuto meritevole di “particolari” attenzioni quella Comunità religiosa piuttosto che “i restanti Poveri Diavoli degli Abitanti del vasto Comune di Caulonia”.

Non si può e non ci si deve tuffare per ben due volte nel medesimo fiume…… di cacca.

Semper ad majora

Nicola Arenare

vaticano

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