Caulonia: il caso irrisolto della morte di Nicola Ierace

Caulonia: il caso irrisolto della morte di Nicola Ierace

Abbiamo ricevuto una lettera, una delle tante che ci pervengono dai lettori, ma stavolta non si trattava di una segnalazione di un semplice caso di malgoverno. Questa lettera contiene qualcosa di più. Contiene il rammarico di una caso irrisolto, contiene la frustrazione di chi vuole giustizia. Non possiamo che pubblicarla, facendola precedere da un articolo del 2005 che può servire ad inquadrare la vicenda.

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Articolo del 13/9/2005 tratto da: http://www.giornal.it/Pagine/Articolo/Articolo.asp?ida=8322

Nicola Ierace attende ancora giustizia, dopo otto mesi

Otto mesi sono trascorsi dall’incidente che è costato la vita a Nicola Ierace, tre da quando abbiamo pubblicato l’articolo in cui si narrava la sua vicenda, per certi aspetti paradossale, la vicenda di una interminabile indagine che sembra non avere mai fine, né colpevoli, ma solo un morto che aspetta ancora che si faccia luce su quanto gli è capitato.

Nicola Ierace era un giovane calabrese che per cinque anni ha lavorato ad Alessandria e Tortona come parrucchiere, stimato da tutti coloro che lo hanno conosciuto .

Questi i fatti:

Alle 22.25 del 17 gennaio del 2005 Nicola Ierace, sulla sua Fiat 500 stava andando a Caulonia Marina paese vicino a Caulonia Montana, dove gestiva un’attività di parrucchiere lasciatagli da uno zio, quando una Fiat Tipo ha compiuto il sorpasso azzardato, a forte velocità, di una Smart.
Il conducente della Fiat Tipo ha perso il controllo e, dopo aver rimbalzato contro il muretto di contenimento, ha centrato frontalmente la Fiat 500.

L’urto è stato violentissimo, ed in 30 minuti Nicola Ierace è entrato in coma ed è morto, senza che l’investitore – o gli investitori – gli prestassero il minimo soccorso o quantomeno chiamassero il 118. Una scelta criminale e fatale che è costata la vita al giovane

Dopo i fatti, le prime ipotesi:

Da quel momento comincia il mistero, e quello che a prima vista potrebbe sembrare un banale incidente, per quanto tragico, diventa una vicenda oltremodo complessa, anche perchè qualcuno, a quanto pare soli pochi minuti dopo l’incidente, denuncia il furto dell’auto speronatrice che, visto lo stato di semidemolizione in cui versava, non è stato possibile “far sparire”.
Un tempismo sospetto? Una pura coincidenza?
Impossibile dirlo, almeno per il momento, anche se è certo che a denunciare il furto dell’auto è stata una persona che gode di numerosi legami nella zona, e di che legami si tratti – vista l’area – è difficile dire…

Anche qualche testimone, le cui confidenze sarebbero però rimaste nell’ambito della cittadina, contribuisce ad indirizzare i sospetti in una direzione ben precisa, anche se fino ad oggi – ma il condizionale è d’obbligo – la Magistratura ancora non sarebbe arrivata a formulare ipotesi convincenti sulla dinamica dei fatti.

La morte di Nicola Ierace è insomma una vicenda che ruota attorno ad una serie di ipotesi, qualche frammentario riscontro e un’indagine della Magistratura che, almeno per il momento, non sembra aver ancora portato a nulla.

Una possibile ricostruzione:

Una plausibile ricostruzione, fatta mettendo insieme numerosi tasselli, e che tuttavia almeno per il momento non ha nessun crisma di ufficialità, dice invece che il giovane potrebbe essere stato vittima delle circostanze e del luogo: si sarebbe trovato nel bel mezzo di una corsa fra due o più auto, ed i responsabili avrebbero cercato di mettere in atto una serie di “depistaggi” per evitare di assumersi le responsabilità di questa morte così assurda, che rischia di rimanere impunita.

E’ un’ipotesi alla quale nessuno di noi si vuole rassegnare, e proprio per questo c’è l’esigenza di far sentire, anche dalle colonne del nostro giornale, che Nicola non è stato dimenticato, così come il suo ricordo di ragazzo schivo, completamente dedito al suo lavoro ed alla famiglia.

Per quanto ci riguarda cercheremo di mantener viva l’attenzione sull’indagine in corso, visto che – al nord come al sud – è inaccettabile per un paese civile che si possa non pagare per una vita spezzata.

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LA LETTERA A CIAVULA:

Nel gennaio del 2005, in un incidente d’auto avvenuto sulla tratta che collega Caulonia M.na con la “Superiore”, perdeva la vita mio cognato Nicola Ierace. Mi viene ancor di più impossibile dimenticare il fatto giacché non posso evitare di transitarvi su quel tratto di strada Provinciale che mi conduce dai parenti di mia moglie. A codesto staff non domando niente di ciò che non possa fare. Qualora lo ritenesse opportunamente un fatto di cronaca, cosiddetto cold case, prego lo Staff compiacersi di ricordare la circostanza nel giornale che rappresenta. Alcuni di Voi molto probabilmente conoscevano Nicola Ierace, figlio di Vice ‘o Lapparo e di Nesci Maria, per diversi motivi e principalmente per essere stato il parrucchiere di molti, all’ epoca, giovani adulti. Nel suo contesto, Nicola, non rifiutava ad alcuno il proprio operato. Egli tagliava capelli anche ai meno abbienti e a coloro i quali non avevano disponibilità finanziarie nell’immediato. Dalle risultanze di una “libretta”, si evidenzia che molti debitori hanno “sparato” le più assurde giustificazioni pur di non rispettare la fiducia ricevuta.

La signorina Marietta, che Dio l’abbia in gloria, era sempre molto ben accolta da Nicola nonostante il manifesto disgusto nei di lei confronti da una buona parte della clientela presente. Si, la signorina Marietta aveva scelto di vivere come una barbona ma non per questo non sapeva non manifestare le sue buone maniere e i suoi buoni sentimenti. Nicola non le ha mai reclamato un centesimo e senza tener conto degli schifati e delle malelingue presenti.

Mio cognato non sarà stato uno stinco di santo, come me, ma non per questo il suo caso meritava di essere archiviato per causa delle “mezze verità” e non di meno per la non proprio sincera/completa collaborazione di testimoni nonché dell’astensione a collaborare dei confessori ossia parenti/amici degli stessi.

Gli Indubitabili fatti si perdonano ma non si obliano né con il depennino, né con l’alcool e né tantomeno con gli psicofarmaci.

Fiducioso, ringrazio e porgo doverosi ossequi.

Nicola Arenare, alias Giggi

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