Caso Iannuzzi, un video inchioda gli aggressori

Caso Iannuzzi, un video inchioda gli aggressori

Svolta nelle indagini sul caso Iannuzzi. Gli inquirenti di Buenos Aires, analizzando i nastri registrati dalle telecamere di sicurezza, hanno individuato una sequenza che riprende l’aggressione a Carlo, lo scorso 27 novembre. Nel video si nota chiaramente Carlo camminare su un marciapiede dove dormivano dei senzatetto. Ad un certo punto, uno dei clochard si avvicina a Carlo e lo colpisce da dietro con un forte pugno alla testa. Carlo reagisce, ma il colpo ricevuto lo fa barcollare in mezzo alla strada. Ed è quello che probabilmente gli ha causato lo sfondamento della scatola cranica. In due continuano a picchiarlo fino a quando Carlo resta incosciente in mezzo alla strada ed è li che gli rubano lo zaino e tutto quello di cui era in possesso.

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Il Comitato “El Puente per Carlo” registra positivamente le novità, diramate ieri dalla famiglia Iannuzzi, circa le indagini sull’aggressione subita da Carlo. Una volta indentificati gli autori dell’aggressione, che hanno seriamente messo in pericolo la vita di Carlo, il Comitato esorta le autorità dello Stato Italiano, già a conoscenza della vicenda, a chiedere alle autorità argentine che sia fatta piena luce sulle modalità dell’atto criminale e sull’attribuzione delle responsabilità a coloro i quali saranno riconosciuti colpevoli. Urge illuminare definitivamente di verità e giustizia il caso Iannuzzi. Già il prossimo 16 febbraio il capo del governo italiano è invitato a farsi portavoce di questa istanza in occasione della visita al presidente argentino Mauricio Macri. Il Comitato ribadisce l’esigenza di tutelare i cittadini italiani all’estero attraverso apposite procedure politico-istituzionali e adeguati strumenti normativi, al momento assenti o inefficaci. E proprio in questa ottica, alla luce di quanto accaduto in questi ultimi giorni, il Comitato rilancia sulla petizione “Libertà di movimento e tutele: un fondo di solidarietà per le vittime di reati all’estero” sottoscrivibile on-line su change.org e che punta a sbloccare una discussione parlamentare, ferma in una Commissione del Senato della Repubblica da oltre due anni.

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