Gioiosa e la sua “anima nera”

Gioiosa e la sua “anima nera”

Questo giornale, e in particolare chi scrive, ha deciso di dedicare grande attenzione al fermento positivo che si registra e si respira nel cuore della comunità gioiosana. Dall’associazionismo protagonista di continue iniziative al volontariato civico della raccolta differenziata, dalle manifestazioni culturali in ogni fase dell’anno alle attività sportive di varia tipologia, dall’accoglienza dei migranti alle pratiche di buona amministrazione: Gioiosa Jonica è un laboratorio autentico, con un capitale sociale di prim’ordine, in grado di esprimere potenzialità tali da garantirle un ruolo e una vocazione all’interno di un più ampio contesto socio-territoriale.

Ma Gioiosa è anche un enorme concentrato di contraddizioni, un sovrapporsi di contesti e di personalità che la trasformano letteralmente nell’una cosa invece che nell’altra. E che ne offuscano, talvolta anche irrimediabilmente, l’immagine.

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Le ultime vicende giudiziarie – con gli arresti di decine di persone accusate di usura e associazione mafiosa – impongono una pur breve riflessione a voce alta. Esse non sono un semplice epifenomeno del tessuto sociale, un mero accessorio occasionale di una comunità che  – nella sua parte maggioritaria – esprime comunque ben altri valori e ben altre idealità: rappresentano, al contrario, parte consustanziale di tanti pezzi di società che trasudano “mafiosità” e che continuano a civettare con il malaffare considerato nella sua perversa multidimensionalità. A Gioiosa continuano a girare troppi soldi e continuano a reiterarsi troppi poteri che sono frutto di ignobile illegalità.

Sia chiaro: il nostro augurio e il nostro proposito è che il quadro generale si discosti da quanto prospettato dalle autorità giudiziarie e di polizia, quadro ben esemplificato da alcune “impressionanti” intercettazioni telefoniche.  E, in ogni caso, il nostro garantismo di base – al quale non intendiamo in alcun modo derogare – ci impone di considerare tutti gli accusati come innocenti fino a prova contraria.

Rimane, tuttavìa, la persuasione che Gioiosa Jonica – fra tante cose chiaramente e pienamente positive – sia protagonista e vittima al tempo stesso di una sorta di “anima nera”, di un rigurgito mafioso e paramafioso che rappresenta la zavorra di ultima istanza per qualunque concreta ipotesi di riscatto e rilancio. Le ultime inchieste – se confermate nel loro impianto investigativo e accusatorio – tendono a scoperchiare un insieme di collusioni e di interessenze, nelle quali varie rappresentanze sociali ed economiche sembrano mischiarsi in modo sempre più ambiguo: criminalità organizzata più o meno dichiarata, piccola imprenditoria locale a caccia di soldi immediati, singoli personaggi in cerca d’autore. E Gioiosa deve sapersi definire anche in relazione a questo continuo sovrapporsi di colori, a questo camuffarsi di bianco e nero, perchè è nelle sfumature più complicate che si può scorgere la bussola per i percorsi futuri.

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E’ il momento di non attestarsi su una semplice posizione di retroguardia, vi è e vi deve essere l’occasione di un’offensiva credibile, radicata nella testa e nelle azioni delle persone in carne ed ossa, in grado di squalificare socialmente la ‘ndrangheta. Stare dalla parte della legalità repubblicana e costituzionale, promuovendo al contempo percorsi di sano impegno civico: un lavoro lungo, fatto di gradualità e di saliscendi, gutta cavat lapidem. Anche perchè altre situazioni e altre dimensioni d’illegalità verranno fuori a breve, viste le parole che più di un collaboratore di giustizia (anche più importante di una vittima come Nicodemo Panetta) sembra stia dedicando al persistente radicamento mafioso nella nostra bella Gioiosa.

In quest’ottica, le parole e gli atteggiamenti sono assolutamente importanti, soprattutto da parte chi più conta e più è esposto. Del tutto intelligente ed opportuna, ad esempio, è stata la nota stampa dell’Amministrazione Comunale di Gioiosa, fuori da qualsivoglia tipo di pigrizia mentale o di ambiguità opportunistica: appoggio alle forze dell’ordine, collocazione inequivocabile sul fronte della legalità, rigenerazione sociale e presidio degli spazi di democrazia.

Per una volta, la parte sana di Gioiosa deve ritrovarsi tutta da questa parte.

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