Locride radioattiva?

Locride radioattiva?

Radioattività in Aspromonte. Arpacal ed Ente Parco “indagano” insieme

Fonte: www.reggiotv.it

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Reggio Calabria. La “caccia agli untori” è ancora aperta, ma fino ad oggi non si è avuto nessun riscontro certo, circa la presenza di fusti interrati -contenenti scorie tossiche o radioattive – nel cuore dell’Aspromonte. Nonostante due anni fa, il desecretamento di alcuni atti riservati dei servizi segreti italiani, abbiano riacceso i riflettori su una “vicenda” che rimane uno dei principali misteri legati agli affari delle cosche.

Ci sono intercettazioni e informative delle forze dell’ordine che confermerebbero il tutto, ma fino ad oggi pare sia stato fatto solo un buco nell’acqua. “Leggenda o verità”, c’è tuttavia la ferma volontà degli organi inquirenti a far luce, su una questione che metterebbe a repentaglio la salute dei cittadini. Un fascicolo ormai aperto da anni presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, confermerebbe questa intenzione.
Al centro delle indagini sono finite anche le centinaia di morti sospette per patologie oncologiche, registratesi in particolare in alcune porzioni del territorio aspromontano del versante della Locride, dove – secondo quanto emerso anche nel corso di alcune intercettazioni raccolta in indagini contro la ‘ndrangheta – alcuni boss locali, avrebbero dato il proprio assenso per far depositare fusti contenenti sostanze altamente pericolose arrivate in particolare dall’Europa dell’Est.
Il timore che sulle montagne dell’Aspromonte, ma anche nei letti dei fiumi prosciugati, siano stati sotterrati negli anni 80 e 90, tonnellate di materiale nocivo, non sembra essere possibilità remota. Ma la conferma, così come l’esistenza di eventuali responsabili non si è mai avuta. Il sospetto di molti cittadini e comitati nel frattempo costituitisi nelle località “indiziate” è che dietro ci sia una sorta di compiacenza a più livelli, anche istituzionali.
C’è ancora tanto da chiarire. Si spera, una risposta possa giungere dai monitoraggi, anche più recenti, sulla radioattività effettuati in tutto il territorio aspromontano. Attività a cui va aggiunta quella avviata a partire dallo scorso anno, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente e l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, i cui risultati saranno presto resi pubblici, non appena completato il lavoro sui punti di prelievo previsti.
La rete di monitoraggio sulle emissioni radioattive, opera secondo direttive impartite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. “Le attività – fa sapere l’Ente Parco presieduto da Giuseppe Bombino – consistono in specifiche analisi di laboratorio su funghi, muschi e licheni, importanti indicatori della qualità ambientale. Grazie a questa sinergia, si sta procedendo con specifici prelievi in determinati ecosistemi boschivi rappresentativi del territorio protetto. Una sinergia tra i due Enti – senza necessità di finanziamenti finalizzati – definita ancora strategica e importante sia per il territorio regionale che per l’intera comunità calabrese”.

Francesco Chindemi

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