Rafforzate le misure di protezione per Gratteri e per la sua famiglia

Rafforzate le misure di protezione per Gratteri e per la sua famiglia

Fonte: http://www.corrieredellacalabria.it/

La notizia è stata confermata dal sottosegretario all’Interno Domenico Manzione rispondendo a un’interrogazione parlamentare del deputato Pd Fiano. Lo scorso gennaio un episodio inquientante aveva riguardato il figlio del futuro procuratore capo di Catanzaro.

Dopo la notizia delle eloquenti intercettazioni, disposte dalla Procura di Potenza, che confermano le fibrillazioni nel “mondo di mezzo” davanti a qualsiasi ipotesi di maggiore spazio a quel senza-padrone di Nicola Gratteri, era circolata voce di un rafforzamento delle misure di protezione per il procuratore aggiunto di Reggio Calabria (che il Consiglio superiore della magistratura si appresta a nominare procuratore distrettuale di Catanzaro) e anche per la sua famiglia. La notizia è stata confermata dal sottosegretario all’Interno Domenico Manzione rispondendo a un’interrogazione parlamentare del deputato Pd Fiano.
Lo scorso gennaio due falsi poliziotti incappucciati hanno fatto “visita” a casa, a Messina, del figlio di Gratteri. Il ragazzo è stato messo sotto tutela ed al magistrato sono state intensificate le misure di sicurezza con la quale convive dal 1989. Un episodio inquietante su cui sono state avviate indagini: i falsi poliziotti sono andati direttamente all’obiettivo. Non hanno raccolto informazioni, non hanno chiesto in giro. Sapevano dove abitava lo studente figlio del procuratore aggiunto. Hanno citofonato e hanno anche chiesto con chi parlavano. Se non sono riusciti ad arrivare al contatto fisico è solo perché i piani sfalsati dell’appartamento, dove risiede il giovane, hanno indotto in errore i falsi poliziotti, che sono usciti dall’ascensore al quarto piano invece che al terzo. Non fosse stato per questo fortunato “equivoco” si sarebbero ritrovati faccia a faccia con la loro vittima. E che non intendessero evitarlo lo dimostra, inequivocabilmente, il fatto che i due falsi poliziotti indossavano un passamontagna per celare il viso. Del resto è stato questo dettaglio ad allarmare lo studente e a consentirgli di barricarsi in casa lasciando fuori i due.
Il nome del futuro procuratore capo di Catanzaro compare più volte nelle conversazioni intercettate dai magistrati di Potenza. In particolare quando il faccendiere Gianluca Gemelli apprende, tramite la compagna e ministro Federica Guidi, che Renzi ha deciso di non rinunciare alla collaborazione di Gratteri che avrebbe voluto ministro della Giustizia e, per questo, sta per nominarlo a capo di una Commissione insediata presso la Presidenza del Consiglio con lo scopo di rivedere il diritto processuale e la legislazione contro mafia e corruzione: «Delrio spinge molto su Gratteri, anche Lotti insiste». Gratteri non è un renziano e proprio questa sua autonomia rende diffidenti quanti guardano gli assetti del nuovo governo. La preoccupazione cresce quando il procuratore aggiunto pone le condizioni per accettare l’incarico offertogli: libertà assoluta nella scelta della sua squadra e nessun paletto sulle indicazioni che la Commissione riterrà di deliberare. «Un altro Cantone no e… non possiamo permettercelo», è il commento della “cricca” che intanto si rivolge a qualche carabiniere infedele per avere carte da usare contro Delrio e, capitasse, anche contro Gratteri.

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