SIDERNO, OPERAZIONE “DANDI”: I DETTAGLI DELL’ARRESTO DI PAPALIA GIUSEPPE

SIDERNO, OPERAZIONE “DANDI”: I DETTAGLI DELL’ARRESTO DI PAPALIA GIUSEPPE

Rapine a Siderno: arrestato un giovane 19enne del posto accusato di aver messo a segno almeno due rapine a mano armata tra il dicembre 2014 l’aprile 2015, ai danni di altrettanti esercizi commercianti della cittadina Jonica. 

SIDERNO (RC): alle prime luci dell’alba di oggi, 10 maggio 2016, i Carabinieri del Gruppo di Locri e, in particolare, del Nucleo Operativo della locale Compagnia e della Stazione Carabinieri di Siderno, hanno tratto in arresto Andrea Giuseppe PAPALIA, di 19 anni, originario del luogo, gravemente indiziato di aver commesso due distinte rapine, travisato e con armi, ai danni della tabaccheria “PEDULLÀ” e del supermercato “MERSÌ” di Siderno, rispettivamente il 9 febbraio e il 30 marzo 2015.

L’odierna operazione di Polizia Giudiziaria, convenzionalmente denominata DANDI (dal nome del protagonista del libro “Romanzo Criminale” di cui il Papalia custodiva diverse foto sul proprio telefono cellulare) ha permesso di valorizzare una lunga e complessa attività di indagine nel corso della quale si è operata una intensa ed efficace osmosi info-operativa tra le diverse componenti dell’Arma territoriale, le quali hanno attuato per settimane lunghi e mirati servizi di perlustrazione, sostenuti, altresì, da una efficace attività di tipo tecnico-investigativo svolta dai Reparti Specializzati dell’Arma. 

PAPALIA Andrea Giuseppe

PAPALIA Andrea Giuseppe

Gli eventi criminosi addebitati al Papalia, all’epoca dei fatti, avevano ingenerato un vero e proprio clima di tensione e di paura nella cittadinanza locale particolarmente allarmata dalla sfrontatezza di un rapinatore che per mesi ha ingenerato grande preoccupazione in tutte le potenziali vittime di rapine (ossia titolari e/o lavoratori di piccole ditte/imprese o esercizi commerciali anche a conduzione familiare).

Solo l’assidua e costante presenza dell’Arma -tramite i servizi di controllo del territorio svolti dalle pattuglie automontate del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Locri e della locale Stazione Carabinieri- ha nuovamente riportato la situazione alla normalità.

I fatti accaduti, oltre ad essere connotati da una oggettiva spregiudicatezza ed una intrinseca violenza nell’azione, sono da ritenersi ancora più riprovevoli, se si tiene conto che le rapine in argomento sono state portate a termine da un giovane ragazzo, non ancora ventenne, noncurante  delle Leggi  “armato” esclusivamente di tracotante spavalderia.

In particolare, il 26 maggio 2015, grazie all’intuito investigativo dei militari della Stazione Carabinieri di Siderno, impegnati durante un predisposto servizio finalizzato al contrasto dei reati predatori, i militari dell’Arma sono riusciti ad identificare il rapinatore che, notato in circostanze di tempo e di luogo sospette nei pressi di un esercizio commerciale del luogo, ha attirato l’attenzione dei Carabinieri che lo hanno fermato e perquisito rinvenendo, sulla sua persona, abiti occultati al di sotto di quelli indossati, nonché un passamontagna tipo mefisto con visiera, una pistola “scacciacani” priva del tappo rosso e una busta in plastica di colore bianco, solitamente utilizzata nelle rapine.

Nell’ambito della medesima attività i militari dell’Arma sono riusciti altresì ad individuare l’abitazione utilizzata dal malvivente quale “punto d’appoggio” per organizzare “il colpo”. Si trattava dell’abitazione, intestata ed in uso ad un anziano familiare del PAPALIA, all’interno della quale è stato rinvenuto materiale vario, abilmente occultato, riconducibile al giovane rapinatore.

Il Papalia, a seguito delle risultanze investigative è stato ritenuto responsabile delle suddette rapine per la comprovata sussistenza di gravi, precisi e concordanti indizi desunti dall’attività d’indagine di tipo tecnico, suffragata dagli accertamenti svolti dalla Sezione “Grafica e Fonica”  del R.I.S. (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Messina, nonché dalle perizie dei CTU designati dall’A.G. di Locri (RC). Da tale attività tecnica, in particolare, è emersa la schiacciante compatibilità tra il paio di scarpe usato dal malvivente durante le rapine con quello rinvenuto presso la sua abitazione in occasione della perquisizione domiciliare effettuata dai Carabinieri (la presenza di una goccia di vernice bianca sulla scarpa sinistra da lui indossata durante le rapine, presente anche nelle scarpe rinvenute nella sua abitazione in occasione della perquisizione domiciliare è stata particolarmente utile agli investigatori).

Ulteriori e successivi accertamenti tecnici svolti sulle tracce audio estrapolate dall’apparato telefonico sequestrato – che sono state comparate con la voce registrata in occasione della rapina alla tabaccheria “PEDULLÀ” – nonché l’esame dei dati antropometrici del PAPALIA confrontati con la sagoma del rapinatore, immortalata dai sistemi di videosorveglianza degli esercizi commerciali rapinati, hanno costituito il corposo materiale indiziario, grazie al quale sono state ampiamente confermate le ipotesi investigative avanzate dagli inquirenti del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Locri.

In particolare sono stati estrapolati i filmati acquisiti dai sistemi di videosorveglianza degli esercizi commerciali rapinati, controllate e comparate le tracce audio dell’apparato telefonico sequestrato, nonchè sono state eseguite perizie antropometriche e fisiche che hanno costituito il corposo materiale indiziario, grazie al quale sono state ampiamente confermate le ipotesi investigative avanzate dagli investigatori in ordine alla precisa responsabilità del PAPALIA quale:

  • responsabile della rapina verificatasi il 10 febbraio 2015, ai danni della tabaccheria “Pedullà”, consistita nell’essersi impossessato, travisato in volto e mediante la minaccia di una pistola, della somma di euro 1.500,00 (millecinquecento/00), attesa la schiacciante corrispondenza con il giubbotto, la pistola e le scarpe indossate dal rapinatore con quelli sequestrati all’interessato e, soprattutto, la perfetta identità del tono vocale;
  • responsabile della rapina verificatasi il 30 marzo 2015, ai danni del market “Mersì”, consistita nell’essersi impossessato, travisato in volto e mediante la minaccia di una pistola, della somma di euro 200,00 (duecento/00),  attesa la schiacciante corrispondenza con la pistola e le scarpe indossate dal rapinatore con quelli sequestrati all’interessato e soprattutto, così come documentato dalle risultanze degli ultimi accertamenti antropometrici del R.I.S. dei Carabinieri di Messina, anche della statura reale del rapinatore;
  • responsabile delle violazioni in materia di armi e disciplinate dagli artt. nn.rr. 10,12,14 L. n. 497/1974.

L’arrestato, così come disposto dal Tribunale di Locri – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari, dopo le formalità di rito, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, prescrivendo contestualmente il divieto di non allontanarsi senza autorizzazione del Giudice e di non comunicare (nemmeno per telefono o con altri mezzi informatici e/o telematici) con persone diverse dai familiari conviventi.   

 

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